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Coronavirus: attesa ondata di downgrade e fallen angels
La pandemia da Coronavirus è stata accompagnata dall’aumento delle emissioni di carta di debito. L'economia mondiale è instabile e travolta dalla crisi. La probabile ondata di ‘fallen angels’, inoltre, avrebbe ripercussioni drammatiche nella finanza e non solo.
L’accelerazione subita nelle ultime settimane dalla pandemia da coronavirus è stata accompagnata, soprattutto Oltreoceano, dall’aumento delle emissioni di carta di debito da parte delle società. La scelta degli investitori di mettere in portafoglio le obbligazioni ‘corporate’ ha il sapore dell’azzardo, soprattutto in un momento in cui l’economia mondiale è travolta dalla crisi e i cui sviluppi sono tutt’altro che prevedibili. C’è un altro motivo che dovrebbe destare un certo timore: una probabile ondata di ‘fallen angels’, che avrebbe ripercussioni drammatiche non solo nella finanza ma anche sull’economia reale (con fallimenti).
I bond ‘high-yield’ non godono dell’ombrello della Bce
Molte delle emissioni in essere, infatti, sono state effettuate da emittenti con rating ‘BBB’, ovvero da società con una valutazione di appena un gradino nella categoria dell’investment grade. In pratica rischiano di cadere nel barato dell’’high-yield’ (che inizia sotto ‘BBB-‘) perché, secondo David Riley, chief investment strategist di BlueBay Asset Management, l’emergenza sanitaria non sta risparmiando neanche loro. L’aspetto non è di poco conto: i bond high-yield, che nei tempi più recenti ha richiamato molti investitori attratti dai rendimenti più corposi che promettevano, non godono della protezione della Bce (tramite l’ombrello Qe).
Default in aumento, soprattutto tra le ‘sub-investment grade’
L’esperto ritiene che le dimensioni delle misure di supporto adottate dei vari Governi e dalle Banche centrali, mitigheranno in modo significativo l’impatto negativo sui mercati del credito investment grade, soprattutto dal rischio di default e dallo shock economico della pandemia. Tuttavia, aggiunge subito, “prevediamo che i tassi di default aumenteranno notevolmente rispetto ai recenti minimi, ma saranno concentrati prevalentemente tra le società sub-investment grade, con alti livelli di leva finanziaria, mentre ci aspettiamo che il rischio d’insolvenza nell'investment grade rimarrà molto basso”.
I settori più a rischio già prezzano downgrade
Il downgrade delle società da investment grade a high yield sarà di gran lunga il principale driver di perdite sul credito per i portafogli investment grade rispetto ai default, che dovrebbero rimanere attorno all’1%. I ‘fallen angels’ sono dunque destinati aumentare nei prossimi anni. Riley rileva però che emittenti e settori più a rischio di ‘bocciatura’ sono già stati prezzati: “l'ampliamento degli spread sui bond corporate investment grade nel corso dell’ultimo mese è stato – spiega - il più drammatico nella storia dei mercati: i livelli attuali sono stati superati soltanto al culmine della crisi finanziaria globale”.
Negli Usa più bocciature nei settori auto, energia e consumo
Secondo l’esperto “l’ampliamento degli spread tra i bond con rating A e quelli con rating BBB indica che gli investitori si aspettano un aumento notevole nel numero dei ‘fallen angels’, soprattutto negli Stati Uniti”. Il volume di debito investment grade Usa che potrebbe subire una caduta verso l’high yield nei prossimi due anni sarà compreso tra i 200 e i 300 miliardi di dollari, con i settori più a rischio di declassamento auto, energia & estrazione e beni di consumo. “Considerando la portata dell'intervento della BCE e il focus dei Governi europei sul sostegno alle imprese, riteniamo che il volume dei downgrade in Europa sarà compreso tra i 50 e i 100 miliardi di euro”.
Il downgrade prima fonte di perdite per l’investment grade
Ma cosa succede quando la valutazione sul merito di credito di una società scende nella categoria ‘high-yield’? La maggioranza degli investitori istituzionali (assicurazioni, fondi, banche, etc) che posseggono titoli di debito di questo emittente sarebbe costretta a vederli poiché, automaticamente, perderebbero i requisiti minimi per tenerli ancora nei loro portafogli. Le conseguenze, anche su tutta la filiera che accompagna queste società, sarebbero pesanti. “Riteniamo che il rischio di downgrade, piuttosto che il rischio di default, rappresenti – conclude Riley - la principale fonte di potenziali perdite sul credito per gli investitori investment grade”, che può essere mitigata attraverso l’utilizzo di strategie di selezione in grado di sfruttare la dispersione dei rendimenti.