- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
T. Rowe Price: prepararsi al ritorno dell’inflazione
L’enorme accumulo del risparmio extra delle famiglie e l’alto livello del debito accumulato dai Paesi sono i presupposti per una progressiva ripartenza dell’inflazione. Per questo gli esperti di T. Rowe Price suggeriscono di aggiustare i portafogli sulla base di questa prospettiva.
Il mondo si aspetta il rapido ritorno dell’inflazione. Le premesse ci sono tutte: dalla necessità di finanziare il debito emesso durante la pandemia, alla speculazione che ha preso il sopravvento in alcuni particolari settori dell’economica (com’è tradizione in tempo di crisi), alla voglia di spesa dei consumatori rimasta per troppo tempo compressa. Questa domanda, segnalano gli esperti, si sta facendo sentire sempre di più nei sondaggi molto positivi sul sentiment sia dei consumatori sia delle imprese. Non dovrebbe quindi sorprendere se alcune aziende nei settori più colpiti dal virus cercassero di aumentare i prezzi al fine di recuperare i ricavi persi o di contrastare l’aumento dei costi operativi.
Consigliato aggiustare i portafogli in funzione dell’inflazione
Dopo essere rimaste su livelli bassi per anni, sintetizza Yoran Lustig, head of Emea multiasset solution di T. Rowe Price, le aspettative di inflazione per il 2021 sono dunque aumentate a causa della prevista esplosione della domanda, delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento e della moneta ‘stampata’ dalle Banche centrali per supportare i Governi sempre più indebitati. A suo avviso, gli investitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di aggiustare i propri portafogli in vista di questo eventuale movimento rialzista dei prezzi. La loro dinamica, per altro, non dovrebbe ricalcare quanto visto alla fine delle più recenti recessioni o crisi economiche di varia natura.
L’enorme accumulo di risparmio extra delle famiglie
Tra gli effetti del Covid c’è, soprattutto, il fatto che le famiglie nelle principali economie globali hanno accumulato – dati Bloomberg – ben 2.900 miliardi di dollari di risparmi extra durante i lockdown. Allo stesso tempo, i Governi hanno fornito stimoli ingenti per rimpiazzare gli stipendi venuti meno. In seguito alla crisi del 2008-09, per esempio, gli stimoli non hanno provocato un rialzo significativo dell’inflazione per beni e servizi. Perché, ricorda Lustig, hanno supportato soprattutto il sistema finanziario, generando inflazione nei prezzi degli asset ma non nei prezzi per i consumatori, perché la maggior parte della liquidità non ha veramente raggiunto questi ultimi.
L’andamento dei prezzi non sarà come nelle crisi passate
Col Covid, invece, la situazione è diversa perché gli stimoli arrivano direttamente alle famiglie. L’esperto, quindi, ipotizza che i consumatori escano dalla pandemia con una sovrabbondanza di risparmi, cosa che dovrebbe fornire loro le risorse necessarie per spendere, una volta che il successo dei vaccini auspicabilmente permetterà loro di farlo. Via via che l’economia globale inizia a riprendersi, i prezzi delle commodity, dei prodotti agricoli e del petrolio sono destinati ad aumentare. Due chiari esempi di quello che sta già avvenendo: il Brent ha toccato 70 dollari al barile rispetto ai minimi (sotto i 20 dollari) dell’aprile del 2020 e, secondo i dati della Fed, circa un quinto di tutti i dollari Usa in circolazione sono stati stampati durante lo scorso anno.
Come rimodulare il portafoglio aspettando la risalita dei prezzi
Anche se sono presenti forze deflative, Lustig invita gli investitori a non aspettarsi l’inflazione eccezionalmente bassa vista negli ultimi dieci anni. Comunque l’esperto crede che gli investimenti in grado di beneficiare direttamente o anche indirettamente di un’inflazione più elevata possano creare valore. Questi asset di solito comprendono azioni value, small-cap e l’azionario emergente. Nell’obbligazionario, i bond sovrani ‘inflation-linked’ e i prestiti a tasso variabile sono alcune opzioni attraenti. Anche gli asset reali, come sono le risorse naturali, le azioni immobiliari e i REIT (Real Estate Investment Trust) sono buone alternative, dato che questi asset hanno la capacità di mantenere valore o incrementarlo durante i periodi di maggiore inflazione.