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Risparmio: patrimonio gestito record in marzo
In marzo la raccolta netta dell’industria del risparmio è stata pari a 8,9 miliardi di euro, flussi che hanno determinato un nuovo massimo per il patrimonio gestito, salito a 2.445 miliardi. A tirare la volata, precisano in Assogestioni, sono stati i fondi aperti e quelli azionari in particolare.
Marzo sugli scudi per l’industria del risparmio gestito, con una raccolta che ha pigiato sull’acceleratore rispetto al ritmo più lento osservato nel mese precedente. Le masse gestite, grazie al corale apporto di tutto l’arco dei fondi comuni, hanno aggiornato il loro record assoluto, segnando un incremento di oltre 29 miliardi (+1,2% mensile) a 2.445,55 miliardi di euro. È la foto scattata dalla mappa mensile di Assogestioni, dove si precisa che la principale spinta è giunta dai fondi aperti, che – con un contributo di ben 7,5 miliardi di euro - hanno messo a segno la loro performance migliore da quasi quattro anni (giugno 2017).
L’apporto principale dai fondi aperti
Nel mese considerato la raccolta netta è risultata positiva per 8,95 miliardi di euro (+2,1 miliardi in febbraio), che spostano il consolidato dei primi tre mesi dell’anno a +23,52 miliardi di euro. Come accennato, il principale motore sono stati i fondi aperti, la cui raccolta netta positiva è quasi raccoppiata rispetto a febbraio: 7,48 miliardi (contro gli 1,96 miliardi del mese precedente), che fanno salire a +14 miliardi il saldo maturato tra gennaio e marzo. Stabili invece i flussi che si sono concentrati sui fondi chiusi: 276 milioni di euro (229 milioni), che portato a 980 milioni il bilancio dei primi tre mesi del 2021.
La locomotiva delle gestioni collettive
Ancora una volta a fare la parte del leone sono state le gestioni collettive che hanno raccolto +7,75 miliardi (+2,19 miliardi), per un totale nel trimestre di poco superiore ai 15 miliardi. In marzo sono tornate in positivo le masse sulle gestioni di portafoglio, con una raccolta di 1,2 miliardi dopo i deflussi (-89 milioni) di febbraio. Il saldo da gennaio è positivo per 8,45 miliardi. Qui il contributo maggiore è arrivato dal canale retail: +1,04 miliardi dopo +483 milioni (+1,88 miliardi nel primo trimestre). Segno leggermente positivo anche per il comparto istituzionali: +156 milioni dopo -572 milioni (+6,58 miliardi il totale da gennaio).
L’attenzione degli investitori resta sull’azionario
Lo spaccato che emerge dalla mappa di Assogestioni conferma la preferenza degli investitori per i fondi di lungo termine, cui hanno affidato complessivamente 6,04 miliardi di euro e – in particolare – per i fondi azionari, il cui segmento in marzo ha raccolto 2,95 miliardi (3,67 miliardi in febbraio), per un saldo trimestrale di +8,46 miliardi. Nello stesso periodo è cresciuto anche l’interesse per i bilanciati (+1,84 miliardi dopo +1,25 miliardi, per un bilancio da gennaio di +4,62 miliardi) e si è risvegliata l’attenzione per i fondi obbligazionari (+1,3 miliardi dopo -237 milioni, per complessivi +1,97 miliardi nel trimestre).
I flessibili contengono i deflussi, bene i monetari
Segno ancora negativo, anche se riescono a limitare i deflussi, per i flessibili, che hanno archiviato il mese con -30 milioni (-1,25 miliardi in febbraio) per un saldo da gennaio di -2,66 miliardi. Inversione di rotta per i monetari, che chiudono con una raccolta positiva per 1,44 miliardi (-1,47 miliardi), portando su un terreno positivo anche il saldo da gennaio (+1,75 miliardi). In positivo la raccolta dei fondi di diritto italiano (+639 milioni dopo -322 milioni, per un totale trimestrale di -501 milioni), e accelera quella dei fondi di diritto estero (a +6,84 miliardi, dopo +2,28 miliardi per un totale da gennaio di +14,58 miliardi).