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Fondi: nuovo record nel 2020 per il patrimonio gestito
Grazie all’effetto locomotiva delle gestioni collettive, il 2020 per l’industria del risparmio si è chiuso con un nuovo record del patrimonio: 2.421 miliardi. La raccolta netta è stata pari a 14.6 miliardi. Al centro dell’attenzione i fondi immobiliari e gli azionari, penalizzati i flessibili.
Nel 2020 l’industria del risparmio gestito è risultata più forte della pandemia da coronavirus: il patrimonio ha aggiornato il suo nuovo massimo storico, la raccolta netta è stata la migliore degli ultimi tre anni per le gestioni collettive, mentre il segno meno accusato dalle gestioni di portafoglio è stato la conseguenza di un'operazione tecnica straordinaria (e non è quindi imputabile a reali deflussi). I numeri di Assogestioni rivelano meglio il quadro registrato lo scorso anno: le masse a fine dicembre segnano il nuovo picco record, di 2.421,5 miliardi di euro e il saldo netto delle sottoscrizioni da inizio anno è pari a +14,6 miliardi. Rispetto all’anno precedente (che si era chiuso con 2.306 miliardi) c’è stato un incremento del patrimonio gestito del 5%.
L’effetto locomotiva delle gestioni collettive
Nel 2020 a brillare sono state le gestioni collettive, che hanno registrato sottoscrizioni nette per +30,2 miliardi, contro +8,9 miliardi nel 2019. Sui dati delle gestioni di portafoglio (-15,6 miliardi nel 2020) ha influito, invece, l'operazione tecnica 'una tantum' del gruppo Generali, già segnalata nella mappa mensile di dicembre, che non è collegata a disinvestimenti, ma a una semplificazione amministrativa del portafoglio di un cliente istituzionale del gruppo triestino, che - in base alla metodologia adottata dall’associazione dei gestori - ha influito sul saldo trimestrale dei mandati assicurativi (-21,9 miliardi).
L’impatto ‘tecnico’ dell’operazione ‘una tantum’ di Generali
Tale operazione, in particolare, ha portato all’esclusione dal perimetro analizzato da Assogestioni di quote di fondi riservati, istituiti da terzi, che in precedenza erano inclusi all’interno di mandati assicurativi gestiti da Generali Insurance Asset Management SpA Sgr (GIAM). GIAM, precisa la nota, rimane gestore delegato di una parte significativa di tali fondi. L’impatto di tale operazione si è tradotto nella raccolta netta complessiva del risparmio gestito nei tre mesi finali del 2020: +223 milioni (contro i +15,1 mld del terzo trimestre), riflettendo da un lato i +14,6 miliardi delle gestioni collettive (+10,4 mld) e dall'altro i -14,3 miliardi delle gestioni di portafoglio (+4,7 mld).
Al centro dell’attenzione i fondi immobiliari e gli azionari
Per quanto riguarda l'andamento trimestrale, i fondi aperti nel dettaglio segnano una raccolta netta di +11,3 miliardi di euro, dopo +9,6 miliardi nel terzo trimestre, facendo salire a +23,6 miliardi le movimentazioni dell'anno, mentre per i fondi chiusi il saldo è di +3,3 miliardi, dopo +723 milioni, a un totale nel 2020 di +6,6 miliardi, favorito in particolare dai fondi immobiliari (+1,7 miliardi nel trimestre e +4 miliardi nei 12 mesi). Tra i fondi aperti le preferenze degli italiani sono andate soprattutto ai fondi azionari con +10,3 miliardi nel quarto trimestre (dopo +5,9 miliardi nel terzo), che portano la raccolta netta relativa del 2020 a +18,8 miliardi. Apprezzati anche gli obbligazionari: +9,5 miliardi sull'anno grazie allo sprint del secondo semestre (+7,2 miliardi nel quarto e +6,8 miliardi nel terzo).
Bilancio ‘pesante’ per i flessibili
Ultima parte in accelerazione anche per i fondi bilanciati, che registrano flussi annuali positivi per +8,1 miliardi, sostenuti dai +5,1 miliardi dell'ultimo trimestre (+1,1 miliardi nel terzo). Bilancio pesante invece per i flessibili, con uscite nei 12 mesi per 18,2 miliardi, dopo i 4,2 miliardi persi nel quarto trimestre e -4,7 miliardi del terzo. Ultimo scorcio dell'anno sottotono anche per i fondi monetari, con deflussi trimestrali per 7,3 miliardi, dopo +478 milioni nei tre mesi a settembre, a un totale annuo, comunque, positivo per +5,6 miliardi. I fondi di diritto italiano hanno registrato deflussi per -454 milioni nel quarto trimestre, dopo -2,4 miliardi nel terzo, per complessivi -5,6 miliardi sull'anno. I fondi esteri segnano +11,7 miliardi, dopo +12 miliardi, portando il saldo netto annuo a +29,2 miliardi.