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Giappone, la correlazione resta inversa tra valuta e Borsa
Quali settori del listino giapponese offrono le migliori opportunità e quanto potrebbe pesare il rischio valuta sulle chance di successo di un investimento in azioni giapponesi effettuato da un investitore europeo?
Storicamente, la performance del mercato azionario è inversamente correlata all’evoluzione dello yen. Quando lo yen cresce, il mercato azionario tende a perdere terreno e viceversa. Per un investitore europeo orientato alla prudenza, un investimento nell’azionario giapponese dovrebbe essere condotto con strumenti coperti dal rischio di cambio, per garantire performance positive.
Se osserviamo i fattori che hanno caratterizzato il trend della Borsa di Tokyo negli ultimi mesi, dovremmo trarne l’indicazione che i i settori connessi alla reflazione dovrebbero rimanere maggiormente sotto pressione per il momento (banche, immobiliare e settori connessi alle commodity). La competizione nei prestiti alle aziende e ai depositanti è spietata. Le società non hanno bisogno di chiedere prestiti e i consumatori non hanno la fiducia per farlo.
Le banche restano legate a normative imprevedibili e a un’economia fragile, fattori esterni al loro controllo. Al contrario. i settori connessi con la domanda interna (Food&Beverage e servizi di It) hanno buone probabilità di continuare a trarre beneficio da fondamentali sani. La debolezza dello yen è un fattore positivo per gli esportatori ma l’aumento del protezionismo su scala globale potrebbe gravare sulla domanda di merci. Al contempo, uno yen più debole potrebbe consentire all’inflazione importata di erodere la redditività delle società locali, soprattutto quelle che non hanno potere di determinare i prezzi.
Secondo Andreas Nigg, head of Equity & Commodity Strategy di Vontobel AM, piuttosto che focalizzare l’attenzione su una tradizionale allocazione settoriale, è opportuno adottare una strategia che privilegia le aziende che in Giappone hanno un potenziale superiore di miglioramento dei margini. In linea con questa visione, il gestore preferisce inoltre le aziende con bilanci solidi, con la prospettiva di aumentare o introdurre un programma di riacquisto delle proprie azioni. Benché il team si aspetti un ulteriore deprezzamento dello yen, come descritto sopra, non sottovaluta il fatto che lo yen si è già indebolito in modo sostenuto dal 2012 e, sulla base della parità del potere di acquisto (Ppp), non è più caro.
‘Prediligiamo i settori più tipicamente orientati all’export che dipendono fortemente dal forex come auto e macchinari. Riponiamo particolare attenzione sulle azioni dell’automotive anche per motivi strutturali, ma continuiamo a preferire anche i titoli delle aziende del settore machinery. Con riferimento alle industry non orientate alle esportazioni, preferiamo il settore costruzioni e servizi, grazie al miglioramento dell’economia domestica, alla maggiore fiducia dei consumatori e a un mercato del lavoro più attivo. Lo yen non è sopravvalutato e non ci aspettiamo un ulteriore forte deprezzamento.’. è invece la view formulata da Lilian Haag, portfolio manager di Deutsche AM
Secondo Atsushi Horikawa, gestore del Japan Strategic Value portfolio di AB, le società cicliche sono le più interessanti. Fino alla metà del 2016 il mercato è stato avverso al rischio, favorendo i titoli più difensivi e comprimendo le valutazioni delle aziende cicliche. Questo trend è stato sovvertito, ma i prezzi di questi titoli sono ancora in forte sconto. Guardando ai tassi di cambio, investire nell’equity giapponese è sempre un rischio, ma il gestore crede che il potenziale downside sia limitato.