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Economia: l’inflazione alimenta il disagio sociale

L’indice MIC di Confcommercio, che misura il disagio sociale, in settembre è peggiorato di cinque centesimi di punto a 17,3 punti. Ad influenzare il dato è stata l’inflazione, salita all’8,4 per cento. Il mercato del lavoro, per contro, ha continuato a sfornare dati positivi. Calano gli inattivi.

18/11/2022
sacchetto con scritta inflazione e freccia in su
Indice MIC di Confcommercio

L’economia italiana tiene meglio delle previsioni, il mercato del lavoro si conferma stabile, eppure nel Paese peggiora la percezione da parte dei cittadini del disagio sociale. La principale causa è l’inflazione, che nel frattempo ha raggiunto nuovi picchi ponendo in ulteriore difficoltà le famiglie, in quanto limita il loro potere di acquisto e allunga ancora di più le ombre sulle loro capacità di reddito prospettiche. Infatti, anche se per ora l’Italia ha evitato la recessione, il suo orizzonte resta comunque sempre sotto la minaccia della corsa dei prezzi (soprattutto del comparto energetico), i cui effetti potrebbero farsi sentire maggiormente nell’ultimo scorcio del 2022.

L’indicatore peggiora a 17,3 punti

Il quadro che emerge dal più recente Misery Index calcolato da Confcommercio (MIC) d’altronde lascia pochi dubbi: l’indicatore nella formulazione attuale (che sottostima la disoccupazione estesa in considerazione dell’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati) in settembre si è infatti attestato su un valore stimato di 17,3, in aumento di cinque decimi di punto rispetto al mese precedente. Così, dopo l’estemporaneo miglioramento registrato in agosto - dettato prevalentemente dal clima vacanziero e dallo sprint del mercato del lavoro (soprattutto nel settore del turismo) -, l’indicatore è tornato a peggiorare e il trend dovrebbe confermarsi nei prossimi mesi.

I prezzi accelerano, mentre tiene il mercato del lavoro

L’incremento del MIC, recita la nota, è attribuibile a una ripresa dell’inflazione per i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, che nel mese preso in considerazione hanno registrato una variazione, su base tendenziale, dell’8,4% a fronte del 7,7% di agosto. Contestualmente, a settembre il mercato del lavoro ha mostrato contenuti segnali di miglioramento. Il numero di occupati è infatti tornato a crescere (+46mila unità su agosto) dopo le riduzioni del bimestre precedente. Il numero di persone in cerca di lavoro ha registrato una variazione minima (+8mila unità in termini congiunturali). Queste dinamiche hanno comportato una stabilità del tasso di disoccupazione ufficiale (7,9%).

Calano gli inattivi

Sempre in settembre c’è stata anche una riduzione degli inattivi (-86mila unità su base congiunturale), mentre le ore autorizzate di CIG sono state oltre 31,1 milioni, a cui si sommano circa 4,5 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula (Unità-lavorative-anno), si stima che questo corrisponda a poco più di 50mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un tasso di disoccupazione esteso pari all’8,8%, confermando anche in questo caso una tendenza alla stabilizzazione (invariato su agosto e dopo l’8,9% di luglio e contro il 10,1% registrato lo scorso gennaio).

La minaccia di ulteriori incrementi dell’inflazione

Sul balzo registrato dai prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto ha pesato soprattutto il rincaro degli alimentari, mentre le prime stime relative a ottobre anticipano un ulteriore incremento. Da segnalare che nel calcolo dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza non rientrano l’energia e il gas. Il permanere di un’inflazione elevata, soprattutto per quei beni e servizi acquistati con maggior frequenza dalle famiglie il cui consumo è in molti casi scarsamente comprimibile, e i timori di un peggioramento del quadro economico nei prossimi mesi, consolidano le attese di un ampliamento dell’area del disagio sociale tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

mic confcommercio disagio sociale
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