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Emergenti: alcuni più esposti a nuovi focolai Covid
Le campagne di vaccinazione a rilento rischiano di compromettere la ripresa economica di alcuni tra i Paesi emergenti, in particolare di Sudafrica, Filippine, Indonesia ed Europa orientale. Sono mercati dove la crescita è già rallentata. Lo stimano gli esperti di Schroders.
Il rapido impiego dei vaccini lascia intuire che l’economia in Asia, la più colpita recentemente dai ritardi nelle catene di approvvigionamento e dai focolai di Covid, sarà meno vulnerabile alle future ondate di contagi. Il quadro appare invece meno roseo in Europa orientale, che potrebbe andare incontro a disagi man mano che il Paese si avvia verso la stagione invernale. È quanto sostiene David Rees, economista senior emerging markets di Schroders, secondo cui tra gli emergenti ci sono alcuni Paesi ancora esposti ai rischi legati a un’eventuale recrudescenza della pandemia. Un'analisi che poggia sul fatto che, dopo il forte rimbalzo iniziale, i recenti dati rivelano che la crescita dei mercati emergenti è già tornata sui tassi pre-pandemia.
La crescita economica è già rallentata
Alcuni report diffusi nelle ultime settimane in vari Stati, infatti, risultano in linea con una crescita destagionalizzata trimestrale di appena l’1% circa. Nel frattempo, l’indice PMI composito di questi Paesi si è attestato in media a 50,7 punti a luglio e agosto, in netto calo dai 52,4 del secondo trimestre. Se a settembre non c’è stato un rimbalzo, diventa probabile impotizzare che la loro crescita potrebbe risultare ancora più lenta per il terzo trimestre. Nel dettaglio, diventa evidente che le dinamiche di crescita presentino una certa divergenza tra le principali aree emergenti. I PMI si attestano sopra i 50 punti e in aumento in America Latina e in diversi Stati dell’Europa centrale e orientale, mentre in Asia, in generale, stanno calando.
La stretta correlazione indici PMI-vaccinazioni
Nel frattempo emergono segnali che indicano che la pandemia sta ancora avendo un impatto sulla performance relativa dei mercati emergenti, senza dimenticare che la maggior parte del mondo è ancora alle prese con i contagi. C’è però una certa correlazione tra la somministrazione del vaccino e gli ultimi trend dei PMI. In particolare, segnala l’economista di Schroders, i bassi tassi di vaccinazione hanno fatto sì che le ondate della variante Delta in Asia e Sudafrica causassero delle disruption. Anche in Cina, dove il tasso di vaccinati è elevato, la politica di zero tolleranza del Governo ha intaccato l’attività nel terzo trimestre. L’incognita per i mercati, e per gli investitori che devono scegliere cosa mettere in portafoglio, resta quindi la campagna di vaccinazione.
Europa orientale e Sudafrica i maggiori ritardatari nei vaccini
Rees stima che, se i Paesi emergenti riusciranno a mantenere i recenti tassi di vaccinazione, allora la maggior parte di questi mercati sarà sulla buona strada per somministrare almeno una dose al 70% della popolazione entro fine anno, con il completamento del ciclo vaccinale che arriverà poco dopo. Alcuni, come Cina e Cile, hanno già raggiunto questo traguardo, mentre per il Brasile è solo questione di giorni. In Asia, i Paesi più in ritardo, e forse anche quelli più esposti a possibili disruption causate da ulteriori ondate di Covid, sono Indonesia e Filippine. Ma, in questo momento, a emergere ancora di più come ritardatari sono Sudafrica e alcuni Stati dell’Europa orientale. Una situazione che li rende più vulnerabili ai disagi causati dal Covid e, per gli investitori, può rappresentare un rischio per i relativi asset.