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Inflazione Usa: attesa in calo grazie a ribasso dei carburanti
Il comparto energetico sarà il principale motore della discesa dell’inflazione Usa, che beneficerà anche del calo delle tariffe aeree e del graduale rientro dei problemi delle forniture. Tensioni dall’edilizia. Gli esperti stimano la primaria all’8 per cento e la core al 6,1 per cento.
L’inflazione statunitense ha imboccato la strada in discesa, dopo le ripetute strette del credito cui ha provveduto negli ultimi mesi la Fed e a seguito del rientro delle tensioni nel comparto energetico. Le stime di consenso degli analisti indicano per l’inflazione primaria una flessione dello 0,1% su base mensile e un dato tendenziale all’8% e un’inflazione ‘core’ rispettivamente allo 0,3% e al 6,1%. Blerina Uruci, US economist di T. Rowe Price, prevede che il rientro dell’inflazione complessiva prosegua, grazie al freno rappresentato dal prezzo della benzina. A suo avviso, infatti, la tensione tra i beni di base (i cui prezzi si stanno attenuando da un livello elevato) e i servizi di base (che rimangono troppo forti) continuerà anche nel breve termine.
La benzina dovrebbe scendere del 10,2 mensile
La componente energetica, secondo l’economista, dovrebbe scendere del 6% mensile (spinta dalla benzina: -10,2%). Questa dinamica implicherebbe un freno di 0,53 punti all'IPC mensile, più che compensando il contributo positivo di 0,4 punti delle componenti alimentari e ‘core’. Secondo stime, l'energia continuerà a pesare sull'indice destagionalizzato fino a novembre, ma in modo sempre minore. Le potenziali ricadute della crisi energetica in Europa comportano un certo rialzo dei prezzi dell'energia ma, sottolinea Uruci, le aspettative di un potenziale rallentamento della domanda globale vanno nella direzione opposta. A causa degli effetti base, è probabile che l'inflazione di fondo annuale acceleri nei prossimi due rapporti, notizia potenzialmente scomoda per la Fed.
Graduale soluzione dei problemi delle supply chain
L’esperta, tuttavia, non crede che la Fed debba preoccuparsi di questo dato, in quanto si concentrerà sul momentum (3 mesi e 6 mesi annualizzati), ma ritiene che sia anche sensibile agli effetti sull'opinione pubblica e il Congresso. In pratica, potrebbe essere preso a pretesto per mantenere un atteggiamento ancora da falco. Ci sono tuttavia altri timidi segnali che indicano il progressivo rientro delle tensioni, come la graduale risoluzione dei problemi della catena di approvvigionamento e l’aumento dei livelli delle scorte. I dati del settore privato, inoltre, suggeriscono un ulteriore calo delle auto usate, mentre i prezzi dei beni di base sono rallentati molto a luglio e l’esperta si aspetta di vedere ancora questa tendenza nei prossimi mesi.
Ripiegano le tariffe aeree, ancora tensioni nell’edilizia
Nel raffreddare le tensioni inflative (in particolare per la componente dei servizi) sta contribuendo anche il settore aereo, come testimoniano i dati sulle tariffe aeree regionali non premium forniti da Airlines Reporting Corporation, che rivelano un forte calo delle tariffe non destagionalizzate in agosto. Dall’edilizia residenziale arriva invece una nota in controtendenza: sebbene questo comparto continui il suo brusco rallentamento, i prezzi degli affitti nell’Indice dei Prezzi al Consumo sono aumentati a un ritmo molto veloce e Uruci prevede che continueranno a farlo per il resto dell'anno. Nel breve, i prezzi elevati delle case e l'aumento dei tassi ipotecari possono scoraggiare i nuovi acquirenti di case e indurli a rimanere in affitto più a lungo.