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Fondi: record nel patrimonio gestito nel III trimestre
Le gestioni collettive nel terzo trimestre hanno fatto da locomotiva alla raccolta netta dell’industria del risparmio gestito, le cui masse complessive hanno toccato il nuovo massimo storico di 2.336 miliardi di euro. I fondi aperti perdono smalto ma restano attraenti.
Terzo trimestre sugli scudi per l’industria del risparmio gestito: la raccolta netta è risultata positiva per 15,1 miliardi di euro, in rialzo del 33,3% rispetto al secondo trimestre, e il patrimonio gestito ha aggiornato il suo nuovo massimo storico spostandolo a 2.336 miliardi (+3% rispetto alla fine di giugno). È quanto emerge dalla mappa trimestrale ‘disegnata’ da Assogestioni, che mette in luce un altro importante aspetto: il cambio di marcia registrato dal mercato rispetto ai primi tre mesi dell’anno, periodo segnato pesantemente dalla fase più acuta della pandemia da coronavirus, che si era tradotta in deflussi per 12 miliardi e masse gestiste scivolate fino a 2.140 miliardi di euro (-6,5% da fine dicembre).
Le gestioni collettive restano la locomotiva
Il bilancio consolidato da inizio anno è positivo: la raccolta netta dell’intero settore del risparmio gestito è infatti pari a +14,38 miliardi di euro. Tra luglio e settembre, periodo che ha tratto beneficio dal forte rimbalzo dell’economia e di un clima più sereno tra gli investitori (rispetto all’incertezza che avevano sperimentato durante il lockdown e nelle fasi successive), le gestioni collettive – secondo il rapporto dell’associazione di categoria - hanno segnato nuovamente un'evidente prevalenza di afflussi con un saldo di +10,38 miliardi (anche se sotto il livello di 16,2 miliardi registrato in aprile-giugno), che hanno portato il totale da inizio anno a +15,66 miliardi.
Il ritorno del denaro sulle gestioni di portafoglio
Nel terzo trimestre c’è stato anche il radicale cambio di direzione, in positivo, delle gestioni di portafoglio che hanno registrato una raccolta netta pari a +4,73 miliardi, in pratica hanno quasi annullato le uscite (-4,84 miliardi) dei tre mesi a giugno. Nonostante questo rimbalzo il saldo da inizio anno resta negativo: -1,3 miliardi. Nel comparto spiccano le gestioni di prodotti assicurativi, che hanno richiamato flussi netti per 2,96 miliardi (-7,4 miliardi a giugno), anche se il bilancio da gennaio resta negativo per -6,2 miliardi. Raccolta netta positiva sia per le gestioni di patrimoni previdenziali, con +659 milioni (+595 milioni), sia per le Gp retail, con +532 milioni (+685 milioni).
I fondi aperti perdono smalto ma restano attraenti
Tornando alle gestioni collettive, i fondi aperti tra luglio e settembre hanno consolidato una raccolta netta positiva per 9,66 miliardi, che si confronta con i +14,8 miliardi del secondo trimestre, per complessivi +12,37 miliardi di euro da inizio anno. Per quanto riguarda i fondi chiusi, questi hanno archiviato il periodo con una raccolta netta positiva pari a +723 milioni, quasi la metà rispetto ai +1,3 miliardi registrati nel secondo trimestre, per un totale maturato nei primi nove mesi di +3,29 miliardi di euro. Più nel dettaglio, la performance riflette la contrazione della raccolta netta riferita ai fondi immobiliari (scesa a +272 milioni dai 1,21 miliardi del secondo trimestre).
Più obbligazioni e meno azionari
Parlando di fondi aperti, le preferenze dei risparmiatori nel terzo trimestre – seppur più ottimisti - si sono orientate verso gli obbligazionari, comportamento che rivela una strategia all’insegna della prudenza. Una controprova, in questo senso, è anche la contemporanea parziale correzione registrata dall’appeal degli azionari. E così, tra luglio e settembre, la raccolta netta dei fondi obbligazionari è ammontata a 6,81 miliardi: più che raddoppiata rispetto ai +2,9 miliardi del secondo trimestre (per un bilancio dei primi nove mesi pasi a +2,25 miliardi). Per gli azionari la raccolta netta è stata pari a +5,95 miliardi (+8,51 miliardi nel secondo trimestre e +8,46 miliardi da gennaio).
Si aggrava ulteriormente l’emorragia dai flessibili
Nel trimestre è rimasta costante la raccolta netta dei bilanciati, con +1,12 miliardi dopo +1,10 miliardi (+2,98 mld da gennaio). Nel frattempo si è aggravata ulteriormente l’emorragia dai flessibili che perdono altri 4,67 miliardi (-1,75 mld nel secondo), portando i deflussi accumulati da gennaio a -13,94 miliardi. Brusca frenata anche per l’interesse riservato ai monetari, la cui raccolta netta rimane in positivo per appena 478 milioni, che si confrontano con i +4,23 miliardi del secondo trimestre (+12,93 mld da gennaio). I fondi di diritto italiano chiudono il trimestre con una raccolta netta di -2,4 miliardi (-436 mln nel secondo, a un totale da gennaio di -5,1 mld). I fondi esteri segnano +12 miliardi, dopo +15,29 miliardi, a complessivi +17,5 per i primi nove mesi.