Il private debt torna a espandersi e i minibond mostrano una forte accelerazione: 54 emissioni per 333 milioni, +65 per cento. Riparte il direct lending, mentre il venture capital resta stabile. In crescita significativa l’attività dei business angel.

Quasi un italiano su due ha ricevuto proposte di trading rivelatesi poi fraudolente e molti sono esposti a pubblicità sui social che promettono guadagni facili, confermando una vulnerabilità diffusa. Per questo motivo, il consulente finanziario diventa centrale.

Nella Borsa italiana, dopo un 2025 dominato dai finanziari, nel 2026 conteranno modelli più diversificati: crescono opportunità nell’industria, come agricoltura, chip, lusso, nelle infrastrutture spinte dal PNRR e nel digitale, legato a IA e data center.

L’arte è molto ricercata perché il suo valore non dipende da tassi, utili o indicatori macroeconomici, ma da fattori propri del settore. Sul lungo periodo si è rivelato un mercato molto solido: mantiene da vent’anni volumi stabili tra 50 e 70 miliardi.

I fondi aperti, con 11 milioni di sottoscrittori, raccolgono 7 miliardi e una performance del 2,5 per cento, che aggiunge circa 32 miliardi alle masse, pari a 1.327 miliardi. Crescono sia i fondi italiani sia i round trip. In positivo anche i cross-border.

Negli Usa la crescita e l’inflazione moderata dovrebbero proseguire nel 2026. Tuttavia, molti asset risultano costosi e questo limita potenziali ulteriori rialzi. Nei bond le occasioni non sono nella direzione dei tassi, ma nelle differenze tra scadenze.

Nell’Eurozona i servizi e i consumi sostengono la crescita, con inflazione vicina al target e mercato del lavoro robusto. Tuttavia, tensioni commerciali e incertezze esterne continuano a pesare sulle prospettive di medio termine. La BCE resta prudente.

BCE e FMI elogiano i progressi dell’Italia: il disavanzo è sceso al 3,4 per cento, con una stima di ulteriore calo al 3 per cento nel 2025. Scope stima una possibile uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo già nel 2026, un anno prima del previsto.

Lo shutdown ha ridotto il Pil statunitense del quarto trimestre di 0,7–1,4 punti e generato perdite permanenti per circa 11 miliardi di dollari. Una parte dell’attività sarà recuperata già nei primi mesi del 2026, con crescita attesa al 2,4 per cento.

Da gennaio a settembre si sono aggiunti 181mila nuovi clienti, per un totale di 5,36 milioni. Secondo Assoreti, la crescita riflette una maggiore consapevolezza finanziaria e l’importanza di investire in modo informato e attivo per proteggere i risparmi.

L’euro digitale sarà una versione elettronica dell’euro cartaceo, garantita dall’Eurotower e destinata a complementare il contante. Gli obiettivi sono assicurare privacy, sicurezza, inclusione e sovranità economica dell’Europa nell’era dei pagamenti digitali.

Gli investitori attendono segnali più chiari dagli Usa e dalle Banche Centrali. L’economia statunitense mantiene una crescita sostenuta, ma il mercato del lavoro è in frenata. Lo shutdown aumenta l’incertezza sui dati e sulle prossime mosse della Fed.

Le ore Cig sono salite a 305,5 milioni, con forte aumento della Cig straordinaria, che riflette la crisi in settori chiave come il manifatturiero. Nonostante l’aumento degli occupati, i salari restano inferiori alla media Ue e la produttività non cresce.

La crescita mondiale rallenta a causa di scambi commerciali in contrazione e misure protezionistiche. L’Eurozona e gli Usa registrano un indebolimento della produzione e del commercio estero. Per l’Italia prospettive positive e inflazione sotto controllo.

La riduzione dei tassi mira a prevenire un deterioramento del mercato del lavoro, mentre l’inflazione resta alta. La Fed intende adottare un approccio bilanciato tra rischi di crescita e stabilità dei prezzi, mentre pone fine al Quantitative Tightening.

La crescita dei finanziamenti riguarda soprattutto le aziende medio-grandi, dell’1,5 per cento, mentre le microimprese registrano un calo del 2,8 per cento, a causa della maggiore percezione di rischio e del minor radicamento territoriale delle banche.

I furti parziali colpiscono sia auto di alta gamma sia utilitarie. La Lombardia è la regione più interessata dal fenomeno, seguita da Lazio e Campania. Roma e Milano insieme pesano per il 28 per cento dei danneggiamenti. Critica l’area Manfredonia–Cerignola.

Il debito/Pil passerà dal 62 al 70 per cento entro il 2030, restando comunque gestibile. Il deficit è previsto al 2,5 per cento nel 2025 e in media al 3,6 tra 2026 e 2030, sostenuto da spese per infrastrutture e difesa. Nessun allentamento fiscale è atteso.

Le vendite e gli ordini segnano una sostanziale stagnazione, con contrazione nell’industria e crescita debole nei servizi e nelle costruzioni. Il 42 per cento delle imprese industriali segnala effetti negativi, seppur moderati, da tariffe e cambio forte.

L’Italia resiste meglio del previsto grazie agli investimenti del PNRR, che compensano la debolezza di export e consumi interni. Il Pil è stimato a +0,5 per cento nel 2025 e a +0,7 nel 2026, con finanze pubbliche in miglioramento e inflazione sotto controllo.

La politica fiscale statunitense dipende da stime di crescita elevate fino al 2034. Se rallentasse i deficit potrebbero crescere rapidamente, riducendo lo spazio per nuovi stimoli. Treasury a breve scadenza più attraenti come copertura in caso di recessione.

Il mercato GPU in forte espansione: Nvidia raggiungerà 370 miliardi di dollari di ricavi entro il 2028, in un settore destinato a valere 500 miliardi. Bene i comparti collegati, come energia, elettronica e reti. Valutazione di OpenAI salita a 500 miliardi.

L’economia del Regno Unito cresce dell’1,4 per cento, ma il Tesoro deve fronteggiare stime più deboli sulla produttività e costi del debito in aumento. Per mantenere margini fiscali di sicurezza serviranno nuove entrate per circa 30 miliardi di sterline.

Dopo un inizio d’anno debole e una fase di forza a giugno, sostenuta da tassi favorevoli, il dollaro si trova di nuovo in una fase di equilibrio instabile, con segnali tornati negativi e con gli investitori che vogliono ridurre l’esposizione agli asset Usa.

La frenata del mercato del lavoro spinge la Fed verso una politica più accomodante. Schroders ha una visione positiva sulle azioni globali, in particolare su Usa ed emergenti, sostenuti da utili stabili, rendimenti reali bassi e politiche fiscali espansive.

L’AI è usata soprattutto per individuare nuovi clienti e analizzare i mercati esteri: il 25-30 per cento delle imprese la utilizza già e oltre la metà intende farlo. I principali vantaggi attesi sono contatti più qualificati e tempi ridotti di ricerca.

I mercati obbligazionari hanno già scontato gran parte delle mosse future della BCE e della FED, ecco perché gli analisti invitano a essere prudenti e pazienti. L’atterraggio morbido non è garantito, anche se viene dato al 60 per cento delle probabilità.

In Italia l’inflazione generale scenderà all’1,8 per cento nel 2026, mentre quella core resterà leggermente più alta. A livello globale, secondo l’Ocse, rallenta il rischio disinflazione ma la crescita scenderà dal 3,3 per cento del 2024 al 2,9 nel 2026.

Il dirottamento di beni cinesi a basso costo verso l’Europa e il rafforzamento dell’euro nei confronti del dollaro contribuiscono a contenere i prezzi. Tuttavia, una divisa unica troppo forte potrebbe ridurre la competitività e alimentare rischi deflattivi.

La Lombardia resta leader assoluta, seguita da Veneto ed Emilia-Romagna, ma il record spetta alla Toscana, le cui esportazioni sono cresciute del +12 per cento. Tra le provincie più dinamiche Milano e Firenze, buone performance anche per Torino e Roma.