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Risparmio: a gennaio la raccolta delle reti procede spedita
A gennaio la raccolta netta delle reti dei consulenti è pari a 3,3 miliardi, per il 98,5 per cento concentrata sugli strumenti finanziari amministrati. Nel risparmio gestito sempre vivace l’attenzione per l’azionario, corregge invece il comparto assicurativo. I clienti aumentano a 4,74 milioni.
Il sistema delle reti dei consulenti finanziari abilitati alla raccolta fuori sede inaugura l’anno con una performance di tutto rispetto, anche se non riesce a replicare il brillante risultato conseguito a dicembre né l’exploit con cui aveva iniziato il 2022. A gennaio la raccolta netta totale risulta pari a 3,3 miliardi di euro, che si confrontano con i 5,4 miliardi registrati nel mese precedente e i 3,8 miliardi di euro portati a casa nel primo mese dello scorso anno. Assoreti precisa che il 98,5% delle nuove risorse nette investite si concentra su strumenti finanziari amministrati (77,9%) e su prodotti del risparmio gestito (20,6%).
La zavorra del comparto assicurativo
Nel dettaglio, il saldo delle movimentazioni in titoli è positivo per 2,6 miliardi, con l’attività registrata sul mercato secondario che coinvolge in maniera predominante i titoli di Stato. Le risorse nette investite sui prodotti del risparmio gestito sono pari a 686 milioni. L’associazione precisa che la diminuzione dei volumi rispetto al gennaio 2022 è riconducibile alla componente assicurativa e alle gestioni individuali, mentre sono aumentati gli investimenti netti in fondi comuni. Le risorse nette mantenute su conti correnti e depositi ammontano a 49 milioni di euro e sono l’1,5% della raccolta totale (1,86 miliardi a gennaio 2022).
I clienti aumentano a 4,74 milioni
A tirare la volata alla performance hanno contribuito sia il buon momento ritrovato dai mercati finanziari, sia il nuovo incremento del numero dei clienti, salito a gennaio a 4,74 milioni dai 4,7 registrati in dicembre. Il 2023, ha detto il segretario generale di Assoreti, Marco Tofanelli, inizia con un risultato particolarmente solido sulla scia di quanto già realizzato nel corso del 2022. Le dinamiche osservate sui mercati finanziari, ha sottolineato, creano le condizioni per poter rispondere efficacemente alle diverse esigenze dei risparmiatori a conferma dell’ampia e diversificata platea di clienti serviti.
Risparmio gestito, ancora sotto i riflettori l’azionario
Nel risparmio gestito la raccolta è trainata dalle gestioni patrimoniali collettive e individuali. La distribuzione di quote di fondi comuni di investimento si traduce in volumi netti mensili per 819 milioni di euro. Prevalgono le sottoscrizioni nette sugli Oicr di diritto estero (803 milioni di euro), mentre per i fondi italiani la raccolta si conferma positiva ma su importi più contenuti (16 milioni di euro). In linea con i segnali positivi arrivati dai mercati, le preferenze degli investitori sono andate ancora sui fondi azionari (501 milioni) e sui flessibili (541 milioni). È negativo invece il saldo per le altre categorie.
Il contributo positivo delle GPF e GPM
Il bilancio delle gestioni patrimoniali individuali è pari a 106 milioni, con un contributo positivo sia dalle GPF (66 milioni) sia dalle GPM (40 milioni). Il comparto assicurativo/previdenziale registra la prevalenza delle uscite per 238 milioni attribuibile al saldo negativo dei prodotti vita tradizionali (-411 milioni) e dei prodotti multiramo (-86 milioni). I premi netti versati sulle unit linked sono positivi per 148 milioni. Il contributo mensile complessivo delle reti al sistema degli Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, raggiunge 996 milioni e si confronta con un dato di sistema negativo per 642 milioni.
Risparmio amministrato, l’attenzione sui titoli di Stato
Nel comparto del risparmio amministrato, secondo la nota di Assoreti, più dell’80% della raccolta netta realizzata sulla componente finanziaria coinvolge i titoli di Stato (2,1 miliardi di euro). Positivo è il saldo delle movimentazioni per quasi tutte le altre tipologie di strumento e, soprattutto, per i certificate (258 milioni) e per le obbligazioni corporate (249 milioni), mentre per i titoli azionari si registra la prevalenza degli ordinativi di vendita (-416 milioni). Da rilevare che, dallo scorso dicembre, la società Azimut Capital Management non rientra più nel perimetro di calcolo dall’associazione di categoria.