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Confcommercio: ancora gelo dei consumi in maggio

La produzione sta tornando a carburare, ma gli italiani non hanno ritrovato la voglia di divertirsi: si registrano, infatti, meno uscite e meno shopping. I consumi denunciano ancora un forte calo. Lo scorso mese, la domanda delle famiglie ha “stentato a trovare la strada per un rapido recupero”.

25/06/2020
famiglia al tramonto
I consumi delle famiglie

Il picco dell’emergenza sanitaria è stato messo alle spalle e la produzione sta tornando (lentamente) a regime, eppure gli italiani non hanno ritrovato la voglia di divertirsi. Alla sera escono meno di quanto non facessero nel periodo pre-crisi e, in molti casi, hanno congelato la voglia di shopping. Il panorama disegnato dall’ultima ricerca di Confcommercio non dà spazio a molti dubbi: anche dopo l’avvio della Fase2 i consumi denunciano, ancora un forte calo ( quasi -30% in maggio). Lo scorso mese, secondo la tradizionale congiuntura mensile dell’associazione, nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività, la domanda delle famiglie ha, infatti, “stentato a trovare la strada per un rapido recupero”.

Sempre scarsa la propensione al divertimento

Per la precisione, l’indicatore dei consumi (ICC) evidenzia un calo del 29,4% annuo. Il dato, seppur meno negativo rispetto al -47% di aprile, “conferma – secondo l’analisi - grandi difficoltà soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero” (-10,9% nel primo trimestre dell’anno). Nel complesso degli ultimi tre mesi, si rileva, nel confronto con lo stesso periodo del 2019, una riduzione del 36,4% dei consumi, dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi. La caduta della domanda è stata particolarmente grave per i beni e servizi ricreativi: -45,9% in maggio, dopo -69,4% in aprile e -47,1% in marzo. Marcato anche l’arretramento per le voci alberghi e pasti e consumazioni fuori casa (rispettivamente -65,9%, -94,5% e -66%).

Cresciuta la domanda di alimentari, energia e tlc

Anche in maggio – in linea con quanto già visto nei mesi precedenti - sono stati pochi i segmenti che hanno registrato un segno positivo: tra questi l’alimentazione domestica (+3,7%), le comunicazioni (+0,9%) e l’energia elettrica (+6,7%). Sul fronte delle spese personali, come detto, continua a dominare la parsimonia: le incertezze economiche e quelle dei mercati spingono gli italiani a un comportamento cauto. Nello stesso mese, infatti, gli acquisti di beni e servizi per la cura della persona sono diminuiti ulteriormente, del 9,8% (-21,6% in aprile). Ma ancora più forte è stato il disinteresse verso l’abbigliamento e le calzature (rispettivamente -54,7% e -85,2%) e i beni e servizi per la casa (-16,3% dopo -26,3%).

Le incognite per i mercati dell’auto, bar e ristoranti

Per molti segmenti, secondo Confcommercio, “il recupero è modesto” ed “è denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo e allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione”. Bisogna ridare fiducia alla gente perché, continua l’analisi, “sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento si gioca il futuro del Paese. Non bisogna trascurare i pericoli connessi all’avvio di un possibile corto circuito depressivo”. La nota ricorda quindi che il disagio sociale, misurato dal Misery Index, ha già conosciuto un’esplosione in aprile legata al deciso deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo. 

Una montagna da scalare per risollevarsi

Aspettative pesantemente negative sul fronte del lavoro “minano la fiducia delle famiglie, spingendole ad atteggiamenti ancora più prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero”. Uno scoglio dove possono infrangersi i timidi segnali di ripresa che si stanno confermando in giugno: nei primi giorni le percorrenze di veicoli pesanti sulle strade sono aumentate del 9,6% dai primi di maggio. Nello periodo l’energia elettrica immessa in rete è cresciuta del 5,4%. Al rimbalzo congiunturale del 10,4% del PIL stimato per maggio, avrebbe fatto seguito un contenuto +4,7% in giugno. Nel complesso del secondo trimestre, la riduzione del PIL sarebbe del 17,4% congiunturale e del 21,9% annuo. “Queste cifre – sottolineano in Confcommercio - rendono ben chiara l’entità della montagna che il Paese deve scalare”. 

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

famiglie prudenza lavoro confcommercio
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