- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Economia: meglio del previsto il Pil del IV trimestre
L’economia italiana corre meglio delle attese. L'occupazione è cresciuta, ma sono rilevate difficoltà nella ricerca di personale qualificato, che potrebbero influenzare domanda e inflazione. L'economia Usa sembra più solida rispetto a quella europea, mentre permangono dubbi sulla ripresa cinese.
L’economia dell’Italia avanza meglio del previsto, nonostante le incertezze che si respirano a livello globale e la debolezza della tradizionale locomotiva europea, la Germania. Il Pil del nostro Paese nel quarto trimestre, secondo le stime preliminari Istat, è aumentato dello 0,2% su base congiunturale e dello 0,5% rispetto all'anno precedente. Questi dati, secondo l’analisi di Prometeia, indicano che, sul lato dell'offerta, ciò è riconducibile a una flessione del valore aggiunto del settore agricolo e a un aumento del valore aggiunto del settore industriale e dei servizi. Per contro, sul lato della domanda, il contributo della componente domestica al Pil (incluse le scorte) è negativo, ma è stato più che compensato dal contributo positivo delle esportazioni nette.
Bene il settore costruzioni, ma con prospettive incerte
Il trend potrebbe essere stato alterato dal settore costruzioni, considerato che la coincidente scadenza del Superbonus potrebbe avere accelerato i lavori. Tuttavia, l’orizzonte per il settore dell’edilizia, e quindi per l’economia, potrebbe essere meno roseo perché, proprio a causa della fine dell’incentivo, potrebbe esserci un calo degli investimenti nel residenziale. Tornando alla performance del Pil del quarto trimestre, è stato significativo il contributo dell’export, con una domanda tedesca debole più che compensata dall'aumento della domanda degli altri Paesi europei. Nonostante molti fattori avversi, dalla politica monetaria alle crescenti tensioni geopolitiche, il 2023 per l’Italia si è chiuso in positivo, con una crescita annua del Pil dello 0,7%. Di riflesso, gli analisti di Prometeia hanno rivisto al rialzo la loro proiezione di crescita del Pil per il 2024, dallo 0,4% allo 0,5%, per un effetto di trascinamento marginalmente positivo.
Ancora poco chiara la dinamica dell’inflazione
L'inflazione principale a gennaio è aumentata leggermente, con +0,8% sull'anno precedente, rispetto al +0,6% segnato a dicembre 2023. Questo aumento è riconducibile principalmente alla minore riduzione dei prezzi dell'energia dovuta agli effetti di base avversi che – secondo gli esperti - persisteranno nei prossimi mesi. La riduzione dell'inflazione di base, dal 3,1% al 2,8%, invia segnali positivi, anche se quella alimentare non lavorata mostra un aumento dal 7% al 7,5%. Mentre l'inflazione principale continua a rimanere a livelli bassi, quella legata ai prodotti ad alta frequenza, sebbene in calo, è ancora superiore al 3%, il che colpisce principalmente i nuclei familiari a basso reddito, per i quali questi prodotti rappresentano una quota significativa.
Cresce l’occupazione, ma potrebbe nascondere tensioni salariali
Il mercato del lavoro rimane robusto. A dicembre l’occupazione è aumentata del 2% annuo, un dato che suggerisce la presenza di attriti e disallineamenti. Le difficoltà legate alla ricerca di personale con le competenze richieste stanno rendendo le imprese riluttanti ad adeguare la loro forza lavoro al ciclo economico in frenata. Nel Paese, secondo l’analisi offerta da Prometeia, questo è particolarmente rilevante poiché un indebolimento del mercato del lavoro significherebbe una diminuzione di uno dei fattori che hanno maggiormente sostenuto la domanda nel corso del 2023. Da segnalare che i rinnovi contrattuali, benché ripresi nel 2022, a oggi circa la metà dei contratti è scaduta. Il salario orario è aumentato in media del 3,1% nel 2023, ben sotto l'inflazione.
Prospettive deboli per l’economia Ue, brillanti per quella Usa
In Prometeia, in un contesto mondiale, ritengono che l’economia Usa abbia prospettive più brillanti, mentre vedono debole quella europea. Crescono invece i dubbi sulla forza dell’economia cinese, dopo la decelerazione accusata dal Pil nel quarto trimestre 2023. Gli stessi analisti rilevano che, nonostante i problemi legati a importanti rotte marittime (Stretto di Panama, Canale di Suez), non si sono verificati marcati aumenti nei prezzi delle materie prime, il che può essere visto come un ulteriore indicatore dell'incertezza sulla forza della ripresa cinese. Intanto, i prezzi del gas in Europa restano sotto i 30 euro/megawattora grazie a un inverno mite e stock storicamente elevati.