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Fondi: accelerano le uscite nette in settembre
Gli investitori tirano i remi in barca per l’accresciuta incertezza sui piani economico e geopolitico. Così l’industria del risparmio ha chiuso settembre con uscite nette per 3,3 miliardi, che limano le masse gestite a 2.197 miliardi. Confermata la resistenza dei fondi azionari.
Il fiume dei deflussi dall’industria del risparmio gestito si è ulteriormente e decisamente ingrossato alla ripresa delle attività, dopo la pausa agostana. Una tendenza che scaturisce dall’accresciuta prudenza degli investitori, in un mercato che sconta i ripetuti segnali di rallentamento dell’economia, la persistente corsa dell’inflazione (e l’impennata delle bollette) e l’orientamento rialzista dei tassi d’interesse avvertito a livello globale. A settembre, come rivela il report di Assogestioni, le uscite nette sono infatti lievitate a 3,3 miliardi di euro, che si rapportano ai -393 milioni di deflussi di agosto. Il patrimonio complessivo è scivolato a 2.197 miliardi di euro (2.281 nel mese precedente), per effetto dell’impatto dei mercati avversi e del rallentamento della raccolta. Nel dettaglio, secondo le stime dell’Ufficio Studi, l’effetto mercato è stato pari a -3,6%.
Il pesante bilancio delle gestioni collettive
Le gestioni collettive hanno archiviato il mese con uscite nette per 2,61 miliardi di euro (-207 milioni in agosto), per un saldo da inizio anno di +15,74 miliardi. I deflussi hanno riguardato soprattutto i fondi aperti, che chiudono con -2,62 miliardi (-328 milioni) e portano il bilancio da gennaio a +11,62 miliardi. Plana anche la raccolta dei fondi chiusi, che comunque rimane per poco in positivo: +9 milioni (+120 milioni), per un saldo dei primi nove mesi di 4,12 miliardi. Triplicano le uscite dalle gestioni di portafoglio, ammontate a -685 milioni (-185 milioni), con il saldo negativo da inizio anno che sale di conseguenza a -7,29 miliardi. Pesano i deflussi dei mandati istituzionali (-843 milioni, -555 milioni in agosto, per un saldo da gennaio di -12,63 miliardi), mentre crollano le sottoscrizioni nel comparto retail: +148 milioni (+370 milioni), per un saldo da gennaio di 5,35 miliardi.
Tra i fondi aperti, in positivo solo azionari e monetari
L’equilibrio degli asset detenuti in portafoglio si è mosso di poco, con la quota rappresentata dalle gestioni collettive salita al 52,6% del totale (dal 52,5% di agosto), mentre quella delle gestioni di portafoglio si è assestata al 47,4%. Le vendite hanno coinvolto quasi tutti i fondi aperti. I fondi azionari hanno però mostrato una lieve resistenza: infatti, hanno chiuso con una raccolta netta di 60 milioni (+661 milioni in agosto), per un saldo da gennaio di +18 miliardi. Torna in positivo la raccolta netta sui monetari, per +880 milioni dopo deflussi netti per -366 milioni (per un totale da gennaio di +5,76 miliardi). I deflussi hanno colpito soprattutto l’obbligazionario, per -1,82 miliardi (+20 milioni, per un saldo da gennaio di -15,65 miliardi), i fondi flessibili, per -1,02 miliardi (rispettivamente -547 milioni e -2,47 miliardi) e bilanciati, per -693 milioni (-91 milioni e +6 miliardi).
Per quanto riguarda la denominazione, i fondi di diritto italiano archiviano il mese di settembre con una raccolta netta di -843 milioni di euro, che si rapporta ai -13 milioni registrati in agosto, che portano il totale accumulato da gennaio a -576 milioni. Significative anche le uscite nette accusate sui fondi di diritto estero, che chiudono il mese con -1,78 miliardi contro i -315 milioni di agosto, per un saldo positivo da inizio anno che scende così a +12,2 miliardi di euro.