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Mic: indice disagio ancora non rileva effetto Covid19
In febbraio l’indice Mic di Confcommercio, che misura il disagio sociale nel Paese, non ha rilevato gli effetti dell’emergenza da coronavirus. Il suo valore si è attestato a 17,8, in flessione di cinque decimi su gennaio. Il perché lo spiega Confcommercio: “il dato di febbraio è rappresentativo di una situazione che non aveva ancora subito i contraccolpi della pandemia provocata dal Covid-19”. Vale la pena precisare che il ridimensionamento dell’indice è riconducibile in misura quasi esclusiva alla frenata registrata dall’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto visto nel frattempo: in febbraio, infatti, i prezzi sono aumentati dello 0,8% annuo, in rallentamento dall’1,3% di gennaio.
Già l’indicatore anticipa un peggioramento
E comunque, precisa il comunicato, “nonostante la riduzione di febbraio, dovuta al contenimento della dinamica dei prezzi, alla luce di quanto sta avvenendo la valutazione macroeconomica del disagio sociale mostra un deciso peggioramento già da marzo”. Per questo motivo, suggerisce, “l’azione pubblica oggi dovrebbe fare in modo di limitare al massimo la probabile crescita della povertà assoluta connessa alla disoccupazione e alle perdite di reddito da lavoro indipendente”. L’Italia, riporta la nota, si è trovata “ad affrontare questa emergenza con un’area molto ampia di disagio sociale le cui dimensioni, in conseguenza del rallentamento economico in atto, avevano smesso di ridursi”.
Necessario evitare disagio strutturale
È necessario evitare che, come invece accaduto nella precedente fase di crisi, parte dell’ampliamento dell’area del disagio diventi strutturale. Per questo, secondo l’analisi di Confcommercio, occorre che gli interventi “non si limitino alla fase più acuta, ma accompagnino e favoriscano il recupero”. Da segnalare che molti dei provvedimenti adottati dal Governo vanno in questa direzione, dalla sospensione del versamento di tasse, bollette e contributi al nuovo calendario della dichiarazione dei redditi, dall’avvio della Cassa integrazione in deroga per le regioni più colpite dal virus agli aiuti diretti alle famiglie.
Tasso di disoccupazione al 9,7%
Tornando alle componenti dell’indice Mic, a febbraio il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,7%, valore sostanzialmente in linea con il dato degli ultimi cinque mesi. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, la situazione si conferma meno favorevole, con un tasso di disoccupazione pari all’11,3%, anche in questo caso negli ultimi mesi si è rilevata una scarsa variabilità. All’interno dei disoccupati la componente relativa ai sottoccupati si conferma stabile in termini congiunturali e in moderato aumento nel confronto annuo.
CIG in calo
A febbraio 2020 le ore autorizzate di CIG hanno registrato, dopo cinque mesi di continuo aumento, una diminuzione nel confronto annuo (-26,5%). Anche in termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA la tendenza, sia in termini congiunturali sia su base annua, è moderato calo. Dal lato degli scoraggiati a fronte di una sostanziale invarianza sul mese precedente, nel confronto con febbraio del 2019 si evidenzia una diminuzione. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato a una diminuzione mensile di un decimo di punto del tasso di disoccupazione esteso e a un calo di otto decimi su base annua.
Attenzione però, un’analisi di Banca d’Italia ha già rilevato l’impatto di breve periodo del Covid-19, evidenziando un calo senza precedenti della ricerca di lavoro tramite web. L’Istituto ha altresì segnalato la possibilità che variazioni significative su questo fronte potrebbero alterare, nei prossimi mesi, i dati relativi all’andamento del mercato del lavoro in generale.