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Il greggio spinge le oil companies
Le grandi società petrolifere quotate sui listini dei paesi industrializzati - BP, Royal Dutch Shell, Total, Exxon Mobil, Equinor (ex Statoil), Repsol e Chevron- continuano a beneficiare del rialzo delle quotazioni del greggio e nel 2018 hanno guadagnato 90.046 mln di usd (circa 80 mln di euro, registrando un incremento del 46,6% rispetto al 2017.
Nel corso del 2018, il petrolio di tipo Brent -quello di riferimento per il mercato europeo- ha registrato un prezzo medio di 71,3 usd al barile. Nel 2017 la quotazione media si era attestata a 54,2 usd al barile. L’incremento medio è stato pertanto del 31,5%. Il barile di Brent ha chiuso le negoziazioni della settimana scorsa intorno ai 66 dollari e un recupero parziale seguito a un tonfo del 3,42% (calo imputato dagli esperti alla richiesta di frenare il ritmo dei tagli alla produzione, formulata dal presidente Usa Donald Trump ai paesi del cartello petrolifero Opec).
In questo contesto di riferimento, la britannica British Petroleum ha archiviato il 2018 con utili triplicati rispetto al 2017. Il trend rialzista delle quotazioni del greggio, ha avuto un impatto di notevoli proporzioni sui conti del colosso petrolifero britannico: il risultato netto è passato dai 172 mln del 2016 ai 3.468 mln del 2018 e ai 9.383 mln del 2018.
L’anglo-olandese Royal Dutch ha incrementato i suoi utili dell’80% fino a quota 23.352 mld di usd (dai 12.977 mln del 2017), dopo aver portato a termine un programma di disinvestimenti di asset considerati non strategici e poco profittevoli. Anche in questo caso, il balzo più consistente del risultato netto si è verificato tra il 2016 e il 2017.
La norvegese Equinor -ex Statoil- ha incrementato l’utile netto del 64% nel 2018 grazie all’incremento dei volumi prodotti e al supporto delle quotazioni del barile. Equinor, controllata dallo stato norvegese, ha registrato nel 2017 un risultato netto di 4.598 mln di usd dopo due anni consecutivi caratterizzati da risultati negativi.
La francese Total ha realizzato un risultato netto di 11.446 mln di usd nel 2018, in aumento del 33% rispetto al dato del 2017. La compagnia transalpina aveva già archiviato il 2017 con utili in progresso del 39%. L’incremento della produzione, ai massimi storici, è stata la variabile chiave che ha determinato il conseguimento di tali risultati.
Compagnie petrolifere statunitensi
Anche i colossi petroliferi statunitensi hanno incrementato i rispettivi risultati netti nel corso del 2018, nonostante non abbiano potuto contare sugli effetti straordinari ricevuti nel 2017 grazie all’adozione della riforma fiscale approvata negli Stati Uniti dal presidente Donald Trump.
Exxon Mobil, la più grande compagnia petrolifera statunitense, ha chiuso il 2018 con un risultato netto di 20.848 mln di usd, in crescita del 5,7% rispetto al risultato archiviato nel 2017 (esercizio in cui ha sperimentato un balzo del 151% del risultato netto in seguito alla menzionata riforma fiscale).
Dal canto suo, Chevron, la seconda compagnia petrolifera Usa, ha realizzato un risultato netto do 14.824 mln di usd, in crescita del 61%, alimentata da un piano di aumento della produzione che è stato premiato dal trend crescente dei prezzi. Con l’adozione del piano, Chevron è riuscita a mantenere un elevato tasso di crescita del risultato anche nell’anno successivo a quello della riforma fiscale di Trump. Nel 2017, la compagnia aveva approfittato dei vantaggi offerti dal provvedimento governativo per uscire dalle secche delle perdite che aveva accumulato nel 2016.