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Draghi rinvia i dettagli sulla prossima iniezione di liquidità
La Bce ha mantenuto invariata la propria politica, in linea con le aspettative. Dopo l’annuncio del Tltro, accompagnato da un chiaro messaggio accomodante nell’ultima riunione, la Bce è ancora una volta in modalità wait and see. Analizziamo i possibili scenari.
La Bce ha mantenuto invariata la propria politica, in linea con le aspettative. Dopo l’annuncio del Tltro, accompagnato da un chiaro messaggio accomodante nell’ultima riunione, la Bce è ancora una volta in modalità wait and see.
Mario Draghi ha ben riassunto il contenuto dell’incontro di ieri durante la sessione di domande e risposte: non un incontro operativo ma la dimostrazione di una presa di posizione. I dettagli su Tltro III verranno definiti in seguito. L'informazione principale è la conferma che la Bce potrebbe considerare un modo per mitigare l'impatto dei tassi di interesse negativi sull'intermediazione bancaria. Tuttavia, Draghi ha mostrato fermezza verso le banche, ricordando che esiste un eccesso di capacità nel settore e che l’alta incidenza dei costi sui ricavi è probabilmente una causa maggiore di bassa redditività rispetto ai tassi negativi. Per quanto riguarda l'economia, la Bce riconosce che vi sono alcuni segnali di indebolimento ma che esiste anche una certa forza di base nell'economia dell'area dell'euro e che i fattori che frenano la crescita stanno svanendo.
Nell’ultimo mese, i dati sono stati alquanto eterogenei, con una debolezza ancora concentrata nelle parti del settore manifatturiero esposte esternamente, mentre l’attività legata ai servizi e i settori più esposti a livello domestico hanno continuato a mostrare resistenza. In caso di un ulteriore significativo deterioramento dei dati, la Bce dovrà prendere importanti decisioni, con il controllo della curva dei rendimenti e il Qe sul menu – ma per ora questo rimane improbabile.
Lo scenario di base condiviso da molti analisti è che il ritmo di crescita si stabilizzerà e riprenderà modestamente nel corso dell’anno, anche se è probabilmente troppo presto per dichiarare che è tutto chiaro sull’attuale rallentamento. Con il miglioramento delle prospettive di crescita e di inflazione nei prossimi mesi, la Banca centrale comincerà probabilmente a considerare l’ipotesi di un ritorno a zero dei tassi di crescita.
In Europa, la spinta all’attività economica continua a provenire da settori diversi dal manifatturiero. La revisione al rialzo dell’indice Pmi sui servizi di marzo indica una solida domanda interna nell'Eurozona, ma anche un forte miglioramento nei Paesi periferici. Inoltre, si amplia il divario tra la solidità dei sondaggi relativi ai servizi da un lato e la debolezza del settore manifatturiero dall'altro. Ad esempio, la sottocomponente "output" nei servizi è ora di sei punti più alta rispetto al suo equivalente manifatturiero.
La Bce si è servita degli ultimi comunicati per dimostrare di avere ancora margini di manovra – al di là del quantitative easing che fa già parte degli strumenti a disposizione – e che la politica monetaria non ha raggiunto i suoi limiti. Nello stesso tempo, la Bce opera in un contesto condizionato da una Federal Reserve “dietro la curva”, un nuovo posizionamento che gli investitori interpretano come una pausa duratura nel rialzo dei tassi.
Nel recente passato i tassi a breve dell’Eurozona non erano mai stati così ben ancorati; ciò prepara la via a tassi più bassi lungo tutta la curva – e più a lungo di quanto prevedessero gli investitori.
È probabile che la curva tedesca si assesti in territorio negativo per un periodo prolungato. In caso di recessione nell’Eurozona – un’eventualità che non rientra nello scenario di base più diffuso – la prospettiva di un tasso di deposito ancor più negativo potrebbe portare i tassi a lungo termine in territori inesplorati.