- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Economia: imprese più pessimiste nel secondo trimestre
È peggiorato il quadro economico generale italiano, con le valutazioni delle imprese più negative nell'industria, mentre sono migliorate nei servizi e costruzioni. L'incertezza politica e l'andamento del prezzo del petrolio sono i principali fattori che frenano le prospettive di crescita.
Il quadro economico italiano è complessivamente sfavorevole, zavorrato da un diffuso deterioramento della situazione in generale, solo parzialmente compensato da una certa tenuta (in lieve miglioramento) registrata dai settori dei servizi e delle costruzioni. È quanto emerge dalla più recente indagine condotta da Banca d’Italia nel secondo trimestre di quest’anno, presso le imprese con almeno 50 dipendenti. Per scendere nel dettaglio, tra aprile e giugno la quota di aziende che ha riportato giudizi di miglioramento rispetto a tre mesi prima è scesa (al 12,6% dal 14,9%), mentre è rimasta pressoché stabile quella che ne ha segnalato un peggioramento (23,2%). In particolare, le valutazioni sono risultate più negative nell’industria in senso stretto, mentre sono migliorate, appunto, nei servizi e nelle costruzioni.
Aspettative condizionate da incertezza economica e politica
Nel frattempo, anche il divario tra le attese di miglioramento e di peggioramento delle proprie condizioni operative nei successivi tre mesi è peggiorato per le imprese dell’industria, mentre è tornato positivo nei servizi e nelle costruzioni. I principali fattori che frenano le prospettive di crescita, secondo il report, continuano a essere l’incertezza economica e politica e, seppur in misura nettamente minore rispetto al 2022, l’andamento del prezzo del petrolio. Intanto l'impulso della domanda, che aveva sostenuto l'attività nei primi tre mesi, si è affievolito e le attese al riguardo (sia dall’interno sia dall’estero) sono risultate più deboli per i prossimi mesi. Anche in questo caso, il peggioramento si è concentrato nell’industria, a fronte della stabilità dei servizi e dell’ulteriore rafforzamento nel settore costruzioni.
Previsto un aumento degli investimenti
Le aziende, nonostante considerino sfavorevoli le condizioni per gli investimenti (anche alla luce dei recenti aumenti dei tassi), prevedono un aumento degli investimenti nell’anno. La quota delle imprese che si attendono più investimenti supera di 16,5 punti quella di coloro che ne prevedono una riduzione, in linea con la precedente ricerca. La posizione complessiva di liquidità nei successivi tre mesi continua a essere ritenuta almeno sufficiente da poco più del 90 per cento delle aziende. Per quanto riguarda le condizioni di accesso al credito, la quota di imprese che le giudica invariate è aumentata al 78,4 dal 76,6, riflettendo soprattutto il calo della quota di chi le considera peggiorate.
Migliorano le attese sull’inflazione
Al riguardo, c’è da sottolineare che le attese circa l’inflazione si sono ridotte su tutti gli orizzonti temporali: al 5,8% sui 12 mesi (da 6,4%) e al 5 e 4,5% rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni. La dinamica dei prezzi praticati dalle imprese, stima Banca d’Italia, rimarrebbe dunque sostenuta nei prossimi 12 mesi, pur in generale attenuazione. Buone notizie anche dal mercato del lavoro. Il saldo fra la quota di aziende che intendono espandere il numero di addetti e quella di chi prevede di ridurlo rimane infatti positivo e invariato rispetto alla precedente indagine. Fra i diversi settori, le prospettive risultano più favorevoli per le aziende con almeno mille addetti e per quelle localizzate al centro del Paese, nel comparto dei servizi e delle costruzioni.