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Italia, l’incertezza politica resta alta
Qualsiasi episodio di allargamento dei differenziali di rendimento sarebbe presto considerato un'opportunità dal mercato e quindi determinerebbe flussi in entrata nel mercato obbligazionario
Nel corso del 2017, l'economia italiana ha visto tre fattori sostenere una performance economica alquanto sorprendente: un aumento della competitività, che si è tradotta in un miglioramento delle esportazioni e del saldo delle partite correnti; un'espansione degli investimenti in macchinari e attrezzature, supportata da una migliore prospettiva per la domanda interna e internazionale; un migliore accesso al credito per le imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni. All'inizio del primo trimestre del 2018, tuttavia, in linea con gli altri paesi dell'Eurozona, sia gli indicatori di sentiment che i dati reali hanno subito un marcato rallentamento che potrebbe essere dovuto a una serie di fattori, come gli eventi climatici, la forza dell'euro o le preoccupazioni per il commercio mondiale.
Dal 2017, le aziende italiane hanno goduto di una buona crescita degli utili. Se analizziamo il trend in dettaglio, scopriamo che il principale recupero sta venendo dal settore bancario, dopo i dolorosi anni di aggiustamenti dei bilanci, e dal settore energetico, grazie al buon rimbalzo del prezzo del petrolio. In termini di capitalizzazione di mercato, il mercato azionario italiano è fortemente concentrato nei settori finanziario ed energetico, ma in termini di numero di società, il settore industriale è molto ben rappresentato da società di medie dimensioni con una capacità di esportazione molto elevata.
Sul fronte economico, come per l'Eurozona, la crescita italiana abbia raggiunto il picco e prevediamo che la crescita si ridimensioni tra quest’anno e il prossimo, pur rimanendo al di sopra del potenziale. Il deterioramento del sentiment e la moderazione della crescita finora sono ancora in linea con le nostre previsioni e non preoccupanti, ma una protratta incertezza politica potrebbe pesare sulle leve di crescita interna.
Con riferimento al mercato azionario italiano, i principali driver saranno la ripresa del settore finanziario e di quello energetico. Dall'inizio dell'anno, abbiamo assistito a una sottoperformance dei BTP italiani rispetto agli altri paesi periferici, principalmente dovuta a fondamentali più deboli, riforme strutturali più lente e al premio per il rischio politico. È difficile vedere un cambiamento fondamentale nelle prospettive, considerando anche il potenziale peggioramento del deficit di bilancio. Quindi una riduzione del rapporto debito / PIL sotto un governo populista guidato da Lega e M5s è improbabile. Detto questo, la scelta del Primo Ministro da parte del Presidente Mattarella sarà molto importante per valutare se il nuovo governo avrà un atteggiamento più in linea con le attese dei mercati; inoltre, come già detto, il quadro costituzionale complessivo contribuirà a contenere misure populiste.
Al livello attuale degli spread e tenendo conto di una certa volatilità a breve termine, è ipotizzabile che la maggior parte del rischio politico legato a un governo populista sia prezzato. Tuttavia, per questo motivo, probabilmente il premio per il rischio rimarrà sui livelli attuali più elevati. C'è un certo grado di compiacenza rispetto alla situazione attuale, ma le opzioni sono limitate per gli operatori del mercato. Gli analisti continuano a vedere tatticamente i mercati periferici come una preziosa fonte di carry insieme all'esposizione al credito. Tuttavia, sarà necessaria un'elevata flessibilità nella gestione del portafoglio per sfruttare l’attesa volatilità che si presenterà con l'avvicinarsi della fase di riduzione del programma di acquisti della BCE.