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Mercati: cosa fare nell’attesa di nuovi equilibri globali
Gli Usa, che influenzano negativamente le prospettive macro a breve termine, perdono la loro eccezionalità, mentre Europa e Cina emergono come alternative. Gli investitori, a causa di una maggiore volatilità, puntano su una diversificazione strategica.

Il 2025 si preannuncia come un anno decisivo, segnato da grandi cambiamenti globali in ambito tecnologico, geopolitico e anche economico. In altre parole, avverte Ritu Vohora, investment specialist, capital markets di T. Rowe Price, stiamo attraversando una fase importante, dove i vecchi sistemi vengono messi alla prova e ripensati. Questo cambiamento, inevitabilmente, porta con sé più incertezze, con tanti possibili scenari futuri, e comunque costringe gli investitori a pensare a come approcciarsi a questa nuova situazione. Infatti, l’esperta invita a non sottovalutare il fatto che la crescita economica è ostacolata dalle politiche protezionistiche degli Stati Uniti e dalle risposte che queste avranno dall'Europa e dall'Asia, destinate ad avere un forte impatto su inflazione, tassi di interesse e mercati finanziari.
Il peso dell’incertezza politica targata Trump
L'incertezza politica, alimentata dalle politiche di Donald Trump, sta infatti influenzando negativamente le prospettive economiche a breve termine a livello generale. Insomma, secondo l’esperta, mentre gli Stati Uniti perdono parte della loro eccezionalità, l'Europa e la Cina stanno emergendo come alternative promettenti. Ecco che gli investitori dovranno adattarsi a un nuovo contesto di maggiore volatilità e moderare le loro aspettative di rendimento, puntando su una diversificazione strategica per navigare in un panorama economico in evoluzione. Vohora cita tre notizie che hanno scosso i mercati negli ultimi mesi: il modello AI low-cost cinese DeepSeek, le politiche economiche di Trump (Trumponomics 2.0) e il bazooka fiscale della Germania. Fattori che hanno tutti i presupposti per modificare gli equilibri (le leadership) finora consolidati, così come la ricalibrazione dei pesi dei portafogli.
La Germania può dare il via alla svolta europea
L'incertezza legata alla presidenza Trump sta creando nervosismo nei mercati a breve termine: i dazi più alti portano conseguenze economiche significative. La prima reazione che è scaturita dalla posizione protezionistica degli Stati Uniti è stata l’aumento delle spese militari e governative sui fronti Europa e Asia. La Germania, in particolare, sta affrontando la situazione globale con un piano infrastrutturale da 500 miliardi di euro e spese illimitate per la difesa, portando al più grande movimento dei rendimenti del Bund in 30 anni. Questo, secondo l’esperta, potrebbe segnare un punto di svolta per l'Europa in termini di riforme e competitività. Tuttavia, le implicazioni future non sono chiare, ma si prevede che ciò alimenterà l'inflazione, i tassi di interesse e l'emissione di obbligazioni governative, spingendo verso rendimenti più alti e curve dei tassi più ripide.
Gli Stati Uniti perdono l’eccezionalità
Alla fine del 2024, gli Stati Uniti rappresentavano il 70% della capitalizzazione di mercato globale, con un consenso inizialmente positivo grazie a un dollaro forte, a un'economia resiliente e al dominio dei mercati azionari. Tuttavia, molte buone notizie erano già scontate e l'incertezza politica legata al nuovo inquilino della Casa Bianca ha reso le prospettive più caute. Gli indicatori degli ultimi mesi mostrano segni di rallentamento economico, come un indebolimento del sentiment dei consumatori, una ridotta attività imprenditoriale e una contrazione del PIL, che potrebbe segnare la fine di un periodo di crescita. Di questo passo, secondo Vohora, le politiche di Trump potrebbero danneggiare la crescita a breve termine, mentre l'inflazione continua a restare elevata, con la Fed che probabilmente riprenderà i tagli dei tassi solo nella seconda metà del 2025.
Parola d’ordine per gli investitori: diversificazione
Perché i mercati finanziari trovino un nuovo equilibrio ci vorrà tempo. Per questo, suggerisce l’esperta, gli investitori devono prepararsi a una nuova era di turbolenze, dove la diversificazione sarà fondamentale per gestire i rischi di quello che mettono nei portafogli. Sebbene i rendimenti siano destinati a essere più moderati, ci sono ancora opportunità per chi adotta un approccio attivo. L'eccezionalità degli Stati Uniti sta perdendo forza, con una crescita rallentata e una revisione al ribasso degli utili delle grandi aziende. Le politiche di Trump influenzeranno l'offerta di manodopera, ma una grave recessione è improbabile senza un ciclo del credito. La spesa fiscale Usa diminuirà, mentre Europa e Cina potrebbero offrirci opportunità più interessanti.
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