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Borsa: la rotazione verso il value potrebbe durare di più
L'inflazione tenderà a scendere rispetto agli attuali livelli, mentre è in atto un cambio strutturale nel panorama degli investimenti a favore del settore value. Sono da monitorare le politiche monetarie, considerato che i rendimenti dei bond hanno una forte correlazione con i titoli value.
L’inflazione è, ormai da un anno a questa parte, il tema operativo più importante nelle strategie degli investitori Usa. Tuttavia, rileva Gabe Solomon, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV – US LargeCap Value Equity, se da un lato si prevede che nei prossimi mesi l’inflazione tenderà a scendere dai livelli attuali, dall’altro ritiene che sia in atto un cambiamento strutturale nel panorama degli investimenti, a favore di una rotazione potenzialmente più sostenibile verso il settore value. All’inizio dello scorso anno, quando l’inflazione statunitense ha iniziato a salire repentinamente, il mercato era incerto se le tensioni avessero avuto un carattere transitorio o sarebbero state persistenti. Allo stato dei fatti, e soprattutto guardando le ombre che si allungano in prospettiva, la seconda ipotesi è risultata più azzeccata.
Il cambio di passo della Fed
Diversamente dalle precedenti fasi di rotazione verso il value, che negli ultimi anni si sono rivelate fugaci, l’esperto sostiene che l’attuale movimento potrebbe avere una maggiore longevità in quanto lo scenario fondamentale sembra cambiato. In particolare, il drastico mutamento della politica della Federal Reserve degli ultimi mesi fornisce un’indicazione chiave in questo senso: fino alla fine del 2021, la Banca centrale parlava ancora dell’aumento dell’inflazione come di un fenomeno temporaneo. Più di recente, tuttavia, questa sua valutazione è cambiata e ha alzato i tassi complessivamente di 75 punti base nei primi quattro mesi dell’anno per contenere l’inflazione determinata dall’offerta. Nello stesso tempo, per la prima volta da molti anni, si sta diffondendo la convinzione che la Fed dovrà aumentare ancora di molto i tassi.
Le pressioni inflative rimarranno presenti
La dinamica dell’inflazione Usa, secondo lo scenario base di T. Rowe Price, dovrebbe raggiungere il picco nei prossimi mesi per iniziare a scendere gradualmente. Tuttavia, Solomon ammette di non credere a un ritorno al contesto di inflazione e tassi bassissimi cui il mondo è stato abituato per gran parte degli ultimi vent’anni. Se da un lato si attende una moderazione di alcune componenti a breve termine, dall’altro prevede che altre fonti rilevanti, come la crescita dei salari e le spese immobiliari, potranno rivelarsi più tenaci del previsto. Senza contare, che la forte disruption delle supply globali, innescata prima dal Covid e ora dalla guerra in Ucraina, farà probabilmente sì che un numero maggiore di aziende opti per la delocalizzazione, che rischia di comportare un aumento dei costi e, di riflesso, prodotti più costosi.
Valutare le potenzialità di breve e di lungo termine
L’orizzonte che si sta formando resta a favore del cambio di strategia da parte degli investitori poiché, con l’avanzare della ripresa economica post-pandemia, il gestore si aspetta di vedere Oltreoceano un’inflazione persistente e tassi d’interesse più elevati. Questo contesto segnerebbe, di fatto, un cambiamento potenzialmente strutturale del panorama a cui ci siamo abituati negli ultimi vent’anni e si rivelerebbe estremamente favorevole agli investimenti value. Ancora una volta, conclude l’esperto, adottando una visione a lungo periodo e con gli investitori disposti a sopportare una qualche incertezza a breve termine, possiamo costruire nel nostro portafoglio posizioni significative in quelle che riteniamo essere aziende di qualità con il potenziale per superare le turbolenze di breve periodo.