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Bce: inflazione e Pil spingono per un altro rialzo a settembre
I dati recenti sull'inflazione core dell'Eurozona hanno sorpreso al rialzo, così come la resilienza della crescita economica. In particolare, secondo gli esperti, l'aumento dell’inflazione dei servizi suggerisce un possibile aumento dei tassi da parte della Bce a settembre.
Le più recenti news dal fronte macroeconomico rafforzano il sospetto che, nella riunione di settembre, la Bce adotterà un ulteriore rialzo dei tassi d’interesse (probabilmente di un altro quarto di punto). D’altronde, dall’ultimo ritocco deciso alla fine dello scorso luglio, il Consiglio direttivo dell’Istituto ha più volte ribadito il passaggio della propria politica monetaria alla piena dipendenza dei dati. E questi numeri dicono in particolare due cose: l’economia mantiene una buona tenuta, anche se denuncia i primi effetti dell’aumento del costo del denaro, e l’andamento dell’inflazione non soddisfa appieno gli obiettivi dell’Eurotower.
La crescita economica è resistente, ma cala la domanda
Un’analisi su cosa possiamo aspettarci arriva da Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, il quale rileva che il Pil dell'Eurozona nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,3% e la recessione tecnica prevista a inizio anno è stata rivista. La performance dell'economia è superiore alle attese, ma è provata la debolezza della domanda interna. Benché la Francia abbia registrato una crescita dello 0,5%, questa è stata trainata dall’export che ha compensato il trend negativo dei consumi interni. Dinamica che ha invece comportato una riduzione del Pil italiano dello 0,3%. L'economia tedesca ha ristagnato. Nel complesso, la crescita dell’area ha sorpreso in positivo. Allo stesso tempo è importante notare che la recessione tecnica dello scorso inverno è stata rivista e quindi, stima Wieladek, i dati potrebbero indurre la Bce a dare meno peso alla debolezza delle analisi sull'attività.
Preoccupa l’inflazione core
Discorso più chiaro, per quanto riguarda l’orientamento dei tassi, quando affrontiamo il problema inflazione. I recenti dati CPI core dell'Eurozona, in particolare, hanno sorpreso al rialzo. Mentre l'inflazione complessiva è sì scesa a luglio dal 5,5% al 5,3%, il dato core - che è quello che interessa alla Bce – nello stesso mese è rimasto al 5,5%, invariato rispetto al mese precedente. È inoltre importante notare che l'inflazione dei servizi è salita al 5,6% dal 5,4% e che la dinamica mensile dell'inflazione dei servizi è passata dallo 0,4% allo 0,6% di luglio. Quindi, vale a dire che su base mensile l'inflazione dei servizi annualizzata è salita dal 4,8% di giugno al 7,2% di luglio. Questi dati, secondo l’economista, indicano chiaramente che la Bce, che dipende dai dati, alzerà nuovamente i tassi d’interesse questo mese.
L’attenzione sull’inflazione di agosto
Tornando al quadro generale, sebbene la componente della domanda interna della crescita si sia chiaramente indebolita, la crescita complessiva dell'Eurozona nel secondo trimestre è stata comunque più forte delle attese. Wieladek, a questo proposito, sottolinea che la crescita del Pil dell’area rivista lo scorso inverno si è rivelata chiaramente più forte di quanto implicito nelle indagini sull'attività fatte nel periodo. Chiaramente, precisa, i dati che interessano maggiormente la Bce sono quelli dell'inflazione. Il dato CPI dei servizi, che sta più a cuore alla Bce, è risultato finora più forte del previsto, sia su base annua che su base mensile. A questo punto, per cercare di anticipare le mosse della Bce, bisognerà leggere bene i dati sui prezzi relativi al mese di agosto: a meno che questi non risultino molto più deboli del previsto, il percorso della Bce sembra già tracciato.