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Risparmio: raccolta Reti in forte crescita nei primi nove mesi
I fondi comuni sono cresciuti del 78,1 per cento, soprattutto in obbligazionari e flessibili. Il settore assicurativo è balzato del 113,6 per cento, trainato da polizze vita e unit link. In calo del 17,4 per cento gli strumenti amministrati per minore domanda di titoli di Stato e corporate.
La raccolta delle Reti dei consulenti finanziari continua a registrare una forte crescita sul mercato italiano del risparmio. I primi nove mesi di quest’anno, secondo i dati forniti da Assoreti, sono stati archiviati con un risultato molto positivo: i flussi netti complessivi hanno raggiunto 41,5 miliardi di euro, in aumento del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 e superiore - sottolinea l’associazione - anche al 2021, finora anno record per il settore (+1,5%). L’incremento è trainato soprattutto dal risparmio gestito, che ha toccato 26,3 miliardi, in crescita del 71,9% tendenziale. In calo invece la componente amministrata, che si è fermata a 15,2 miliardi (-21,8% annuo), con una riduzione sia per la parte finanziaria sia per la liquidità sui conti.
L’importanza di investire in modo attivo e informato
Nel solo mese di settembre - prosegue il report - la raccolta si è attestata a 3,7 miliardi di euro, un dato stabile rispetto ad agosto (+0,7%), ma in aumento del 21,7% rispetto a settembre 2024. Il servizio di consulenza con fee ha registrato, da gennaio, flussi netti per 11,1 miliardi, in crescita del 9,9% sull’anno precedente. Tra i risultati che spiccano in questo periodo c’è sicuramente quello relativo all’aumento costante della clientela che si rivolge ai professionisti del risparmio: tra gennaio e settembre, infatti, possiamo contare 181 mila nuovi clienti, per oltre 5,36 milioni di persone seguite complessivamente dalle Reti di consulenza. Particolarmente soddisfatto di questi risultasti è Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti, il quale sottolinea come il bilancio dei primi nove mesi evidenzi un andamento molto positivo. Le Reti, ha aggiunto, in questi mesi hanno saputo accompagnare i clienti verso una maggiore consapevolezza, ovvero su come investire in modo attivo e informato per proteggere e valorizzare i propri risparmi.
Risparmio gestito, brilla l'assicurativo/previdenziale
Nel comparto del risparmio gestito, la distribuzione diretta di fondi comuni di investimento è cresciuta del 78,1% annuo, raggiungendo 14,2 miliardi: gli obbligazionari sono risultati i più scelti (9,6 miliardi), seguiti dai flessibili (2,8 miliardi). Solo a settembre, la raccolta netta in OICR è stata di 833 milioni. L’assicurativo e previdenziale ha segnato un balzo del 113,6% rispetto al 2024, con 8,3 miliardi raccolti. In evidenza le unit linked (4 miliardi) e le polizze vita tradizionali (2,2 miliardi). A settembre, i flussi del comparto hanno toccato 459 milioni. Le gestioni patrimoniali individuali sono aumentate dell’11,3%, a 3,9 miliardi, con una lieve preferenza per le gestioni mobiliari (2 miliardi). A settembre, i flussi netti sono ammontati a 257 milioni. Complessivamente, il contributo delle Reti all’industria dei fondi aperti (distribuzione diretta e indiretta) è stato positivo per 21,5 miliardi di euro, consentendo al sistema fondi di chiudere con un saldo attivo di 12,3 miliardi. Nel solo settembre, le Reti hanno raccolto 1,3 miliardi, mentre il dato complessivo di sistema è risultato negativo per 804 milioni.
Risparmio amministrato, cresce la liquidità
Dallo scorso gennaio a tutto settembre, gli investimenti in strumenti finanziari amministrati hanno raggiunto 14,5 miliardi di euro, accusando una flessione del 17,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il calo è legato alla minore domanda di titoli di Stato e obbligazioni corporate (8,2 miliardi di euro). In controtendenza sono andati invece gli ETF, che hanno beneficiato di investimenti netti per 4,1 miliardi di euro, in aumento del 72,3%. Risulta positivo anche il saldo dei conti correnti e conti deposito, con flussi netti per 699 milioni. Nel solo mese di settembre, la raccolta in strumenti finanziari è risultata negativa per 686 milioni. I disinvestimenti da titoli pubblici e corporate (1,4 miliardi) hanno però alimentato la liquidità, che ha registrato un incremento mensile di 2,8 miliardi di euro.
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