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Tecnologia, il futuro molto prossimo
Il 2017 è stato un anno fantastico per tutto ciò che riguarda l'information technology, con l'inizio del 2018 che non è stato francamente da meno. Il Nasdaq composite, infatti, sta mettendo a segno un record dietro l'altro e già nelle prime due settimane dell'anno si trova in rialzo di oltre il 5%. Ciò è avvenuto nonostante i colossi di internet non siano neppure fra i maggiori beneficiari del taglio alle tasse varato dall'amministrazione Trump.
Tornare a parlare del problema delle quotazioni appare a questo punto pleonastico: ciò che invece vale la pena fare è tentare di capire quali potrebbero essere i settori chiave per il 2018 in questo ambito.
Con ciò non si intende dire che i suddetti comparti che costituiscono l’insieme dell’It metteranno a segno un’altra annata di rendimenti super, anzi potrebbero persino mostrare fragilità. Ciò che intendiamo affermare è che proprio ad alcuni gangli vitali del sistema tecnologico bisognerà guardare per capire se la bolla (siamo onesti!) della tecnologia ha ancora spazio per continuare.
Da dove vale la pena partire? Forse in maniera non eccessivamente sorprendente il 2018 risulterà un anno in cui moltissimi occhi saranno puntati su tutto il mondo della blockchain, famoso in primis per le criptovalute ma non solo. Questo paradigma tecnologico, infatti, promette di rivoluzionare diversi settori, anche tradizionali: i mezzi di pagamento, il diritto civile, il machine learning e tantissimi altri. Più di qualche osservatore tecnico mostra però diversi dubbi, vista la macchinosità di molte tecnologie blockchain e il dispendio di tempo e di energia che richiedono. Per fare un esempio, attualmente il network bitcoin riesce a gestire sette transazioni al secondo, mentre quello di Visa arriva a 60 mila.
Per questo segmento, dunque, è giunto il momento di diventare grande. È improbabile ovviamente che il 2018 mostri anche una frazione della crescita messa a segno dalle maggiori (e non solo) cripto nell'anno appena terminato, però, visto che ormai la capitalizzazione dei queste monete si avvicina al trilione di dollari, per non parlare appunto di tutti gli investimenti basati su blockchain, le potenzialità sono tante per attrarre ulteriori montagne di capitali o per vedere un disastroso deflusso.
Il secondo mega-tema su cui si concentreranno gli investitori sarà l'intelligenza artificiale. Sempre più oggetti di elettronica di consumo di uso comune incorporano modelli basati su reti neurali particolarmente complesse, un insieme di tecnologie che spesso va sotto il nome di deep learning, specialmente allo scopo di ottenere un sempre più accurato riconoscimento vocale e visivo. Anche in questo caso le applicazioni promettono di essere incredibili: dalle auto automatiche a nuovi paradigmi di cura della salute.
Nell'immediato, però, ciò che sarà interessante capire è se l'incorporazione di queste tecnologie in oggetti come gli smartphone, i televisori e gli elettrodomestici costituirà una novità sufficientemente forte da spingere i consumatori in giro per il pianeta a dare il via a un nuovo super-ciclo di consumi in settori ormai tendenti al saturo. Se ciò si rivelasse vero, si avrebbe un'esplosione, ancora più forte che negli ultimi anni, per tutta la componentistica più avanzata.
Infine il terzo tema è l'auto del futuro, intendendo con questa espressione il mix di innovazioni che vanno dall'elettrificazione dei motori a forme più o meno complesse di guida automatica. L'auto rappresenta un pilastro importantissimo del sistema mondiale, ma è altresì vero che qualche segnale di stanchezza da fine ciclo in questo ambito si sta mostrando. Se la vendita di veicoli del futuro dovesse continuare a sovraperformare il resto del mercato, allora si tratterebbe di un'interessante segnale della nascita di un nuovo comparto growth. Se esso si dovesse dimostrare più correlato del previsto con l'insieme di un'industria automobilistica un po’ stagnante, allora sarebbero dolori.
Infine aggiungiamo un’ulteriore considerazione: è probabile che il capitale andrà a concentrarsi su un numero sempre più ristretto di leader, anche in questi ambiti di gruppi ultra-innovativi, il che potrebbe aprire alcune interessanti possibilità per strategie long/short.