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Usa: la Fed taglia i tassi di 25 punti base ma resta prudente per dicembre
Incertezze legate allo shutdown e ai dati. La chiusura del Governo federale limita la disponibilità di statistiche e ha già causato una perdita stimata in 7 miliardi di dollari di PIL, complicando le valutazioni della Fed in un contesto di inflazione non uniforme e mercato del lavoro in frenata.
Il tanto auspicato, in primo luogo dalla Casa Bianca, taglio dei tassi statunitensi è arrivato. Ma chi aveva iniziato a scommettere su ulteriori sforbiciate al costo del denaro da parte della Fed entro la fine dell’anno deve rivedere le proprie strategie. Partiamo dai fatti concreti: lo scorso 29 ottobre la Fed ha deciso di ridurre i tassi d’interesse di 25 punti base, portandoli nel range 3,75%-4%. Si tratta del secondo taglio consecutivo del 2025, deciso con 10 voti a favore.
Tagli Fed: misure a sostegno del mercato del lavoro
Il Presidente della Fed, Jerome Powell, durante la conferenza che è seguita ha voluto raffreddare il fronte speculativo. Se da una parte ha sottolineato come l’economia statunitense stia crescendo a ritmo moderato, con un’occupazione che mostra segnali di raffreddamento, l’inflazione resta elevata. Il banchiere ha quindi evidenziato come la recente riduzione dei tassi miri a prevenire un ulteriore deterioramento del mercato del lavoro, pur mantenendo un approccio bilanciato verso i rischi. La Fed ha inoltre deciso di porre fine, da dicembre, al programma di Quantitative Tightening, che consiste nella riduzione del proprio portafoglio titoli tramite il mancato reinvestimento delle scadenze.
Dal 2022, il bilancio della Fed si è ridotto di circa 2.200 miliardi di dollari, ma il piano ora prevede reinvestimenti in T-Bills e la riduzione della duration media del portafoglio, allineandolo maggiormente alle scadenze di mercato.
Lo shutdown impedisce maggiore visibilità
Powell ha anche ricordato come lo shutdown del Governo federale, in corso da un mese, stia influenzando la disponibilità dei dati ufficiali e avrà effetti negativi sull’attività economica finché persisterà. Anche se, come sottolinea Martina Daga, macro economist di AcomeA SGR, i dati provenienti da fonti private e la pubblicazione del CPI di settembre indicano che lo scenario macroeconomico non si discosta molto rispetto all’outlook di fine estate. Secondo il Congressional Budget Office, la chiusura ha già comportato una perdita di almeno 7 miliardi di dollari di PIL.
Sulle prospettive di politica monetaria, Powell ha chiarito che un ulteriore taglio dei tassi a dicembre ‘non è affatto scontato’. Anche perché, ha ricordato, nel FOMC esistono opinioni divergenti: alcuni membri vedono la necessità di ulteriori riduzioni, mentre altri preferirebbero mantenere i tassi invariati. In particolare, l’ultima decisione sui tassi è stata presa con due dissensi, giustificati da opposte considerazioni: Stephen Miran (economista e consigliere di Trump) avrebbe optato per un taglio più aggressivo, da 50 punti base, come già aveva fatto a settembre, mentre Jeff Schmid ha votato per tenere i tassi fermi perché, ha spiegato, un costo del denaro più basso non può fare molto per migliorare cambiamenti strutturali nel mercato del lavoro.
Inflazione Usa: dinamiche contrastanti sul fronte prezzi
Powell ha quindi definito la ‘strada’ con rischi al rialzo per l’inflazione e al ribasso per l’occupazione. In particolare, sul fronte del mercato del lavoro, la Fed osserva un calo della domanda di lavoro e una riduzione della partecipazione alla forza lavoro, legata anche a un minor afflusso di immigrati. Nonostante ciò, i licenziamenti restano contenuti e la disoccupazione rimane bassa. Quanto all’inflazione, Powell ha segnalato dinamiche contrastanti: i prezzi dei beni stanno risalendo a causa dei nuovi dazi, mentre i servizi, soprattutto abitativi, sono in frenata. Il quadro complessivo, secondo la Fed, suggerisce – in sintesi - che la politica monetaria continuerà a bilanciare i rischi tra crescita, inflazione e mercato del lavoro, in un contesto caratterizzato da dati incompleti e incertezze legate anche a eventi straordinari come lo shutdown governativo.