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Fondi: sale il patrimonio gestito grazie allo sprint dei mercati
A gennaio la raccolta netta dell’industria del risparmio gestito è negativa per 927 milioni, mentre le masse gestite, grazie all’effetto mercato, sono cresciute di 55 miliardi a 2.267 miliardi di euro. L’attenzione degli investitori è ancora concentrata sull’azionario. Bene l’obbligazionario.
Bilancio a due facce quello che scrive a gennaio l’industria del risparmio gestito: il patrimonio complessivo cresce grazie al rimbalzo evidenziato dai mercati finanziari, mentre il dato della raccolta netta scrive davanti un segno meno dopo il deciso sprint registrato a dicembre. Nel dettaglio, i dati della mappa mensile di gennaio 2023 mostrano, in via preliminare, un incremento delle masse gestite di circa 55 miliardi a 2.267 miliardi in totale, principalmente attribuibile al contributo dell’effetto mercato, pari a +2,5% nel mese, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Assogestioni. La raccolta netta risulta invece calata di 927 milioni contro i +11,16 miliardi registrati nel mese precedente.
Saldo negativo per gestioni collettive e di portafoglio
Nel mese hanno avuto un andamento divergente i fondi chiusi rispetto a quelli aperti: questi ultimi hanno iniziato l’anno con 642 milioni di deflussi (+1,14 miliardi in dicembre), mentre i primi hanno portato a casa sottoscrizioni nette per 214 milioni, praticamente la metà di quanto visto nel mese precedente (+444 milioni). In totale, le gestioni collettive registrano a gennaio un saldo negativo di 429 milioni (+1,58 miliardi a dicembre). Sul fronte delle gestioni di portafoglio, che hanno archiviato il mese in negativo per 498 milioni di euro, i mandati istituzionali accusano 756 milioni di deflussi, solo in parte compensati dalle sottoscrizioni (258 milioni di euro) confluite sui retail.
L’azionario conserva il suo appeal, bene l’obbligazionario
Tra le sottocategorie, per quanto riguarda i fondi di lungo termine, sono rimasti in territorio negativo – con una marcata amplificazione delle uscite – sia i prodotti bilanciati (-625 milioni dopo -342 milioni a dicembre) sia quelli flessibili (-1,67 miliardi dopo -669 milioni). All’opposto, secondo quanto emerge dalla nota di Assogestioni, si conferma sempre accentuata la preferenza degli investitori per l’azionario (+1,74 miliardi dopo +1,39 miliardi) ed è da segnalare il consolidamento della corrente positiva sull’obbligazionario (+609 milioni dopo +375 milioni). Inversione di rotta invece per il monetario, che chiude con deflussi per 687 milioni (+402 milioni a dicembre).
In negativo i fondi di diritto italiano ed estero
Gli equilibri all’interno dei portafogli degli investitori sono rimasti sostanzialmente stabili. A gennaio il 52,4% era in capo alle gestioni collettive, pari a 1,187 miliardi di euro (52,5% nel mese di dicembre), mentre il 47,6% (pari a 1.079 miliardi di euro) era in capo alle gestioni di portafoglio. Per quanto riguarda la denominazione, il primo mese dell’anno chiude in negativo sia per i fondi di diritto italiano sia i fondi di diritto estero. I primi, secondo i dati diffusi, archiviano il mese di gennaio con deflussi netti per 383 milioni (a fronte di sottoscrizioni nette per 442 milioni a dicembre), i secondi con uscite per 259 milioni (dopo +699 milioni nel mese precedente).