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Economia: rischio recessione per l’Italia a causa della guerra
Il Pil dell’Italia, dopo quattro trimestri di fila in rialzo, nei primi tre mesi del 2022 è calato dello 0,2 per cento. Il dato riflette la riduzione dei servizi e la stazionarietà dell’industria, solo in parte compensata dall’aumento dell’agricoltura. Per gli analisti c’è il rischio recessione.
L’Italia corre incontro alla recessione: le prospettive per il 2022 della sua economia sono peggiorate in modo significativo, soprattutto a causa delle ripercussioni della guerra in Ucraina. Il grido d’allarme arriva praticamente da un coro, che comprende analisti, Governo, Banca d’Italia e imprenditori. Il passo indietro accusato dal ciclo nel primo trimestre non lascia dubbi sui rischi che la nostra congiuntura sta correndo.
Nei primi tre mesi dell’anno, infatti, il Pil (al netto degli effetti di calendario e con valori destagionalizzati) è arretrato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente (+0,7% dell’ultimo scorcio del 2021, rivisto da +0,6%)), mentre è cresciuto del 5,8% annuo (ma quest’ultimo dato bisogna inquadrarlo con la base favorevole da cui scaturisce dopo la 'gelata' dell’economia a inizio 2021).
Per il Pil primo calo dopo quattro trimestri in positivo
Quello che la dinamica congiunturale rivela, anche se la contrazione – la prima dopo quattro trimestri di seguito in aumento - è comunque inferiore a quanto aveva messo in conto il Governo nel DEF (-0,5%), è il marcato rallentamento subito dalla crescita in poco tempo: un risultato che sconta la riduzione del contributo dei servizi, la sostanziale stazionarietà del comparto industriale, solo in parte compensata dall’aumento di quello del comparto agricoltura e pesca. Per quanto riguarda la domanda, secondo i dati Istat, c’è stato un apporto positivo dal fronte interno, mentre è di segno negativo quello della componente estera. La prevista crescita negativa accusata nel primo trimestre ha comportato una correzione, a +2,2% dal +0,3% indicato alla fine dello scorso anno, la crescita acquisita per l’intero 2022.
Franco, evitare assolutamente un’altra recessione
Lo stesso ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha ammesso che ci sono oggi previsioni meno favorevoli per la nostra congiuntura, su cui pende - nelle prossime settimane e nei prossimi mesi - l’incerto sviluppo del conflitto in Ucraina. Allo stato attuale ci sono sì vari indicatori ancora positivi che segnalano la solidità dell’economia italiana (dal turismo al settore trasporti, dalle aspettative di ripresa al commercio internazionale), ma per il Ministro non si può dire che va tutto bene: anzi, ha sottolineato, è evidente che i rischi sono enormi. Anche se il mercato monetario e il fisco non sono così favorevoli come nel recente passato, bisogna difendere il Paese dall’impatto della guerra: la politica economica, ha assicurato, deve essere pronta a intervenire in modo tempestivo per evitare assolutamente un’altra recessione.
Fitch, le prospettive sono sensibilmente peggiorate
Le prospettive dell’Italia sono molto peggiorate a causa della guerra anche per gli esperti di Fitch, secondo i quali al momento il Paese vive sulla spinta della forte crescita registrata nel 2021 e grazie ai risultati migliori del previsto della politica fiscale. L’agenzia dei rating ha rivisto il Pil italiano al 2,7% per quest’anno e al 2,3% per il prossimo, ammonendo però che ci sono forti rischi per queste stime. Gli esperti, in particolare, ricordano che la stessa Banca d’Italia – davanti a uno scenario estremo che contempla lo stop della fornitura di gas russo – ritiene possibile una contrazione del Pil sia nel 2022 sia nel 2023. L’inflazione, di riflesso, avvicinerebbe l’8% per poi assestarsi verso il 2% nel 2023.