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Esg: la sostenibilità per investire nel futuro
Il Covid ha accentuato gli investimenti Esg. Secondo BlueBay i fondi sostenibili e responsabili gestiranno in cinque anni 7.600 miliardi di euro di asset in Europa, con gli strumenti Esg che potrebbero triplicare le masse con un aumento della quota di mercato al 57 pct entro il 2025.
L’attenzione nei confronti dell’Environmental, social and governance (Esg, ambiente, sociale e governance), già in forte crescita nelle coscienze dei risparmiatori, ha avuto un ulteriore impulso con la pandemia da coronavirus. Una realtà che, per chi vuole sopravvivere, non può essere sottovalutata né dalla finanza né dall’industria né, a maggior ragione, dagli investitori. Per questo oggi i due poli che costituiscono l’ossatura principale dell’economia mondiale, insieme alla politica, si stanno avvicinando a grandi passi alla questione ambientale.
Il Green deal dell’Ue e la politica di Biden
L’Europa in questo ambito è in vantaggio e, con l’ambizioso ‘Green deal’, punta a essere il primo continente a impatto zero (con l’obiettivo l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050) e a dissociare la crescita economica dall’uso indiscriminato delle risorse. Gli Stati Uniti però potrebbero recuperare in fretta terreno. Il prossimo Presidente, Joe Biden, che ha fatto della sostenibilità un suo cavallo di battaglia durante la campagna elettorale, potrebbe imprimere alla politica ambientalista Usa una forte accelerazione. Una svolta destinata ad avere un impatto rilevante sui settori industriali tradizionali e, di riflesso, sugli asset da mettere in portafoglio.
La crescita esponenziale dei fondi Esg
I numeri sono già molto importanti. La Bce stima che, dal 2015 a oggi, nell’Eurozona gli asset gestiti dai fondi Esg sono aumentati del 170% e i bond verdi sono lievitati di sette volte. In totale, investitori privati, assicurazioni e fondi pensione hanno in mano oltre il 60% dei fondi sostenibili. Gli investimenti in Esg Ue (Asset Manager e Asset Owner), secondo lo European Sri Study di Eurosif, a fine 2018 toccavano un volume complessivo di 20 trilioni di euro (una stima più aggiornata li indica a 30 mila miliardi). L’Italia, che vanta uno dei più alti tassi di crescita (+154%) del mercato, ha raggiunto asset superiori a 1,5 trilioni. Nel nostro Paese, come succede nel resto dell’Europa, prevale l’esclusione (di settori come alcol, armi, pornografia..etc.). Ma questa tendenza sta cambiando: la strategia che sta prendendo piede è quella che prevede la partecipazione azionaria e l’esercizio del diritto di voto, che mostra un ritmo di crescita del 27% annuo.
BlueBay, boom degli asset Esg nei prossimi cinque anni
Secondo le aspettative di BlueBay, i fondi sostenibili e responsabili gestiranno 7.600 miliardi di euro di asset in Europa nei prossimi cinque anni, con gli strumenti Esg che potrebbero triplicare gli asset in gestione e registrare un enorme aumento nella propria quota di mercato, passando dal 15% al 57% entro il 2025. Inoltre, secondo gli stessi esperti, stiamo assistendo al lancio di un numero crescente di fondi UCITS di tipo ESG, ma la quota di mercato è ancora bassa rispetto ai fondi tradizionali. Nel dettaglio, i fondi UCITS azionari ESG coprono il 16% di tutti gli asset azionari in mano ai gestori, mentre la quota di mercato per i fondi Esg obbligazionari e multi-asset è inferiore al 10%. I fondi Esg alternativi sono in fondo con appena l’1%.
La realtà dell’Italia
A testimoniare la crescita del settore in Italia è anche il numero dei fondi Sri (Sustainable and responsibile investment), saliti fino a 560, e – soprattutto – l’imperiosa accelerazione delle loro masse gestite: a tutto settembre scorso ammontavano a 173 miliardi di euro, cento in più rispetto al 2019. Tuttavia, anche se il Covid-19 ha aumentato la necessità di misurare gli investimenti anche sotto il profilo dell'impatto positivo che possono generare sul territorio, sull'economia del Paese e sotto il profilo sociale, secondo Antonella Massari, segretario generale di Aipb (Associazione italiana private banking) c’è un’alta percentuale di famiglie che non conoscono affatto i temi della sostenibilità, anche se la copertura mediatica è aumentata negli ultimi anni.
Aipb, ancora pochi quelli che conoscono l’argomento
Un sondaggio dell’Associazione rivela infatti che ben il 71% dei clienti retail non sanno nulla su cosa sia lo Sri. Al contrario, i clienti ‘private’ che conoscono i prodotti di investimento Esg coprono una quota del 54% rispetto al 29% degli altri investitori retail. Ma solo l'8% degli investitori ‘private’ e il 2% degli altri investitori detengono effettivamente prodotti Esg. Ad averli condizionati finora ha contribuito con tutta probabilità il nebuloso panorama dei metodi di misurazione del mondo sostenibile. L’adozione in Europa di un regolamento sulla tassonomia è tuttavia prossima, e questo aiuterà a capire quali sono le attività veramente sostenibili, quali i fondi etici e quali i benchmark da seguire perché i nostri investimenti abbiano un fine ‘green’.
Le Pmi italiane ci credono
Va meglio dal lato delle imprese. I vantaggi per quelle che producono beni sostenibili, secondo Schroders, non si limitano agli impatti ambientali e sociali, ma hanno anche dei plus in termini competitivi e di capacità di mercato sul lungo termine. Per il 30% delle Pmi italiane, secondo quanto emerso dall’ultima edizione della Settimana Sri, la sostenibilità può essere l’arma giusta per accelerare l’uscita dalla crisi e, comunque, per l’80% è un elemento importante nelle strategie e negli investimenti. Sempre una percentuale dell’80% ritiene che sia necessario valutare gli aspetti ambientali, sociali e di governance nella concessione del credito. Negli ultimi dodici mesi, secondo uno studio citato da BlueBay, è cresciuto sensibilmente il numero dei consulenti finanziari che parlano di tematiche ambientali, sociali e di governance con più di metà dei loro clienti (al 44% dal 29%).