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Disagio sociale: l'indice Mic peggiora a luglio
L’indice Mic, che misura il disagio sociale nel Paese, in luglio è peggiorato a 17,5 punti, livello che non si vedeva da oltre due anni. Il buon momento del mercato del lavoro non è sufficiente per compensare le pressioni generate dall’inflazione, che viaggia ormai sui massimi degli ultimi 38 anni.
Il quadro che sta caratterizzando la vita sociale e l’economia nel nostro Paese non è dei più confortanti: l’effetto dell’inflazione galoppante è amplificato dal contestuale forte aumento dei tassi d’interesse, mentre il rallentamento dell’economia riflette in modo sempre più evidente gli effetti della guerra in Ucraina, una certa preoccupazione per la situazione politica interna e il timore di un decurtazione del reddito familiare. Questa situazione è sintetizzata dall’indice MIC di Confcommercio, indicatore che misure il disagio sociale, peggiorato in luglio a 17,5 punti (+0,1 sul mese precedente), livello che non si vedeva dall’aprile-maggio del 2020, all’indomani dell’esplosione della pandemia da Covid-19.
L’inflazione viaggia sui massimi degli ultimi 38 anni
La dinamica dell’indicatore, che nella formulazione attuale sottostima la disoccupazione estesa vista l’impossibilità di enucleare il numero di scoraggiati e sottoccupati), riflette principalmente l’accelerazione dell’inflazione, che da tempo viaggia sui massimi degli ultimi 38 anni e che aveva determinato già a giugno un brusco peggioramento (+1,1 punti su maggio), dopo mesi in cui l’indicatore dei prezzi aveva mostrato segnali di stabilizzazione. Ricordiamo che l’indice MIC aveva debuttato nel 2022 a 16 punti, peggiorando subito a febbraio a 16,4 (con l’inizio del conflitto Russia-Ucraina) e rimbalzando ad aprile (15,9) in coincidenza con dati economici migliori delle attese.
Prevedibile un ampliamento del disagio sociale
Allo stato attuale permangono inalterati i timori di un possibile ampliamento, nei prossimi mesi, dell’area del disagio sociale in relazione a una dinamica inflazionistica attesa rimanere elevata e a un probabile forte rallentamento dell’economia, con conseguenti effetti negativi sul mercato del lavoro. È dunque presumibile, secondo l’analisi, che nell’ultima parte di quest’anno e anche nei primi mesi del prossimo l’area del disagio sociale nel Paese continui ad allargarsi, poiché allo stato attuale appare improbabile un rientro a breve delle tensioni sui prezzi mentre, al contempo, crescono le probabilità di un peggioramento del quadro economico generale (interno ed esterno).
Buone nuove dal mercato del lavoro
Nel dettaglio, a luglio il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 7,9%, in calo di un decimo di punto da giugno. Il dato è sintesi di una riduzione degli occupati (-22mila unità) e del numero di persone in cerca di lavoro (-32mila unità). A questa evoluzione si è associata, una crescita degli inattivi (+54mila unità su giugno). Le ore autorizzate di CIG sono state oltre 30,3 milioni, cui si sommano circa 9,8 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a poco più di 60mila unità lavorative standard, consolidando il trend di riduzione in atto da fine 2021.
L’andamento dei prezzi è la principale preoccupazione
Per quanto riguarda l’inflazione, l’altra componente (oltre alla disoccupazione) che fa da base all’indice MIC, a luglio i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,7%, in aumento rispetto all’8,4% del mese precedente. I primi dati di agosto indicano una moderata tendenza al rallentamento della dinamica, evoluzione attribuibile in parte al ridimensionamento dei prezzi dei carburanti. Alla luce delle tensioni che attraversano i diversi mercati difficilmente il dato di agosto può essere letto come l’inizio di una fase meno espansiva dei prezzi di beni e servizi che gli italiani acquistano con più frequenza.