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Pil: corre più del previsto, ma è in rallentamento
Il Pil italiano nel terzo trimestre è cresciuto del 2,6 per cento congiunturale e del 3,8 annuo. La sua crescita sta però rallentando rispetto ai picchi toccati in estate per fattori tecnici, per il colpo di freno nelle costruzioni e per effetto dell’inflazione.
L’economia Italia corre più di quanto previsto, a conferma che la sua risposta alla crisi generatasi con la pandemia è robusta. Secondo i dati forniti dall’Istat il Pil nel terzo trimestre è cresciuto del 2,6% nel confronto sui tre mesi precedenti (contro una stima media indicata a +2,2%) e del 3,8% rispetto a un anno fa. Nel ruolo di locomotiva c’è stato nel frattempo un passaggio di testimone. Il settore manifatturiero, che aveva guidato la ripresa nell'ultimo anno, ha infatti lasciato il posto ai servizi, diventati dalla scorsa primavera il motore, grazie anche alla graduale rimozione delle restrizioni legate al Covid-19.
Il testimone passa ai servizi
In questo contesto, sottolinea infatti l’analisi, ha avuto un importante ruolo l’ulteriore recupero dei consumi (cresciuti a livello generale del 2,2% congiunturale), in particolare nel settore dei servizi (+8%), favoriti a loro volta - oltre che dal termine dei lockdown - anche dalla concomitanza con il picco della stagione turistica estiva. Un contributo importante è arrivato anche dall’ottima tenuta degli investimenti in beni strumentali, che con un +4,5% hanno oramai recuperato i livelli pre-crisi. Performance in atto brillante ma in frenata a causa, secondo gli esperti, della fine dei rimbalzi dovuti alle riaperture insieme agli effetti negativi sull'attività interna dei prezzi elevati delle commodity e dei tempi di consegna ritardati.
Il colpo di freno nelle costruzioni
I segnali di rallentamento sono giunti da un comparto trainante come quello delle costruzioni, dove gli investimenti, che stanno verosimilmente assestando la velocità dopo il boom registrato nel post-lockdown (è da ricordare, al riguardo, che è stata la componente della domanda che per prima ha recuperato i livelli pre-crisi, già durante lo scorso inverno) e che proprio per questo stanno incontrando oggi qualche strozzatura nella disponibilità di lavoratori e materiali. Tengono invece le esportazioni, a conferma della buona salute della nostra industria nonostante le difficoltà che permangono nelle catene di fornitura internazionali. Un mix di fattori dove ‘vince’ il lato positivo, che permette di essere fiduciosi per gli ultimi mesi dell’anno.
+6,2% il Pil atteso per l’intero 2021
I rischi appaiono dunque circoscritti. Grazie alla crescita realizzata nel terzo trimestre, e nonostante i crescenti rischi derivanti dal riacutizzarsi dei contagi e da un’inflazione che si sta rivelando più persistente del previsto, gli esperti di Prometeia hanno infatti rivisto al rialzo la loro stima di crescita del Pil per quest’anno, al 6,2% dal 6% indicato in ottobre. Per quanto riguarda invece il tasso di espansione atteso per il prossimo anno, confermano la loro previsione di una crescita dell’economia in decelerazione (a +4%) rispetto al 2021, anche se ancora forte rispetto ai tassi storici passati. Il Pil del nostro Paese, secondo gli stessi esperti, dovrebbe tornare così ai livelli pre-crisi nel secondo trimestre del 2022.