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Bce: la pandemia resta un’incognita
L'incremento dei casi di Covid-19 degli ultimi mesi e il conseguente inasprimento delle misure di contenimento pesano sul ciclo, provocando un evidente deterioramento delle prospettive a breve termine. È quanto stima la Bce, preoccupata per le ripercussioni sul mondo del lavoro.
La pandemia da coronavirus continua a gettare ombre sempre più lunghe sulle capacità di risalita della congiuntura europea e mondiale. I dati più recenti indicano infatti che la ripresa economica dell'Eurozona perde slancio più rapidamente delle attese, dopo il forte benché parziale e disomogeneo recupero dell’attività registrato nei mesi estivi. La situazione attuale è stata ‘fotografata’ dalla Presidente della Bce, Christine Lagarde, la quale ha detto che la pandemia da coronavirus ha prodotto una recessione altamente inusuale e, con ogni probabilità, darà luogo a una ripresa ugualmente instabile.
Forte rallentamento della crescita nell’ultimo trimestre
La nuova incognita è rappresentata dalla seconda ondata di contagi. L'incremento dei casi di Covid-19 e il connesso inasprimento delle misure di contenimento pesano infatti sul ciclo, provocando un evidente deterioramento delle prospettive a breve termine. Così riporta il tradizionale Bollettino periodico della Bce, dove si sottolinea come la nuova impennata dei contagi sia un fattore avverso per le prospettive a breve termine e condurrà, con ogni probabilità, a un significativo ridimensionamento della crescita del Pil nell'ultimo trimestre dell'anno, come anticipato da indagini recenti.
Ripresa disomogenea, i servizi sono i più penalizzati
La ripresa resta disomogenea, con i servizi che si confermano i più duramente colpiti dal Covid-19. La pandemia, ha detto Lagarde, ha infiltrato e messo in ginocchio settori che normalmente sono meno sensibili: in una recessione normale manifatturiero e costruzioni accusano i rallentamenti più forti, mentre i servizi sono più resilienti. Sottolineando che durante il lockdown di primavera abbiamo visto l'opposto, ha fatto un esempio: dopo la crisi Lehman, il manifatturiero ha contributo per il 2,8% alla recessione e i servizi per l'1,7%. Quest'anno invece la perdita è stata del 9,8% per i servizi e del 3,2% per il manifatturiero.
Preoccupazioni per le ricadute sul mondo del lavoro
In una prospettiva di più lungo periodo, tornando al Bollettino della Bce, la possibilità di una ripresa sostenuta continua dunque a dipendere in larga misura dall'evoluzione della pandemia e dal buon esito delle politiche di contenimento. Anche perché è molto probabile che l'incertezza riguardo all'evoluzione del virus attenuerà il vigore della ripresa del mercato del lavoro, nonché dei consumi e degli investimenti. Tuttavia, viene precisato, l'economia dell'Eurozona dovrebbe continuare ad essere sorretta dalle condizioni di finanziamento favorevoli, dall'orientamento espansivo delle politiche di bilancio e dal graduale rafforzamento dell’attività e della domanda mondiale.
Atteso irrigidimento criteri per concessione credito
Nel Bollettino di novembre la Bce ha dedicato un capitolo al mercato del credito. Una relativa indagine, condotta in ottobre, mostra un significativo irrigidimento dei criteri di concessione del credito alle imprese e alle famiglie nel corso del terzo trimestre, principalmente a causa di una più elevata percezione del rischio. Inoltre, viene sottolineato come in Europa, per il quarto trimestre le banche si attendono un ulteriore irrigidimento netto dei criteri per la concessione del credito alle famiglie e un calo della domanda di prestiti per l'acquisto di abitazioni. Gli intermediari hanno tuttavia segnalato che, unitamente al valore negativo del tasso di interesse sui depositi presso la Banca centrale, le misure adottate (Qe, Pepp e Ltro-III) hanno contribuito ad allentare i criteri di concessione del credito bancario con conseguenti effetti positivi sui volumi dei prestiti.