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Tassi: i prossimi dati sui prezzi detteranno la linea della Bce
L’andamento dell’inflazione nell’Eurozona, che in settembre ha toccato il record del 9,9 per cento, continua a essere la principale preoccupazione della Bce, che intende portare avanti la sua azione di contenimento delle pressioni. I prossimi dati determineranno l’ampiezza dei rialzi dei tassi.
I prossimi dati economici detteranno la linea di condotta della Bce in merito alla politica monetaria. Lo dice chiaramente nel suo bollettino mensile, spiegando che qualsiasi decisione prenderà il Consiglio direttivo sarà in base all’evolvere delle prospettive per l’inflazione e l’economia e, dunque, sarà definita di volta in volta a ogni riunione. La linea rimane dunque la stessa e centrata contro l’inflazione, che continua a essere di gran lunga troppo elevata e – secondo il report – è destinata a mantenersi su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo. A settembre l’inflazione dell’Eurozona ha toccato il record del 9,9% e, nel breve, non si intravedono segnali di una frenata.
I molti fattori di spinta
Sul fronte prezzi, d’altronde, agiscono diversi fattori di spinta che agiscono su tutte le componenti dell’indice generale. Negli ultimi mesi l’impennata delle quotazioni dei beni energetici e alimentari, le strozzature dell’offerta (anche se sono in via di diminuzione, con un impatto comunque ritardato) e la ripresa della domanda (ancora forte nei servizi per il dopo-Covid), il deprezzamento dell’euro hanno infatti contribuito a una diffusa pressione. Per esempio, l’inflazione relativa all’energia, pari al 40,7%, si è confermata la determinante principale dell’inflazione complessiva, con un contributo crescente fornito dai prezzi del gas e dell’elettricità. Anche per gli alimentari si è registrato un ulteriore rincaro (dell’11,8%), a seguito degli elevati costi degli input che hanno reso più onerosa la produzione di tali beni.
Le tensioni arrivano anche dal mercato del lavoro
Più a livello strutturale, preoccupano per quanto riguarda l’inflazione prospettiva le informazioni che arrivano dal mercato del lavoro. La sua dinamica robusta dovrebbe infatti sostenere l’incremento delle retribuzioni, al pari di un certo adeguamento dei salari volto a compensare l’aumento dell’inflazione. I nuovi dati e i recenti accordi salariali indicano – secondo le rilevazioni della Bce - una possibile ripresa della dinamica retributiva. La maggior parte delle misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine si colloca attualmente intorno al 2 per cento, anche se ulteriori revisioni al di sopra dell’obiettivo di alcuni indicatori richiedono un costante monitoraggio.
Il duplice scopo di una politica monetaria da falco
L’azione restrittiva dell’Eurotower ha quindi un duplice scopo: punta da un lato a ridurre il sostegno alla domanda e, dall’altro, a mettere al riparo dal rischio di un persistente aumento dell’inflazione attesa. Per questo il Consiglio direttivo ha ricalibrato anche i termini e le condizioni applicate alla terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III) che, durante la fase acuta della pandemia, è stata fondamentale per contrastare i rischi al ribasso per la stabilità dei prezzi. Tale modifica contribuirà, secondo la Bce, alla normalizzazione dei costi della provvista bancaria.
Pil in frenata nell’ultima parte del 2022 e a inizio del 2023
Per quanto riguarda l’attività economica dell’Eurozona, nel terzo trimestre è probabilmente rallentata in misura significativa e il Consiglio direttivo si attende un ulteriore indebolimento per la parte restante dell’anno e l’inizio del 2023. Anche perché, secondo il report, riducendo i redditi reali delle famiglie e spingendo al rialzo i costi delle imprese, l’inflazione elevata continua a frenare la spesa e la produzione. Le gravi interruzioni delle forniture di gas (conseguenti alla guerra in Ucraina) hanno peggiorato ulteriormente la situazione, e sia la fiducia dei consumatori sia quella delle imprese hanno subito un rapido calo, pesando anche sull’andamento della congiuntura.