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La Bce rivede al rialzo le stime di crescita per il Pil dell’eurozona
Il Pil è previsto in crescita del 2,4% nel 2017 e del 2,3% nel 2018. L’inflazione dovrebbe restare ancora inferiore al target inflation fino al 2020
Il board ha confermato che gli acquisti mensili di titoli verranno ridotti del 50% a partire da gennaio, passando dai 60.000 mln in corso a 30.000 mln di euro. Il nuovo tetto ai volumi di acquisto verrà mantenuto fino a settembre 2018 o a una data più lontana se ce ne fosse bisogno (almeno fino a quando non sarà rilevata un’inflazione tale da convincere la Bce a tagliare ulteriormente gli acquisti.
Se da un lato Draghi ha sottolineato la costante forza della ripresa dell'area Euro, cosa che a sua volta incoraggia l'ottimismo della BCE sulla ripresa dall'inflazione, dall'altro è stato comunque espresso un certo grado di cautela in merito al basso livello di inflazione sottostante e alla conseguente necessità di un continuo sostegno politico. Tutto questo è supportato dalle previsioni di crescita relativamente robuste che sono state divulgate ieri, mentre le previsioni sull'inflazione, sebbene il miglioramento per il 2018, non mostrano ancora alcun segnale di ripresa significativa, con nuove previsioni per il 2020 che stimano un'inflazione pari all'1,7%.
Il governatore Mario Draghi ha dato inizio alla press conference ricordando che il programma di acquisto titoli ha funzionato correttamente e che l’inflazione sta registrando segnali di ripresa.
Il governatore è tornato con forza a insistere sulla necessità di applicare riforme strutturali nei paesi dell’area euro -in particolare quello alle prese con la gestione di livelli di debito molto elevati- per sostenere la crescita anche quando la Bce ritirerà completamente i suoi stimoli di natura monetaria. Per quanto riguarda l’inflazione, la variazione dei prezzi al consumo dovrebbe mantenersi ancora sotto il target del 2% entro la fine del 2019. le previsioni per il 2017 indicano una crescita dei prezzi dell’1,5% (confermando la stima precedente) e dell’1,4% nel 2018 (rispetto all’1,2% pronosticato nell’ultima revisione). Per il 2019 viene confermata la stima all’1,5%. Per il 2020 il dato prospettico viene rivisto al rialzo fino all’1,7%.
Anche se le prospettive sono migliorate, Draghi crede che la dinamica dei prezzi continui a mostrare una certa disconnessione rispetto al resto degli indicatori (variazione del Pil, evoluzione del mercato del lavoro), che continuano a migliorare trimestre dopo trimestre.
Draghi ha poi commentato i dati macro dell’eurozona: il Pil è in crescita dello 0,6%, un decimo meno del trimestre anteriore, ma comunque in grado di supportare la domanda domestica. A suo avviso, il sensibile impulso di natura ciclica e il netto miglioramento del contesto economico, lasciano ben sperare per l’evoluzione dell’inflazione e il raggiungimento del target inflation (fissato al 2%).
L’istituto si aspetta che l’eurozona chiuda il 2017 in crescita del 2,4% (la stima precedente era al 2,2%) e il 2018 in progresso del 2,3%% (l’ultima stima la fissava all’1,8%). Infine, le stime di crescita del Pil nel medio termine fissano il progresso all’1,9% nel 2019 e all’1,7% nel 2020.
Nel 2018 affrontare l'andamento della curva dell'euro sarà più difficile e lo stesso vale per il profilo rischio/rendimento dei bond sovrani denominati in euro, qualora la normalizzazioni della politica monetaria dovesse essere effettuata più rapidamente di quanto anticipato. Ulteriori sviluppi legati all'inflazione rappresentano ancora la chiave di volta ma l'inflazione salariale faticherà a fare il suo ingresso nell'Eurozona nel suo complesso.