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USA: tre scenari per l’economia che impongono cautela

L’intelligenza artificiale promette una crescita annua del 30 per cento, ma richiederà grandi risorse energetiche. Il legame tra questi due settori apre nuove opportunità. Opportunità che emergono anche nel credito privato, con aziende in difficoltà post-pandemia. Private equity sotto pressione.

13/06/2025
bandiera americana e grafici
Analisi sul mercato finanziario statunitense

La politica economica, commerciale e fiscale dell’Amministrazione Trump ha messo sul chi va là la Fed che, prima di qualsiasi mossa in politica monetaria, preferisce vigilare sui segnali che arrivano dal fronte macro e, soprattutto, perché le pressioni inflative e i dazi stanno ridisegnando l’orizzonte dei mercati finanziari. Gli investitori - secondo Katie Koch, chief executive officer di TCW - si preparano a un ritorno della volatilità, pur intravedendo spazi di crescita in settori strategici come l’IA e l’energia. L’allarme è stato lanciato dallo stesso Presidente, Jerome Powell, il quale – riconoscendo che l’introduzione di nuovi dazi potrebbe generare ulteriori pressioni inflazionistiche – ha sollevato interrogativi sul futuro dell’economia Usa. In attesa di nuovi dati e conferme, Koch ha così delineato tre scenari possibili per i prossimi mesi.

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Le tre probabili vie dell’economia Usa

Il primo e più ottimistico scenario prevede una risoluzione delle controversie commerciali e un rallentamento controllato della crescita, senza scossoni: il cosiddetto ‘‘soft landing’’, a lungo atteso ma non ancora realizzato. In questa prospettiva, l’economia Usa continuerebbe a crescere moderatamente, con mercati più stabili. Il secondo scenario ipotizza un’evoluzione più tradizionale del ciclo economico: politiche monetarie restrittive, crescita in decelerazione e rischio di una recessione leggera, alimentata da un contesto creditizio più rigido. La terza opzione, la più preoccupante, riguarda la possibilità che l’inflazione rimanga alta e duratura, mentre l’espansione economica rallenti. Questo porterebbe a uno scenario di stagflazione, con gravi implicazioni per i mercati finanziari e per la politica monetaria.

Ritorno della volatilità: selettività come strategia

Quale che sia il futuro che ci attende, l’esperto ritiene che l’incertezza tornerà a dominare. In questo contesto, diventa cruciale la capacità di selezionare attentamente gli investimenti, soprattutto sul fronte azionario, dove la gestione attiva potrà fare la differenza. Sarà un processo lungo e complesso, in cui si susseguiranno dati economici contraddittori, rendendo difficile individuare una traiettoria chiara. Pur non escludendo un’eventuale recessione, al momento gli operatori mantengono un atteggiamento prudente. Le attese di un contesto di tassi più elevati per un periodo prolungato rafforzano l’idea che il "denaro facile" non tornerà a breve. In caso di peggioramento del ciclo economico, la Fed potrebbe eventualmente intervenire con tagli ai tassi, ma nel frattempo sarà fondamentale agire con cautela.

I motori della crescita: IA ed energia

Nonostante l’incertezza, ci sono ambiti che promettono ritorni interessanti nel lungo periodo. In particolare, l’analista vede l’intelligenza artificiale come una vera e propria rivoluzione industriale, con una crescita annuale superiore al 30%. Tuttavia, la sua espansione richiederà ingenti risorse energetiche, che già sono carenti. L’incrocio tra questi due megatrend rappresenta un’area promettente per la creazione di valore. Anche nel credito privato, si fanno strada opportunità soprattutto nella rescue finance, il finanziamento di salvataggio per aziende in difficoltà. Molte imprese, reduci dalla pandemia, avevano fatto affidamento su tassi bassissimi destinati però a salire. Anche senza una recessione formale, queste aziende - secondo Koch - potrebbero affrontare periodi turbolenti, creando occasioni per investitori capaci di cogliere il momento giusto, magari con la possibilità di convertire il debito in quote societarie.

Private equity sotto pressione

Per quanto riguarda invece il settore del private equity, questo manifesta segnali di affaticamento: da quattro anni a questa parte non si registrano infatti distribuzioni significative, alimentando il malcontento tra gli investitori. I corsi sul mercato secondario iniziano a indebolirsi ed è quindi probabile che presto i gestori saranno chiamati a scelte difficili su quali aziende continuare a sostenere. Questa selezione potrebbe portare a una correzione nei valori di mercato, nel comparto privato e in quello pubblico, aprendo così spazi di ingresso interessanti per chi sa muoversi con lungimiranza. In sostanza, secondo Koch, è proprio nei momenti di incertezza che si celano le opportunità migliori. Ma, precisa: selezione, prudenza e capacità di intercettare i trend emergenti saranno gli elementi chiave per affrontare le future sfide.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

economia usa dazi usa mercati finanziari
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