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Asia, outlook stabile
Secondo le stime preliminari degli analisti contenute nel report "FocusEconomics Consensus Forecast East & South Asia" la crescita economica nella regione del Sud-Est asiatico si è attestata al 6,1% nell'ultimo trimestre del 2016, in linea con i quattro trimestri precedenti, sulla scorta di una crescita cinese più robusta del previsto.
Il rilancio dei consumi privati, insieme a una produzione industriale che ha dimostrato una certa resilienza, hanno consentito all'economia della Cina di riprendere slancio nell'ultima parte dell'anno per la prima volta nel 2016. La crescita debole degli investimenti da una parte e la tenuta delle vendite al consumo dall'altra suggeriscono che il paese si stia ormai muovendo su un percorso di crescita più sostenibile e di elevata qualità.
Tra i paesi che invece hanno frenato la regione va menzionata la Corea, la cui economia è stata duramente penalizzata da tensioni e disordini politici. Gli scandali legati alla corruzione che hanno condotto all'impeachment del presidente Park Geun-hye stanno pesando sulla fiducia dei consumatori e questa vicenda continuerà ad avere ripercussioni sull'economia del paese.
In India invece, gli importantissimi settori dei servizi e dei consumi soffriranno le conseguenze del processo di demonetizzazione delle banconote, avviato dal governo Modi lo scorso novembre, nel tentativo di combattere l'economia sommersa. Gli analisti interpellati da FocusEconomics ritengono comunque che l'impatto di questo provvedimento sarà limitato e l'economia indiana si riprenderà nei prossimi trimestri.
La decisione di ritirare gli Stati Uniti dall'accordo commerciale Trans-Pacifico (il TPP), annunciata il 23 gennaio scorso dal neo-presidente Trump, getta nuove ombre sulle prospettive, di per sè già cupe, degli scambi commerciali per la regione asiatica.
Questo provvedimento potrebbe incoraggiare altri paesi, come ad esempio il Giappone, a intraprendere iniziative analoghe. Il TPP era stato concepito da Barack Obama come un modo per rafforzare i legami tra Stati Uniti e paesi asiatici creando una sorta di barriera economica contro la Cina.
In questo nuovo scenario, alcuni paesi hanno iniziato a guardare proprio alla Cina come possibile partner del TPP in sostituzione degli Usa, e il gigante asiatico potrebbe beneficiare del provvedimento di Trump, anche se per ora non è chiaro nè se l'accordo verrà comunque perfezionato senza gli Stati Uniti nè quale potrà essere il suo impatto economico.
Per il 2017 gli analisti si aspettano che l'economia della regione del Sud-Est asiatico crescerà a un ritmo analogo a quello dell'anno appena passato, con un +6,1% nel primo trimestre, prima di entrare in una fase di leggero rallentamento.
Il processo di transizione intrapreso dalla Cina verso una crescita più lenta ma più sostenibile verrà compensata da dinamiche economiche più robuste nella maggior parte dei paesi dell'area ad eccezione della Corea, la cui profonda crisi politica sta contagiando l'economia reale.
Secondo gli analisti, a dare il maggiore contributo all'accelerazione economica della regione saranno India e Bangladesh, con una crescita attesa rispettivamente del 7,4% e del 6,8%, seguiti dalla Cina con un'espansione del 6,4%. Hong Kong, Mongolia e Taiwan saranno invece i paesi con il tasso di crescita più lento, sotto il 2%.
Tuttavia numerose incognite si profilano all'orizzonte. Il principale rischio per la crescita è rappresentato dalle future politiche economiche e commerciali del presidente Trump, in particolare la minaccia di imporre dazi doganali all'importazione di beni dalla Cina, che potrebbe causare una vera e propria guerra commerciale tra le due maggiori economie del mondo.
Inoltre, un'accelerazione del processo di normalizzazione della politica monetaria negli Usa potrebbe portare un aumento della volatilità sui mercati della regione.
Non mancano però alcune luci in questo quadro caratterizzato da molte ombre: innanzitutto, il piano di stimoli fiscali che con molte probabilità verrà avviato negli Usa, accompagnato dal forte supporto che il governo cinese fornirà alla sua economia, sono di buon auspicio per la crescita della regione. Inoltre, il rialzo dell'inflazione dovrebbe mantenersi contenuto, lasciando alle banche centrali asiatiche il margine per mantenere politiche monetarie ancora accomodanti.