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BlueBay: banche e criteri ESG sempre più vicini
Le banche, secondo BlueBay, potrebbero avere un ruolo di peso nella transizione verso un mondo più green, in quanto prime erogatrici di credito. Grazie al vento green l’EBA sta valutando di inserire i criteri ESG nel framework normativo bancario. In sintonia si muove la Bce. Boom dei fondi ESG.
Con il tema della sostenibilità che sta diventando sempre più importante sia per gli investitori che per i policymaker, gli esperti di BlueBay ritengono che sia una conseguenza naturale porre maggiore enfasi sui criteri ESG nella regolamentazione bancaria. Anche perché, spiega Marc Stacey, senior portfolio manager di BlueBay AM, bisogna considerare che sono sempre i principali erogatori di credito all’economia e di un’importante leva che le autorità possono usare per influenzare le politiche sulla sostenibilità.
L’Eba valuta di includere i criteri ESG
Gli istituti potrebbero avere un ruolo di peso nella transizione verso un mondo più green. La European Banking Authority, che sta valutando la possibilità di includere i criteri ESG nel framework normativo bancario, si sta per altro già muovendo in questo senso. Inoltre, verso la fine del 2020, la Bce ha diffuso una guida per le banche sui rischi climatici e ambientali e su quali siano le aspettative di supervisione per la gestione e la divulgazione di tali rischi. Alle banche è stato inoltre chiesto anche di avviare una autovalutazione di questa guida e di lavorare a un action plan alla luce di queste aspettative a inizio 2021, a cui farà seguito una revisione da parte della supervisione.
Dal 2022 i rischi legati al clima negli stress test
A partire dal 2022, i rischi legati al clima saranno integrati anche negli stress test semestrali. Le banche che non riusciranno a sviluppare credenziali ESG verranno ‘punite’ dai regolatori attraverso stress test, processi SREP (revisione e valutazione prudenziale) e aumento dei requisiti di capitale. Un aspetto che riguarda quindi molto da vicino l’investitore che decide eventualmente di mettere nel proprio portafoglio titoli bancari. Ma perché guardare al settore bancario nello specifico? Stacey ritiene che il debito subordinato bancario, come i CoCo bond, si trovi in una fase positiva e sarà una delle poche asset class ad offrire rendimenti superiori al 3% quest’anno. Anche perché, spiega, l’approccio che i regolatori stanno adottando rispetto alle banche, utilizzandole come mezzo per spingere le politiche sostenibili, rappresenta un’enorme opportunità per il settore.
+170% dal 2015 gli asset dei fondi con mandato ESG
Guardando avanti, numerosi fattori indicano che il settore non solo migliorerà a livello di disclosure e credenziali ESG, ma anche che le banche verranno sempre più viste come ‘campioni’ della transizione, in grado di influenzare i flussi finanziari. Gli asset dei fondi con un mandato ESG sono nel frattempo cresciuti del 170% dal 2015 e il volume di green bond emessi nell’Eurozona è aumentato di 7 volte nello stesso periodo. Le credenziali ESG del comparto stanno dunque migliorando rapidamente e continueranno a farlo. È solo questione di qualche anno prima che le banche adottino le raccomandazioni della Taskforce on Climate-related Financial Disclousures. La finalizzazione della tassonomia dell’UE dovrebbe accelerare questo processo.
Il ruolo attivo degli investitori per la sostenibilità
Inoltre, le banche dovrebbero giocare un ruolo sempre più importante in tutte le strategie ESG, con quelle attive a impatto destinate ad una crescita significativa. Secondo la Commissione Europea, il Green Deal dell'UE necessiterà di 4.700 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni per raggiungere gli obiettivi climatici del 2030. Si stima che 3.500 miliardi di questi verranno erogati dal settore privato, quindi le banche avranno un ruolo importante da svolgere. Queste strategie sono destinate di fatto a diventare un modo sempre più diffuso con cui gli investitori influenzeranno la spesa per la sostenibilità. In particolare, secondo Stacey, i risparmiatori attivi a impatto non potranno ignorare il settore, vista l’influenza e i vantaggi che deriverebbero dall’investirvi per una transizione sostenibile.