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Usa: cosa promette il 2025 per i mercati finanziari
Nel 2025 i pesi nei portafogli potrebbero cambiare, con focus su small cap e titoli finanziari, che potrebbero beneficiare di tassi più bassi e politiche monetarie espansive. L’IA e i ciclici, che hanno dominato nel 2024, potrebbero rallentare, mentre la Borsa potrebbe sottoperformare i bond.
Il 2025 per l’economia statunitense si preannuncia sereno: la crescita ha il potenziale per confermarsi robusta, grazie soprattutto al supporto delle politiche fiscali e monetarie. Secondo le previsioni, nonostante il rallentamento previsto nella creazione di posti di lavoro, la bassa disoccupazione e l'aumento della produttività dovrebbero continuare a sostenere i redditi reali e, di riflesso, anche la dinamica della congiuntura. Ma il cielo d’Oltreoceano non è immune da nuvole e gli effetti sono tutt’altro che prevedibili. Infatti, secondo Blerina Uruçi, chief U.S. Economist di T. Rowe Price, potrebbero emergere rischi legati a possibili aumenti dei dazi sull’import e a restrizioni sull'immigrazione, che influenzerebbero negativamente i costi e i mercati del lavoro.
In vista correzioni dei pesi nei portafogli
Sul fronte azionario, nel corso del 2025 è possibile che ci siano delle correzioni dei pesi nei portafogli degli investitori, soprattutto perché – come osserva Stephon Jackson, head of T. Rowe Price Investment Management di T. Rowe Price – una politica monetaria della Fed, prevista progressivamente più espansiva, dovrebbe favorire settori (sono i casi delle small cap e i titoli finanziari in genere) che appaiono in ritardo rispetto alla media del mercato. L’esperto prevede infatti che i temi legati all’IA e i titoli ciclici che nel 2024 hanno dominato, nel 2025 possano rallentare. Le small-cap, con valutazioni storicamente basse e i finanziari potrebbero dunque essere tra le opportunità più promettenti, mentre nel medio termine la Borsa Usa in generale potrebbe sottoperformare rispetto ai bond. La Fed continuerà a essere decisiva, ma il mercato prevede una crescita economica supportata da tassi d'interesse più bassi e incentivi fiscali.
Gli Usa ancora locomotiva dell’economia globale
Gli Stati Uniti, secondo Uruçi, continuano a essere la locomotiva della crescita globale, compensando la debolezza di Europa e Cina. L'esperta prevede che questo traino prosegua nel corso del 2025, grazie a politiche fiscali favorevoli e misure come l’Inflation Reduction Act e il CHIPS and Science Act. Tassi più bassi (che hanno già contribuito ad aumentare la ricchezza delle famiglie) favoriscono sia la domanda interna sia quella globale. Intanto, l’incremento della produttività registrato negli ultimi trimestri sostiene una crescita salariale robusta, favorendo un aumento dei redditi reali disponibili, che contribuiranno ulteriormente alla crescita economica. Il miglioramento della produttività negli Usa, secondo l’esperta, potrebbe segnare la fine di una fase di crescita debole post-crisi finanziaria globale, con fattori favorevoli che sosterrebbero ulteriori progressi in questo ambito.
Tra le nubi che si intravedono ci sono sicuramente l’aumento dei dazi all’import e le politiche sull’immigrazione – come ‘‘promesso’’ dal Presidente eletto, Donald Trump – che potrebbero generare tensioni sui prezzi. L’imposizione di dazi può avere un impatto immediato sui consumatori e le restrizioni sull’immigrazione potrebbero avere effetti più duraturi sui costi e sul mercato del lavoro.
I settori favoriti dal taglio dei tassi
I rendimenti azionari Usa, osserva Jackson, nel 2024 sono stati influenzati soprattutto dall’IA, dalla solidità dei titoli ciclici sensibili ai tassi e dall’impennata delle valutazioni delle cosiddette ‘‘scommesse sicure’’, nonostante la crescita invariata degli utili. Nel corso del 2025, sostiene, è da mettere in conto un rallentamento di questi tre temi: da una parte, c’è una maggiore concorrenza nell’IA e, dall’altra, le valutazioni dei ciclici sono già elevate e presentano un profilo di rischio/rendimento più incerto. Tuttavia, aggiunge, una combinazione di utili più alti e tassi di interesse più bassi potrebbe favorire un atterraggio morbido dell’economia. C’è comunque da monitorare da vicino le small-cap che, attualmente negoziate a un prezzo inferiore rispetto alle large-cap, potrebbero beneficiare dei tagli dei tassi e di eventuali segnali di miglioramento dell’economia, rappresentando un’opportunità di investimento interessante.
Finanziari e titoli energetici, ma anche aziende software
Altro settore su cui è consigliabile accendere i riflettori sono i titoli finanziari, perché risultano particolarmente attraenti, soprattutto se i tassi di interesse continueranno a scendere nel corso dell'anno. Inoltre, nel settore energetico, il gas naturale presenta un potenziale di crescita, grazie a una limitazione dell’offerta. Le aziende di software, non direttamente legate all’IA ma con solidi margini di crescita degli utili, così come le utility, sono valutate in modo interessante e potrebbero – secondo l’esperto - rappresentare buone opportunità di investimento in un contesto di crescita sostenuta e tassi bassi.