- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Mercati in bilico per l'incertezza su economia, inflazione e tassi
Alcuni esperti credono che l'economia dell’Eurozona si deteriorerà rapidamente e, di riflesso, la BCE potrebbe considerare di tagliare i tassi. Altri ritengono inevitabile un atterraggio economico duro, a causa dell'inasprimento delle politiche monetarie e della situazione economica globale.
I mercati finanziari corrono sul filo del rasoio, in sintonia con l’incertezza che sta in questo momento esprimendo il quadro macro mondiale. Se da un lato l’inflazione ha iniziato a dare segnali incoraggianti, alimentando addirittura un’attesa forse eccessiva (soprattutto in Europa) per quanto riguarda la dinamica futura dei tassi, dall’altro si moltiplicano le preoccupazioni perché ci sono tutti i presupposti perché il tanto auspicato atterraggio morbido dell’economia sia destinato a rimanere, appunto, tra i desideri degli investitori. L’analisi dei cicli passati, infatti, continua a suggerire che una recessione è uno scenario più probabile. Lo sostiene Mark Dowding, fixed income CIO di RBC BlueBay, il quale ritiene che il modo in cui funziona la politica monetaria sia non lineare, tanto che ulteriori strette del credito rispetto ai livelli attuali rischiano di avere un impatto molto maggiore di quanto visto durante le fasi iniziali del ciclo di rialzi.
Conferma nei prossimi mesi sulla rotta dell'inflazione
L’inflazione nell’Eurozona a settembre è scesa significativamente, sia quella headline (al 4,3% dal 5,2%), sia quella core (al 4,5% dal 5,3%). Una parte importante del calo è da ricondurre all’effetto base, ovvero al fatto che i prezzi nello stesso mese del 2022 erano molto alti. Tuttavia, rileva Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, ciò che ha sorpreso è che l'inflazione mensile è stata più debole delle attese. È importante notare che, secondo i dati destagionalizzati Bce, l'inflazione mensile dell'IPC dei servizi, che è la misura più affidabile delle pressioni sottostanti, è rimasta pressoché stabile allo 0,25%. Nonostante questo, l'inflazione mensile dei beni di base è stata pari a -0,19%, trend che si prevede continui. Di conseguenza, l'inflazione CPI core mensile è scesa allo 0,14%. Se questo debole slancio si confermerà nei prossimi due mesi, sarà una forte prova che l'inflazione nell’area ha invertito la rotta.
Per l’economia reale atteso un rapido deterioramento
Questa previsione, avverte Wieladek, non è però immune da rischi. Sul tavolo, infatti, rimangono alcuni ostacoli che spingono verso l'alto, ovvero il recente rincaro del petrolio e la debolezza dell'euro. Anche se è realistico che se l'inflazione di fondo IPC continuerà a scendere, compenserà le pressioni al rialzo dei prezzi del petrolio nell'inflazione complessiva. Comunque sia, aggiunge l’economista, il forte calo dell'inflazione è una buona notizia per la Bce. I recenti dibattiti in seno al Consiglio direttivo sono stati equilibrati, con i membri più dovish che indicavano un rapido indebolimento dell'attività, mentre i membri hawkish indicavano un'inflazione persistente al di sopra dell'obiettivo. Il dato di settembre sull'inflazione sostiene chiaramente la tesi dei componenti più colomba del Consiglio direttivo. Lo stesso esperto crede che l'economia reale si deteriorerà più rapidamente di quanto la Bce si aspetti.
La Bce potrebbe iniziare a tagliare il prossimo marzo
Si vedono già gli effetti della politica monetaria sull'economia reale e i dati dell'inflazione di settembre sono la prima prova che si potrà vedere anche l'impatto sull'inflazione. Tuttavia, bisogna tenere conto che la politica monetaria reagisce con un ritardo di 12-18 mesi. La maggior parte della stretta monetaria della Bce farà sentire i suoi effetti solo nei prossimi 6-12 mesi. L'economia reale continuerà quindi probabilmente a indebolirsi e l'inflazione continuerà a subire pressioni in calo. Alla fine, secondo Wieladek, assisteremo a un forte aggiustamento del mercato del lavoro, e a quel punto il dibattito si sposterà sui tagli. Questo probabilmente avverrà più rapidamente di quanto la retorica della Bce sul mantenimento dei tassi per un periodo di tempo prolungato lasci intendere. Se l'inflazione continuerà a scendere e l'economia reale continuerà a deteriorarsi rapidamente, la Bce potrebbe iniziare a tagliare già dal prossimo marzo.
Si allontana lo scenario dell’atterraggio morbido
Allo stato attuale, secondo Arif Husain, head of international fixed income e chief investment officer, fixed income di T. Rowe Price, un atterraggio morbido è solo una favola confortevole, basata sul passato. L’esperto ritiene invece che un atterraggio duro sia in arrivo e sia solo questione di tempo. In questa direzione stanno agendo sia l’inasprimento aggressivo sia la leva finanziaria. Il tutto mentre l’industria manifatturiera mondiale sembra stia lanciando segnali di recessione, i servizi (dopo il boom legato alla pandemia) mostrano segnali di aver superato il picco e il mercato del lavoro non è così robusto come un tempo. Inoltre si trascura il fatto che, quando in passato gli indicatori dell’economia globale giravano sui livelli attuali, le Banche centrali erano già in modalità di taglio mentre questa volta agiscono all’opposto. Quando arriverà la recessione, secondo Husain, sarà difficile per i Governi spendere per uscirne.