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In Europa i dividendi più ricchi arrivano dalle Telecom
Le prime otto telecom companies europee per livello di capitalizzazione offrono un rendimento da dividendo medio del 5,4%, un valore superiore a quello offerto dalle società petrolifere, elettriche e finanziarie, che erogano ai rispettivi azionisti cedole comprese tra il 4,6% e il 4,9%.
Con il settore delle telecom europee ancorato ai minimi dal 2013 in seguito a una caduta delle quotazioni del 6,7% accumulata nei primi due mesi dell’anno –la peggiore perfomance settoriale Ytd dopo quella del comparto beni di consumo per la cura della persona- e la conferma dei livelli di utili distribuiti agli azionisti negli ultimi anni, il dividend yield di queste società – in particolare di quelle a capitalizzazione più elevata- si presenta molto allettante.
L’attuale politica dei dividendi delle telecom trova supporto nella generazione di flussi di cassa che consente di ipotizzare, senza troppi timori di essere smentiti, che gli attuali livelli di remunerazione degli azionisti siano sostenibili.
L’ammontare complessivo dei dividendi si posiziona al 60% dei flussi di cassa. Nel 2018 le otto grandi telecom europee distribuiranno 16.390 mln di euro sui 26.000 mln di flussi di cassa previsti. Con le dovute differenze in termini di ratio dividendi/cash flow, tutte e otto le società saranno in grado di far fronte al pagamento dei dividendi con l’utilizzo dei flussi di cassa. L’unica società che ha comunicato di dover far ricorso al 100% del cash flow (percentuale che dovrebbe scendere al 90% nel 2019) per onorare gli impegni presi con gli azionisti è la svedese Telia.
Dopo anni di tagli delle stime, le telecom companies hanno beneficiato di una revisione al rialzo dei flussi di cassa. Le attese per l’anno in corso sono state riviste al rialzo del 2% e quelle per il 2019 dell’8%. La penalizzazione sofferta negli ultimi anni è imputabile all’effetto combinato di tre fattori: l’adozione di una regolamentazione più restrittiva, le elevate necessità di investimenti e i ritardi nel processo di consolidamento.
Il cambio di scenario può fare affidamento su previsioni meno restrittive sul fronte della regolamentazione normativa delle attività del settore (ma in ogni caso più astringenti rispetto alla normativa statunitense) e sull’accelerazione del processo di consolidamento in scia alle minori pressioni legislative.
La correzione delle quotazioni delle telecom companies ha sicuramente creato delle buone opportunità d’investimento, tuttavia, gli esperti sottolineano la necessità di essere selettivi. In particolare, il consiglio è quello di puntare sulle società che dispongono di margini di manovra ampi, tali da poter affrontare sia il processo di consolidamento sia le inattese virate normative poco favorevoli al business del settore.
Le società meno favorite dagli analisti sono quelle in cui gli Stati hanno un peso rilevante. E’ questo il caso dell’elvetica Swisscom (di cui lo Stato controlla il 51% delle azioni), la norvegese Telenor (lo Stato detiene il 54% delle azioni) e la svedese Telia ( di cui lo Stato detiene il 37% del capitale). Le telecom favorite nell’attuale scenario sono Orange, Vodafone e Deutsche Telekom. Tra le tre, Vodafone è quella che offre un dividendo più elevato con il 6,6%. La maggior parte degli esperti del settore considera la francese Orange la migliore scelta in virtù di un ebitda in fase crescente fino al 2020.