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Inflazione: i titoli growth non dovrebbero risentirne
La rotazione dai titoli growth ai value può sembrare forzata se solo legata alle recenti pressioni inflative. Le capacità di queste società di produrre reddito sono invariate e, per questo, gli esperti di T. Rowe Price, non escludono un prossimo ritorno del fascino delle imprese growth oriented.
L’accelerazione registrata dall’inflazione Usa ha smussato l’ottimismo che circondava la ripresa economia d’Oltreoceano, portando volatilità in Borsa e mettendo sotto pressione i titoli growth, già penalizzati dalla ‘grande rotazione’ verso i titoli value e da un contesto di breve termine non facile. In futuro i dati sull'inflazione saranno con tutta probabilità più irregolari e si muoveranno in un range più ampio rispetto agli ultimi anni, ma gli esperti non prevedono che l'inflazione si attesti costantemente su livelli più alti nel lungo periodo. Per questo Taymour Tammadon, gestore del fondo US Large Cap Growth di T. Rowe Price, ha una view positiva a lungo termine per le società growth.
I mercati prezzano un picco temporaneo
Questo quadro è fonte di incertezza per investitori, perché per le aziende growth un eventuale rialzo dei tassi d’interesse sarebbe negativo poiché i flussi di cassa futuri saranno scontati a un tasso più alto, con un impatto già oggi sulle valutazioni aziendali. Tuttavia, un’accelerazione dell'inflazione non è una sorpresa, visti l’aumento dei tassi di risparmio, il successo delle vaccinazioni e la domanda repressa liberata. La tendenza di aumento dell'inflazione dovrebbe continuare nei prossimi 12-18 mesi, prima di stabilizzarsi sul target della Fed del 2%. I mercati stanno prezzando questo scenario, con i dati sulle aspettative sembrano sostenere l’idea di un picco temporaneo e come mostra il progresso dell’indice S&P 500 da gennaio (+14,4%).
Sempre possibile un ritorno del fascino del growth
Nel frattempo, bisogna considerare che i profitti corporate si sono ripresi fortemente dopo la brusca discesa del primo trimestre 2020. Nel breve termine, il gestore di T. Rowe Price prevede un forte recupero ciclico negli USA, con una crescita del Pil del 6% all'anno circa quando la ripresa sarà a pieno regime. Un tasso di espansione così rapido non è però sostenibile, ma per i prossimi 12-18 mesi almeno questo ‘propellente’ dovrebbe contribuire a sostenere la ripresa degli utili aziendali. La rotazione dal growth al value è ora significativa, ma a un certo punto l’attuale fase di reflazione si esaurirà e le valutazioni torneranno sulle medie di lungo termine. In mancanza di rendimenti facili, secondo Tammadon, c'è la possibilità che ritorni il fascino del growth.
Le potenzialità dei titoli growth rimangono intatte
Nonostante la sovraperformance dei titoli value registrata nel 2021, l’outlook per le società growth non è cambiato in modo molto. I business model delle aziende statunitensi a grande capitalizzazione, infatti, non possono essere diventati di colpo difettosi. Le caratteristiche che gli investitori cercano nelle aziende growth - vantaggio competitivo, potere di prezzo, margini elevati e posizioni dominanti in mercati grandi e durevoli – secondo l’esperto sono ancora presenti. Secondo il gestore la capacità intrinseca e fondamentale dei titoli growth di far crescere il free cash flow nel tempo è rimasta intatta.
Gli esempi di Alphabet, Facebook e Amazon
Il gestore cita come esempio Alphabet e Facebook, ovvero due delle aziende di maggior successo dell'ultimo decennio soprattutto perché dominano nella pubblicità digitale, cresciuta rapidamente e destinata ad aumentare ulteriormente. Amazon, altro esempio, ha mostrato capacità di reinventarsi e di mettere a punto nuove aree di crescita e di slancio. Le sue capacità logistiche potrebbero essere un motore di crescita a lungo termine, che può farsi forza anche nel campo della pubblicità digitale. Insomma, secondo Tammadon l'attrattiva principale delle società growth è la loro capacità di far crescere i flussi di cassa nel tempo: una caratteristica essenziale in quanto rappresenta il surplus o il contante discrezionale che una società genera.