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Mercati globali: cosa aspettarsi in questo 2025

La crescita del 2025 potrebbe vedere il passaggio dal settore dei servizi al manifatturiero, spinto dalla domanda accumulata di beni, investimenti nelle energie rinnovabili, nell'IA e nel trasferimento di produzione in Paesi più favorevoli. Opportunità anche nel reddito fisso e nell’azionario.

07/01/2025
grafici e dati colorati
Analisi sulle prospettive dei mercati finanziari globali nel 2025

Le previsioni degli esperti per questo 2025 sono tinte dall’ottimismo, ma a macchia di leopardo: rilevano, ovvero, alcune incertezze che potrebbero condizionare non poco i mercati finanziari mondiali. In sintesi, l'economia globale potrebbe rallentare, soprattutto nella prima parte dell’anno, ma le Banche centrali - in particolare la Bce - potrebbero stimolare la ripresa con ulteriori tagli ai tassi d’interesse. Mentre resta ancora avvolto nelle nebbie l’andamento della congiuntura cinese, l'allentamento monetario e l'aumento degli investimenti in infrastrutture e tecnologie che - secondo gli esperti di T. Rowe Price - sono invece destinati a favorire settori come industria, energia e materiali. Nel reddito fisso, le obbligazioni high yield, i prestiti bancari e i mercati emergenti sono promettenti. La Borsa prevede una crescita delle small-cap e dei titoli value, che potrebbero sovraperformare le large-cap.

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L’Europa più colpita degli Usa da una frenata cinese

Dopo molti anni di tassi bassi, la politica monetaria è stata più restrittiva dal 2022, ma i Governi hanno compensato con aiuti fiscali. Ora, però, con il ridursi delle agevolazioni, gli effetti dei passati aumenti dei tassi cominciano a farsi sentire e continueranno nei primi mesi del 2025. La chiave di volta potrebbe essere la Cina, la cui economia però, anche con i recenti stimoli che ha messo in atto, resta incerta. Un possibile rallentamento cinese, secondo Nikolaj Schmidt, chief global economist di T. Rowe Price, avrà effetti su tutto il mondo ma l’Europa, che dipende molto dall’export, sarà più colpita rispetto agli Stati Uniti. Con i tassi alti, la Bce ha comunque margine per adottare una politica più espansiva, il che potrebbe dare una spinta alla crescita in tempi brevi. Un miglioramento economico in Europa potrebbe essere ancora più forte se la guerra tra Russia e Ucraina si allentasse.

Il settore dei servizi passa il testimone al manifatturiero

Questa ripresa vedrà probabilmente una crescita più forte nel manifatturiero, che finora è stato meno dinamico rispetto ai servizi. Tre fattori principali guideranno la ripresa: la domanda accumulata di beni legati ai tassi, un aumento degli investimenti in infrastrutture per le energie rinnovabili e per l’IA e il fatto che molte aziende stanno trasferendo la produzione in Paesi più favorevoli. Nei prossimi anni questi fattori, secondo Schmidt, richiederanno grandi investimenti, in particolare i settori che offriranno soluzioni, come l’industria, l’energia e i materiali. Questi cambiamenti avranno un impatto sull’economia globale che si vedrà chiaramente nel corso del 2025, soprattutto nella seconda metà dell’anno, quando l’allentamento monetario aiuterà la ripresa economica, che però sarà diversa a seconda delle regioni, con un passaggio dal settore dei servizi a quello manifatturiero.

Sotto i riflettori bond high yield e prestiti bancari

Nel settore del reddito fisso, le obbligazioni high yield e i prestiti bancari sono i più promettenti per ottenere buoni ritorni nel 2025, insieme alle obbligazioni dei mercati emergenti. I prestiti bancari sono meno vulnerabili alla volatilità dei prezzi energetici rispetto alle obbligazioni high yield. Queste ultime, pur essendo promettenti, richiedono però una selezione accurata (ma se i tassi d’interesse a breve termine scenderanno, potranno dare più rendimento dei prestiti bancari). Lo stima Ken Orchard, responsabile del reddito fisso internazionale di T. Rowe Price, secondo cui, nonostante la Fed abbia iniziato a ridurre i tassi a settembre, se non seguirà i tagli previsti dai mercati, i rendimenti potrebbero salire. Prevede anche che la differenza tra i tassi tornerà a ridursi nel corso del 2025, quando l'incertezza diminuirà e gli investitori avranno più fiducia nell'economia.

In Borsa occhio ai titoli value e alle small-cap

Justin Thomson, responsabile dell'azionario di T. Rowe Price, prevede che gli effetti degli aumenti dei tassi e dell’inflazione del 2022 continueranno a influenzare i mercati globali (eccetto gli Usa) e diventeranno più evidenti nel corso del 2025. Ritiene che ci saranno più opportunità per investire in titoli value e in azioni di piccole imprese. L’attenzione dovrebbe passare dal business basato su beni immateriali (ambito high tech) alla domanda di beni fisici, che favorirà settori come l’industria, l’energia e i materiali, che sono tipicamente considerati value. Le azioni delle small-cap internazionali di solito vengono scambiate con un premio rispetto a quelle delle large-cap, ma nel 2024 questa differenza è scomparsa, a causa degli impatti del Covid e dei problemi alle supply chain. Per Thomson, le small-cap internazionali potrebbero avere una crescita degli utili maggiore rispetto alle large-cap.

A cura di: Fernando Mancini

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