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Portafogli anti volatilità

16/10/2018

Gli investitori debbano continuare a focalizzarsi sulla diversificazione dei rischi ma, nel contempo, adottare un approccio attivo e flessibile per trovare opportunità nelle attuali rotazioni del mercato.

Gli indicatori economici sono ancora solidi, con una crescita superiore al potenziale, sebbene in rallentamento anche negli Stati Uniti, mentre sugli indicatori dei mercati finanziari, il quadro è più differenziato ma non preoccupante. La liquidità e l’inasprimento delle condizioni finanziarie si stanno in qualche modo deteriorando (allargamento degli spread, tassi reali più elevati), tuttavia senza manifestazioni di eccesso nel mercato.

L’indebitamento sembra in calo negli Stati Uniti, su livelli non allarmanti in Europa, e da monitorare in alcuni segmenti de mercati emergenti. Non ci sono segnali di eccesso nelle Ipo, ci sono segnali di vivacità nelle operazioni di M&A negli Stati Uniti, meno in Europa. Anche una forte revisione al ribasso degli utili è tra le condizioni alla base di un “bear market” ed è qui che i mercati si concentreranno ora.

Il team di Amundi è entrato in questa fase del mercato con un approccio cauto, consapevole che nella fase finale del ciclo finanziario la volatilità potrebbe toccare i massimi. Nella fase finale di un ciclo finanziario, il team predilige i mercati azionari al credito e resta cauto sui segmenti high yield. In un contesto di volatilità in crescita delle attività rischiose, aumentare la duration dei titoli americani potrebbe essere una strategia difensiva, mentre si trova poco valore nei rendimenti delle obbligazioni core europee.

Negli ultimi tempi Amundi ha optato per un atteggiamento più costruttivo sulla duration dei titoli americani. Dopo il rialzo dei tassi, i titoli governativi Usa a breve e medio termine sono diventati più interessanti. In Europa, il team mantiene un approccio di duration contenuta, considerato il livello ancora basso del rendimento a 10 anni tedesco. È appropriato anche adottare una posizione più neutrale sulle obbligazioni europee periferiche, in particolare sull’Italia in questa fase di incertezza legata alla definizione della legge di bilancio, per limitare il rischio complessivo obbligazionario del portafoglio.

In generale, finché le azioni delle Banche Centrali continueranno a divergere, flessibilità nella duration e nella gestione della curva saranno fondamentali. Sul fronte del credito, quello che conta è la selezione dei titoli, con focus su qualità e liquidità, poiché le valutazioni sono davvero compresse. Amundi crede che gli investitori debbano preferire le scadenze brevi dove c’è ancora valore.

Con un dollaro forte e tassi americani più alti, i mercati emergenti restano sotto pressione e si individua poco spazio per una compressione concreta dello spread nel breve termine, dopo il rimbalzo di settembre. Con l’attenuazione di storie legate a uno specifico paese, tra aggiustamenti economici e politici, questa classe di attività può offrire opportunità interessanti per ottenere reddito e carry in un orizzonte temporale di lungo periodo, ma la volatilità resterà elevata.

Sul fronte azionario, le sfide di breve termine richiedono cautela in particolare nel segmento growth del mercato. I gestori di Amundi ritengono che una combinazione di investimenti di qualità a un prezzo ragionevole e titoli value interessanti sia la formula migliore per trovare opportunità in questo scenario volatile da associare ad una possibile rotazione verso settori più difensivi. Su base geografica, si opta per una diversificazione complessiva a livello globale.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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