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Immobiliare: l’investimento nel settore batte il Covid19
L'investimento nel mercato immobiliare si conferma uno dei preferiti. Alla fine del 2019 il patrimonio immobiliare di fondi e Reits ha raggiunto nel mondo 3.180 miliardi di euro, in aumento dell’8,5 per cento. I dati dei primi mesi del 2020 confermano la buona intonaizone di questo mercato.
Il mattone vale bene un investimento. Nemmeno il coronavirus ha scalfito il suo fascino. Il risparmio gestito in immobili attraverso fondi immobiliari (quotati, non quotati) e i Reits (società di investimento immobiliare quotate) continua, infatti, a crescere e la pandemia da Covid-19 ha solo rallentato questo trend. Alla fine del 2019 il patrimonio immobiliare di fondi e Reits ha raggiunto nel mondo 3.180 miliardi di euro, in aumento dell’8,5% tendenziale. E i dati dei primi mesi del 2020 confermano che l’industria dei patrimoni immobiliari gestiti, pur accusando dei cali da ricavi da locazione, ha mostrato una forte resilienza, in particolare nella conservazione del valore del sottostante.
In vent’anni crescita come quella dell’intero secolo scorso
A livello globale, secondo quanto emerge dal 36.mo rapporto ‘I Fondi immobiliari in Italia e all’estero’ di Scenari Immobiliari (preparato in collaborazione con lo Studio Casadei), sono saliti gli investimenti soprattutto nei settori più innovativi, come la logistica e il residenziale. In vent’anni, ha affermato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, “il comparto del risparmio gestito in immobili, a livello globale, è cresciuto più di tutto il secolo scorso. Dal 2000 al 2019 il patrimonio di fondi e Reits è più che raddoppiato. In questo modo famiglie e investitori hanno saputo reggere alla crisi del 2008 e oggi stanno affrontando con una relativa tranquillità il post pandemia”.
Ulteriore spinta da fondi pubblici e investitori esteri
Questi portafogli hanno le caratteristiche per fronteggiare l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi perché, secondo Breglia, “la contrazione degli indicatori è dipesa quasi esclusivamente da impossibilità di utilizzo delle superfici. La maggior parte dei contratti è a lungo termine con inquilini di alta qualità, così gli impatti si riducono fino ad annullarsi nel tempo”. Quindi non si pensa a procedure straordinarie. Anzi, in molti casi i gestori acquistano puntando su un aumento dell’offerta. Il settore, ha aggiunto, “avrà un’ulteriore spinta sia dai fondi pubblici che dai tanti investitori esteri attivi attraverso questo strumento. È realistica una previsione di patrimonio a cento mld a fine 2021”.
Il panorama italiano vale l’11% in Europa
Il mercato dei fondi immobiliari italiani continua a crescere in modo sostenuto e nel 2019 ha raggiunto un peso dell’11% in Europa. A fine anno il relativo patrimonio detenuto direttamente dai 505 fondi attivi in Italia ammontava a 91,5 miliardi di euro, con un incremento del 10,9%. Il valore del patrimonio medio per le società di gestione era di circa 1,8 miliardi, ma se considerate le prime venticinque sgr che detengono la quasi totalità dei fondi, questo dato vale oltre il doppio, cioè 3,7 miliardi. Il fatturato complessivo delle sgr si attestava sui 420 milioni, con circa 1.500 addetti. Le previsioni per il 2020 sono per un incremento del Nav e patrimonio di circa il quattro per cento.
+15% la performance del patrimonio immobiliare europeo
Complessivamente in Europa sono operativi oltre 2.100 tra fondi e Reits, con un patrimonio che si aggira sui 1.270 miliardi di euro, in aumento di oltre il 15% sull’anno precedente. Nel 2019 il peso dell’Europa sul patrimonio mondiale ha subìto ampie variazioni rispetto al 2018: due punti percentuali di aumento, con circa il 40%. I Reits europei rappresentano il 38% del patrimonio totale del continente, mentre il mercato continua ad essere guidato dai fondi non quotati che pesano per il 59%. Lo scorso anno si è chiuso con un patrimonio totale di oltre 745 miliardi di euro.