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Le minacce per la crescita
L'economia globale ha acquistato slancio nell'ultimo trimestre del 2016, sia nel mondo sviluppato che nei mercati emergenti. Il Pil nell'ultimo trimestre del 2016 è cresciuto del 2,7% anno su anno, rispetto al 2,5 del quarto precedente, segnando la maggiore accelerazione degli ultimi 12 mesi.
Complessivamente, l'economia globale è cresciuta nel 2016 del 2,6%, in calo rispetto al 3% del 2015.
Le indicazioni disponibili per il primo trimestre suggeriscono che la crescita dovrebbe proseguire: nonostante uno scenario geopolitico incerto, per Usa ed Eurozona in particolare i dati economici usciti finora sono robusti.
Secondo le stime degli analisti contenute nel report "FocusEconomics Consensus Forecast Major Economies", redatto da FocusEconomics, l'economia mondiale crescerà del 2,8% nel primo trimestre del 2017, con un'ulteriore accelerazione nel prosieguo dell'anno.
Dopo un difficile 2016 per diverse economie dei mercati emergenti, il Brasile dovrebbe tornare a crescere nel secondo trimestre dell'anno, supportato da una politica monetaria meno restrittiva e da un clima più favorevole per gli investimenti, e anche in Russia quest'anno la ripresa dovrebbe riprendere vigore.
Inoltre, le buone performance delle maggiori economie fanno ben sperare per l'andamento dei flussi commerciali a livello globale, che sono visti in recupero dopo un 2016 disastroso.
La ripresa dei commerci internazionali è tuttavia assoggettata a uno dei maggiori rischi per la crescita globale: l'avanzata del protezionismo. Un ritorno a politiche protezionistiche da parte di alcuni paesi potrebbe infatti impattare sull'economia mondiale e farla deragliare dal suo sentiero di crescita.
In primis negli Stati Uniti è in corso un acceso dibattito, all'interno del Partito Repubblicano riguardo a un eventuale adeguamento fiscale alle frontiere, il Border Adjustment Act (BAT). Il provvedimento implicherebbe una tassazione su tutte le importazioni verso gli Stati Uniti ma escluderebbe le esportazioni, con l'obiettivo di generare un gettito sufficiente che dia spazio a un ampio programma di tagli fiscali per le imprese statunitensi.
Il programma è stato molto criticato dagli analisti, e avrebbe un forte impatto negativo su importanti partner commerciali quali la Cina e la Germania, che a loro volta potrebbero adottare misure di ritorsione commerciale nei confronti degli Usa.
Mentre non è ancora chiaro se queste misure verranno effettivamente attuate, l'orientamento protezionista del Presidente Donald Trump, così come il suo disprezzo nei confronti delle organizzazioni internazionali quali il WTO rischiano di pregiudicare la ripresa dei flussi commerciali internazionali in atto, e in uno scenario estremo di scatenare una vera e propria guerra commerciale.
Oltre al protezionismo, altri rischi permangono a minacciare la crescita globale, a partire dagli squilibri economici - in particolare nei paesi emergenti - per arrivare ad un aumento dell'inflazione.
L'era delle politiche monetarie accomodanti nelle economie sviluppate sta giungendo al termine, mentre l'inflazione accelera sulla scorta di prezzi più elevati delle commodity. Il denaro a buon mercato ha sostenuto negli ultimi anni la fiducia delle imprese e dei consumatori, e rimane da vedere se lo slancio economico sarà forte abbastanza da sopportare nel prossimo futuro un contesto di tassi d'interesse più elevati e condizioni meno favorevoli per i consumi privati.
Inoltre, a questo contesto globale incerto si aggiunge una fitta agenda politica nell'Eurozona, dove importanti paesi che pesano complessivamente oltre la metà del Pil della regione si avviano alle elezioni in un contesto di populismo dilagante. Il sentiero della ripresa economica nel 2017 si prospetta quindi ricco di incognite.