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Piazza Affari: il 2026 tra stabilità, selettività e opportunità

Piazza Affari tratta a sconto rispetto all’Eurozona, grazie a spread in calo e afflusso di capitali esteri. Automotive, beni di consumo, high tech, TLC, efficienza energetica, semiconduttori, lusso, infrastrutture e IA attirano maggiore interesse. Il settore bancario resta il principale motore.

22/12/2025
grafici, pile di monete e bandiera italiana
Analisi sulle prospettive di Piazza Affari per il 2026

Piazza Affari si avvicina al 2026 con fondamentali solidi, valutazioni ancora contenute e un contesto politico più stabile rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, la parola d’ordine che circola tra gli addetti ai lavori resta ‘selettività’. In primo luogo perché il quadro geopolitico mondiale è tutt’altro che tranquillo, poi perché i margini per una politica monetaria più espansiva si sono ridotti e, infine, perché la crescita ci sarà, ma non sarà omogenea. Ma dove dovranno guardare gli invertitori per cogliere al meglio le opportunità che offrirà la Borsa? Secondo gli esperti i settori ciclici, le infrastrutture, la tecnologia legata all’AI e le small-mid cap mostrano oggi il potenziale più interessante.

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A Milano ottimismo ma con moderazione

Piazza Affari, dopo tre anni di rialzi a doppia cifra, entra nel nuovo anno con un clima di fiducia moderata. Il mercato beneficia di un mix che, secondo gli esperti, sostiene l’idea che la Borsa italiana possa continuare a crescere, anche se in modo più graduale rispetto a quanto visto nel recente passato. Questa tesi, in particolare, poggia sulla stabilità politica (che attira i capitali dall’estero), sulla riduzione degli spread (che migliora le condizioni finanziarie delle imprese) e sulle valutazioni ancora interessanti (non rispecchiano la ripresa dei profitti, soprattutto nell’industria e nei beni di consumo). Insomma, c’è l’opinione che il mercato tratti a sconto rispetto all’Eurozona.

Sotto i riflettori l’industria e i consumi ciclici

I gestori, pur non escludendo che ci possano essere fasi di volatilità, per il 2026 stimano in media un progresso tra l’8 e il 13 per cento. A fare da locomotiva, secondo la prevalente opinione, saranno i comparti industriali e le imprese legate ai consumi ciclici. Nel dettaglio, l’attenzione degli investitori sta puntando sui settori ‘automotive’ e ‘beni di consumo’, perché beneficiano di basi di confronto favorevoli e anche sulle società del mondo high tech, delle telecomunicazioni e quelle legate all’’efficienza energetica. Gli esperti di AcomeA evidenziano segnali positivi anche dai settori agricolo, dei semiconduttori, del lusso, delle infrastrutture e dell’IA e dei data center.

La locomotiva resta il settore bancario

Tra gli esperti c’è invece una posizione più cauta nei confronti delle utility e dei farmaceutici, in particolare sul breve termine. Per quanto riguarda il settore bancario, questo resta un pilastro di Piazza Affari anche nel 2026, grazie a capitali solidi e dividendi generosi. Anche se la fase di fusioni e acquisizioni appaia in prospettiva in rallentamento - con Unicredit e Banco BPM che rimangono i principali osservati speciali -, quello bancario si conferma essere il comparto più generoso del mercato (seguito a distanza da utility, energia e telecomunicazioni). I gestori sono inoltre concordi in un atteggiamento positivo sulle small e mid cap, sostenuta dai tassi bassi e dalla minore esposizione ai dazi.

Uno sguardo ai mercati globali

L’andamento di Piazza Affari non potrà prescindere da quello che accadrà a livello globale, dove l’attenzione degli esperti guarda alla normalizzazione delle catene produttive. A livello globale, comunque, il 2026 potrebbe essere segnato da una crescita più equilibrata: non solo dalle big tech, ma da nuove opportunità nei settori dell’IA ‘fisica’, come chip, infrastrutture energetiche e automazione. Da fare attenzione inoltre agli Usa, dove gli stimoli fiscali sostengono l’economia, mentre in Europa la maggiore flessibilità tedesca in tema di investimenti favorisce l’industria e la robotica. Valutazioni interessanti sono indicate per le Borse emergenti e del Giappone e dove la selettività resta fondamentale.

A cura di: Fernando Mancini

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