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Bce: tassi al top, la prossima mossa sarà un taglio
La BCE, pur riconoscendo che i tassi sono già al top, rimane cauta a causa della rigidità del mercato del lavoro e dei rischi potenziali, come la situazione in Medio Oriente e l'andamento imprevedibile dei prezzi energetici. Un taglio prematuro potrebbe vanificare il lavoro fatto finora.
É chiaro che la Bce nel corso del 2024 allenterà la propria politica monetaria. Quello che risulta meno chiaro è quando, perché oggi ci sono fattori che la spingono a essere ancora prudente, come la rigidità del mercato del lavoro (col tasso di disoccupazione ormai a livelli record), i potenziali rischi (come l’eventuale allargamento della guerra in Medio Oriente) di una nuova fiammata dei prezzi energetici e un’economia che – tutto sommato – sta rispondendo meglio del previsto all’impennata del costo del denaro che ha caratterizzato tutto il 2023. Il percorso è comunque già tracciato: i tassi d’interesse per ora non si toccano, ma la prossima mossa che deciderà la Bce sarà un taglio.
La politica restrittiva finché necessario
Lo ha affermato Francois Villeroy de Galhau, Governatore della Banca centrale francese, sottolineando come sia troppo presto per cantare vittoria. Il suo lavoro, dunque, non è terminato ma, ha aggiunto, i saggi non dovrebbero essere più alti degli attuali. Sul prossimo step è stato più generico: sarà un taglio quest’anno, probabilmente. In sintonia si è espressa anche la Presidente della Bce, Christine Lagarde, che ritiene come, a patto di eventuali grandi choc, i tassi abbiano già raggiunto il picco. La politica, ha precisato, rimarrà comunque restrittiva per il tempo necessario per essere sicuri che si sia imboccata la strada giusta per riportare l’inflazione, in modo stabile e sostenibile, al 2%.
Tagliare troppo presto rischia di vanificare il lavoro fatto
Ha poi sottolineato la stessa Lagarde che se la Bce allentasse troppo presto la politica monetaria, per poi tornare ad alzare i tassi, verrebbe sprecato tutto il lavoro che ha fatto finora. Nel corso di un’intervista rilasciata in occasione del World Economic Forum, a Davos, il numero uno dell’Eurotower ha riconosciuto che fra i banchieri membri del Consiglio direttivo c’è probabilmente un consensus a favore di un taglio dei tassi già entro l’estate. Tuttavia, ha precisato, qualsiasi decisione in merito deve essere presa con prudenza, e comunque questa dipenderà dai dati perché esiste ancora un livello di incertezza e perché alcuni indicatori non sono ancorati al livello a cui alla Bce piacerebbe vederli.
Doccia fredda dall’inflazione di dicembre
Intanto i mercati finanziari hanno assunto un andamento ondivago, sulla scorta delle oscillazioni sulle prospettive dei tassi. L’affievolirsi delle speranze di vedere quanto prima un taglio dei tassi ha determinato la correzione dai massimi delle Borse e la pronta risalita dei rendimenti dei Titoli di Stato dell’area, in particolare la parte breve della curva, che è poi quella più sensibile all’andamento della politica monetaria. Mentre la Bce, sul suo bollettino economico, prospetta un rafforzamento della crescita economica già a partire dai primi mesi di quest’anno, da Bruxelles è arrivata la conferma che l’inflazione nell’Eurozona si è attestata in dicembre sul 2,9%, in aumento dal 2,4% registrato in novembre. Si tratta di un’altra doccia fredda per le speranze di chi aveva iniziato a scommettere di un taglio già in primavera.
Si guarda alla stagione dei rinnovi contrattuali
Anche perché, concordano gli analisti, la Bce sta pesando molto i rischi che derivano dal mercato del lavoro. Ecco perché diventa cruciale, per capire come e quando potrebbe cambiare la politica monetaria dell’Eurozona, la stagione dei rinnovi contrattuali che interesserà i mesi di aprile e maggio. L’attenzione, visto che praticamente nessuno si aspetta novità nelle prime due riunioni della Bce del 2024 (in calendario per il 25 gennaio e per il 7 marzo), si sposta automaticamente a quelle successive: 11 aprile e 6 giugno. Le sorprese, in positivo, potrebbero derivare da un andamento dell’inflazione più benigno di quanto previsto finora o da una Federal Reserve più aggressiva delle attese nel tagliare.