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Borse: con la volatilità è fondamentale la strategia attiva
È in atto sui mercati azionari una massiccia rotazione dai titoli growth a quelli value, a causa dell’inflazione, dei tassi al rialzo, del rallentamento dell’economia e della guerra. Gli esperti suggeriscono di monitorare beni di consumo, salute, finanza e immobiliare.
Sui mercati è in atto una massiccia rotazione verso i titoli value a scapito dei titoli growth, penalizzati dall’impennata dei prezzi e dall’orientamento rialzista assunto dei tassi d’interesse. Questo scenario è stato esacerbato dalla guerra in Ucraina e dal timore che il rallentamento della crescita economica mondiale possa essere più marcato del previsto, su cui pende la minaccia di nuovi gravi rallentamenti nelle catene di approvvigionamento. La performance maturata nel primo trimestre dalle azioni growth, una delle peggiori da molti anni a questa parte, rivela come le preferenze degli investitori siano cambiate in pochissimi mesi.
L’inflazione ha accelerato più rapidamente del previsto
In effetti, l’emergere di catalizzatori dell’inflazione in una fase di ripresa dell’economia mondiale era prevedibile ma, nota Scott Berg, portfolio manager e global growth equity strategy di T. Rowe Price, i prezzi hanno accelerato più rapidamente del previsto e ora rappresentano una sfida significativa per le Banche centrali. Dietro le tensioni un mix di forze temporanee e anche strutturali, e la reazione del mercato è stata chiara: un ampio riposizionamento in aree che potrebbero beneficiare di una stretta monetaria, accelerato dal conflitto, soprattutto dal rincaro delle commodity e dalle nuove interruzioni delle supply chain.
I titoli growth più sensibili al rialzo dei tassi
I titoli growth, più sensibili al rialzo dei tassi, sono stati oggetto di una volatilità eccezionale (dopo avere beneficiato del vantaggio di una crescita maggiore in termini di vendite, profitti e flussi di cassa). Tuttavia, la correzione, dice l’esperto, non compromette la possibilità che i mercati riconoscano che i titoli growth di qualità forniranno utili superiori nei prossimi anni. Comunque sia, spiega Berg, la normalizzazione delle supply chain è fondamentale per allentare le tensioni, anche se bisognerà fare i conti con la variante Omicron che in Cina può causare nuovi blocchi alle catene di approvvigionamento e aumenti dei prezzi.
Le forze pro e contrarie all’inflazione
L’inflazione, secondo Berg, potrebbe raggiungere il picco nel 2022, con i tassi che si muoveranno lentamente verso l’alto, data la necessità di mantenere la stabilità finanziaria. La dinamica è incerta: se da una parte l’inflazione è indicativa della ripresa economica, dall’altra la rigidità del mercato del lavoro e le disfunzioni delle supply chain probabilmente ne smorzeranno la crescita. Tuttavia, il calo della domanda, insieme a una percentuale di inflazione meno reattiva alle tradizionali leve della politica, può permettere ai policymaker un certo margine di manovra per muoversi più lentamente sulla stretta monetaria.
I settori da monitorare
Il ‘passo’ lento che osserverebbero le Banche centrali nell’azione rialzista potrebbe fornire un quadro più positivo per l’azionario nel corso dell’anno. In questo contesto, di inflazione più alta e di tassi in aumento, l’esperto crede ancora molto nel potenziale di sovraperformance delle aziende capaci di generare guadagni e flussi di cassa a lungo termine a livelli superiori al mercato. L’esposizione suggerita è verso i beni di consumo discrezionali (in particolare i leader dell’ecosistema globale della vendita al dettaglio online e dei servizi al consumatore) e l’assistenza sanitaria, dove vede forze cicliche di riapertura dell’economia e secolari che influenzano la crescita degli utili futuri. Con le pressioni inflative che probabilmente rimarranno prevalenti, Berg mantiene l’interesse anche sui settori finanziario e immobiliare.
Il migliore driver resta il mix utili-flussi di cassa
Più in generale, in questa fase del ciclo azionario, sostiene l’esperto di T. Rowe Price, essere in grado di trovare una crescita degli utili è essenziale, sia in una strategia di portafoglio difensiva sia in una offensiva. A prescindere dai movimenti a breve termine dei mercati, la crescita fondamentale degli utili e dei flussi di cassa rimane, il più potente driver dei prezzi azionari nel lungo termine. Al di là dei timori per il quadro geopolitico, Berg pensa che il mondo sarà più simile alla sua fase pre-pandemica. Mentre alcune delle forze che hanno sostenuto la ripresa si sono spostate, il suo scenario base rimane che le supply chain si normalizzeranno mentre il mondo imparerà a vivere con il Coronavirus, l’inflazione raggiungerà il picco per poi assestarsi a un livello più basso e gestibile.