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Ocse: bene l’inflazione, Pil mondiale dalla sorprendente resilienza
L'Ocse avverte che una politica monetaria troppo accomodante potrebbe minacciare l'andamento positivo dell’inflazione, soprattutto alla luce della situazione nel Medio Oriente e nel Mar Rosso. La crescita dell’Italia è superiore alla media dell’Eurozona. Modesto il trend di Germania e Francia.
Dai più recenti report previsionali dell’Ocse e del Fondo Monetario internazionale emerge un quadro con luci e ombre per la congiuntura mondiale. Da una parte si constata che l’economia in generale ha mostrato una sorprendente resilienza (inaspettata dopo il marcato rialzo dei tassi che c’è stato da oltre un anno a questa parte) e, dall’altra, c’è un chiaro apprezzamento per la significativa inversione di tendenza registrata nel frattempo dall’inflazione. Le tinte fosche del quadro disegnato dalle due Istituzioni continuano con i moniti che queste hanno lanciato. L’inflazione è sì in calo e la dinamica della crescita è in chiara ripresa, ma sul loro percorso stanno emergendo non pochi ostacoli, che sono rappresentati dagli attacchi terroristici sul Mar Rosso e dai due conflitti più vicini, Russia-Ucraina.
Nel 2024 +2,9% il Pil mondiale, previsti tagli dei tassi
L’Ocse, per scendere nei dettagli, stima che la crescita del Pil mondiale quest’anno possa rallentare a +2,9% (dal +3,1% del 2023) a causa dell’elevato costo del denaro e del negativo andamento del commercio globale. Per il 2025 prevede un lieve recupero, al 3%, grazie al previsto allentamento delle condizioni finanziarie. Una limatura leggermente più ampia per le stime del Pil del G20, che dalla dal +3,3% passano al 2,9% di quest’anno, e poi al 3% nel 2025. L’Organizzazione, a questo proposito, mette in conto che la Federal Reserve anticiperà la Bce con un taglio dei tassi nel corso del secondo trimestre, mentre nell’Eurozona un’analoga mossa è prevista nel terzo trimestre. L’importante, sottolineano gli analisti dell’Ocse, è che le Banche centrali rimangano attente al fine di tenere sotto controllo l’inflazione a lungo termine.
Dove risiedono i rischi dei rialzi dei prezzi
A fare paura è dunque sempre l’inflazione, anche se la stessa Ocse prevede il suo ritorno ai target ufficiali entro la fine del prossimo anno in quasi tutte le economie del G20. Una politica monetaria eccessivamente morbida potrebbe condizionare l’attuale virtuoso andamento dei prezzi, su cui pende la complicata situazione in Medio Oriente. I ripetuti attacchi nel Mar Rosso hanno fatto aumentare già i costi e allungato i termini di consegna delle merci. Ed è facile immaginare, secondo l’analisi che emerge dal report, che in caso di un allargamento del conflitto o peggioramento delle tensioni, questi fattori potrebbero tradursi con nuove tensioni sui prezzi e mettere in pericolo la prevista ripresa. L’Ocse stima che l’inflazione ‘core’ nel G20 quest’anno dovrebbe attestarsi al 2,5% (dal 4,2% del 2023) e scendere al 2,1% nel 2025.
Usa e Cina meglio del previsto
L’Fmi ha diffuso stime leggermente più ottimiste, rivedendo al rialzo la crescita del Pil mondiale di quest’anno a +3,1% per quest’anno (+0,2 punti rispetto al report dello scorso ottobre), favorita in particolare dalla resilienza migliore del previsto di economie portanti come quelle dei Usa e Cina (grazie alle misure fiscali), come di alcuni Paesi emergenti. Nel 2025 il Pil globale dovrebbe crescere del 3,2%. Un trend, comunque, leggermente sotto la media storica a causa del rialzo dei tassi, della fine delle agevolazioni fiscali e della modesta crescita della produttività. Anche l’Fmi precisa che queste attese si basano sull’andamento pressoché calante dei prezzi delle commodity (-0,9% è la stima per quest’anno) e delle materie prime energetiche (-2,3% la previsione per il prezzo del greggio), sia quest’anno sia nel prossimo.
L’Italia corre più della media europea
Nell’Economic Outlook dell’Ocse spicca l’Italia, la cui economia è indicata (e confermata) crescere più della media dell’Eurozona: dello 0,7% quest’anno e dell’1,2% nel prossimo (in linea le stime dell’Fmi, rispettivamente +0,7% e +1,1%). Il Pil dell’Ue a 20 è indicato crescere nel 2024 solo dello 0,6%. Nel nostro Paese, secondo l’Ocse, l’inflazione primaria dovrebbe scendere quest’anno dal 5,9% all’1,8% (dato corretto dal 2,6% indicato nel precedente report), per poi risalire nel 2025 al 2,2% (corretto da 2,3%). Tra in principali partner dell’Italia, la Germania secondo l’Ocse quest’anno dovrebbe registrare solo una modesta crescita (0,3%, corretta del precedente +0,6%) dopo la recessione (-0,1%) stimata per il 2023. L’economia francese dovrebbe crescere nel 2024 dello 0,6% e dell’1,2% nel 2025 (dato confermato dal report precedente).