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Economia: Ue vede la recessione per fine 2022 e inizio 2023
Nel quarto trimestre 2022 la crescita economica dell’Eurozona è stimata in calo dello 0,5 per cento e rimarrà negativa, meno 0,1 per cento, anche nei primi tre mesi del 2023. Sono le stime aggiornate della Commissione Ue. Pil italiano 2022 positivo, ma solo sullo slancio visto nella prima parte.
L’economia europea si sta avviando verso due trimestri di crescita negativa: l’ultimo di quest’anno e il primo del prossimo. La zavorra, secondo le più recenti stime della Commissione Ue, sarà rappresentata da molteplici fattori: dalla crescente incertezza, dalla fiammata dell’inflazione, dalla conseguente erosione del potere di acquisto delle famiglie, da un quadro internazionale più debole e condizioni di finanziamento meno favorevoli. La recessione, dunque, interesserà molti Paesi membri, tra cui la Germania (considerata la locomotiva dell’area), l’Italia (il suo principale partner commerciale) e la Francia.
La crisi europea in numeri
Nell’ultimo scorcio del 2022 la crescita dell’Eurozona è stimata in calo dello 0,5% e rimarrà negativa (-0,1%) anche nei primi tre mesi del 2023, per poi recuperare dello 0,2% nel successivo trimestre. Nel dettaglio, per quanto riguarda i maggiori Paesi, nel quarto trimestre di quest’anno la Germania accuserà il dato peggiore (-0,9%), seguita da Italia (-0,3%), Spagna (-0,3%) e Francia (-0,2%). Lo scenario è destinato a non cambiare di molto nel primo trimestre del 2023, con la congiuntura tedesca e quella italiana che diminuiranno dello 0,3%, quella francese dello 0,1%, mentre per il Pil spagnolo Bruxelles si attende la stabilità.
Pil italiano 2022 positivo, ma solo sullo slancio iniziale
Per quanto riguarda l’Italia, grazie alla solida performance registrata nei primi tre trimestri dell'anno, la crescita del PIL reale è prevista al 3,8% per l’intero 2022, prima di rallentare allo 0,3% nel 2023 e infine risalire all'1,1% nel 2024. Per l’immediato, il Paese dovrà fare i conti con lo shock dei prezzi dell'energia e il peggioramento delle prospettive esterne che sono destinate a farsi sentire e spingere la nostra economia in una contrazione nel corso dell’inverno. In sintesi, il caro-energia ha interrotto l'espansione del ciclo, dopo che questo aveva superato i livelli pre-Covid nel secondo trimestre di quest’anno.
L’inflazione continuerà la sua ascesa
Nel nostro Paese l’inflazione dovrebbe salire, soprattutto a causa prezzi del comparto energia, all’8,7% quest'anno per poi ripiegare al 6,6% nel prossimo e, infine, al 2,3% entro il 2024. Il picco delle tensioni, secondo Bruxelles, sarà raggiunto verso la fine di quest’anno e la loro discesa sarà comunque lenta. Per quanto riguarda la crescita salariale, questa è attesa aumentare solo gradualmente e con un ritardo, poiché diversi accordi salariali erano già stati conclusi prima dello shock dei corsi dell'energia.
La disoccupazione è attesa in salita
Contestualmente in Italia si registrano segnali di rallentamento anche dal mercato del lavoro, dove la domanda sta diminuendo nei settori più energivori - come l'industria manifatturiera e l'edilizia – e anche in comparti come il commercio al dettaglio e il turismo. Nel complesso, secondo l’analisi di Bruxelles, la crescita dell'occupazione dovrebbe rimanere sostanzialmente in linea con l'attività economica nell'orizzonte di previsione: il tasso di disoccupazione è destinato ad aumentare, dall'8,3% nel 2022 all'8,5% nel 2024.