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Guadagnare con la stagnazione
Come avevamo visto, essenzialmente oggi ci troviamo di fronte a tre scelte fondamentali, se vogliamo aggiungere uno strato di tipo top down alle nostre scelte di portafoglio: un investitore deve decidere se ritiene più probabile un'accelerazione economica e inflativa, per quanto modesta, la prosecuzione dell'attuale stagnazione e la possibilità, remota ma non troppo, di un nuovo round di panico e di paure recessive.
Cominciamo con quello che viene ritenuto lo scenario centrale, da parte di molti money manager e di diversi istituzionali: la prosecuzione dell'attuale fase di calma economica con qualche punto di forza e debolezza. In un ambiente del genere difficilmente si possono ottenere grandissimi rendimenti da posizioni plain vanilla sui mercati, a meno di non essere veri geni dello stock picking. E, visto il declino negli ultimi 30 anni dell'alfa offerto dalla media dei gestori, sembra che la genialità nell'asset management sia piuttosto scarsa.
In un quadro del genere è consigliabile ricorrere a diverse strategie, possibilmente ragionevolmente decorrelate, per ottenere extra rendimenti. Innanzitutto nella selezione di un portafoglio azionario generale, non importa se localizzato geograficamente o per tema di investimento o globale, vale la pena, piuttosto che concentrarsi su improbabili fonti di alfa, adottare varie tecniche di tipo smart beta. Ad esempio un ruolo sempre più importante lo avranno in futuro i dividendi: se si punta su un portafoglio di aziende con potenzialità di accrescere o di mantenere stabili buoni dividendi, ragionevolmente si andrà a individuare gruppi dall'elevato fatturato che spesso hanno valutazioni più accettabili rispetto alla media di mercato (non sempre va detto: a volte è proprio l'elevato cash flow distribuito a innalzare i valori del P/B e del P/E), limitando così la volatilità.
Inoltre è possibile, con determinati accorgimenti, ottenere fonti extra di rendimento coprendo in parte il portafoglio con posizioni corte su opzioni call sul proprio indice di riferimento. In questa maniera si può incassare il premio pagato da questi strumenti quando vengono venduti mantenendo una posizione attiva sull'equity. Ovviamente le tecniche sono tante, ma è bene osservare alcune regole: innanzitutto conviene detenere posizioni su call con una scadenza ragionevolmente vicina, in modo da potere ribilanciare spesso il proprio portafoglio. Lo svantaggio di questo approccio è che il premio incassato è piuttosto ridotto, a favore di una maggiore prevedibilità degli esiti, in quanto man mano che le opzioni si avvicinano alla scadenza il loro time value, il valore associato al tempo di vita, tende a ridursi sempre più velocemente.
Inoltre vale la pena andare corti di call su strike price ragionevolmente distanti (diciamo dal 4% all'8%) dal livello del mercato azionario al momento dell'entrata in tale posizione. Ovviamente si possono poi applicare tecniche di ottimizzazione del timing dell'incasso del premio, che si riducono essenzialmente al vendere le call quando il mercato è particolarmente forte.
Che cosa può andare storto in questo approccio? Essenzialmente due cose: che il mercato salga troppo o che invece crolli. Ricordiamo infatti che questa è una strategia essenzialmente income, basata sull'idea di mercati relativamente stagnanti. Ma non mancano le tecniche per affrontare i due casi estremi.